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Grecia: l’Europa fra ricatti e terrorismo finanziario

Quello che la troika sta facendo alla Grecia in questi giorni è l'apice del terrorismo finanziario, con ricatti inaccettabili.

Ricatti e atti di terrorismo finanziario, è il massimo che questa Europa, sempre più becera, è in grado di fare per "risolvere" il problema greco. Le Istituzioni internazionali, ex troika, usano metodi nazisti, ponendo il governo greco di fronte a un dilemma: “O la Grecia presenta un elenco accettabile di austerità, o sarà default”. Senza contare, però, che il rischio default di oggi deriva da anni di austerità imposto dalla troika ai greci. La loro debolezza attuale è colpa proprio del programma di "aiuti" europeo.

Così l’Europa tratta un "fratello"

A questo punto la Grecia non ha vie d’uscita, o accetta di programmare una austerità oppure è destinata a fare una brutta fine, dove il default sembra essere la punizione minore perché poi ce ne sarà una ancora più cattiva, cioè essere espulsa dalla moneta europea e forse anche dalla stessa Unione europea. Questa è la loro minaccia e il loro ricatto, questo è ciò che Bruxelles fa a un fratello, a un amico e alleato. In poche parole, lo sta facendo a uno di noi. Dov’è la democrazia, la civiltà, la solidarietà, l’alto senso sociale e morale? Non c'è un briciolo di solidarietà in questa ‘Unione’.

La solidarietà, questa sconosciuta

"Niente solidarietà" è il segno distintivo con cui si sta marchiando l'Europa. Si è raffigurato in tutto il territorio di sua influenza con l’esempio lampante del rifiuto di aiutare i profughi trans-mediterranei. In Europa non si vuole nemmeno sentire parlare di accogliere una vittima di guerra e non vogliono risolvere uno dei problemi più gravi che affliggono il mondo intero, quello dei flussi migratori. La questione è persino scandalosa, in pratica l’Europa non vuole farsi carico dell’esito negativo di tutti i conflitti mediorientali ispirati dagli Stati Uniti e svolti in piena complicità con l'Europa. Libia, Siria, Sudan, Iraq, Egitto, Somalia, Africa centrale, Yemen e altro, sono tutti conflitti causati dal ‘democraticissimo e liberalissimo’ occidente, con gli USA in testa e la UE che la segue a ruota senza fiatare. Non c’è paese fra questi, che sia in grado di risollevarsi, perché è stato devastato dall’interno, alla base del sistema.

La legge del più forte In Grecia la troika sta applicando una strategia di "selezione". La UE non vuole una Grecia, come vale per qualsiasi altro membro (l’Italia e la Francia stiano in allerta), che sia debole economicamente. Se così fosse, o se quel paese lo diventasse, deve lasciare la zona euro. Con la minaccia di espellere credono di incitare la Grecia a chiedere pietà. La signora Lagarde, presidente del FMI, ha avuto l'audacia di dire: “Serve un dialogo tra adulti”, frase detta allo scopo di ottenere un "migliore e più serio piano di austerità". La Lagarde è la personificazione della supremazia. Chiaro, lei può permetterselo, di fatto governa il Fondo Monetario Internazionale (FMI), cioè il braccio esteso del Tesoro degli Stati Uniti.

La Grecia vuole rimanere in questa Europa di banchieri?

È sorprendente notare come l’inflessibile Alexis Tsipras e il suo partito Syriza difendano l'idea di restare a tutti i costi nella zona euro. Ma perché? L'Euro ha appena 15 anni e ci ricordiamo tutti i tempi più felici quando avevamo la nostra valuta nazionale sovrana. Con l'avvento dell'euro, tutti gli europei, nessuno escluso, sono diventati schiavi di banche predatrici, più volte finanziate e salvate da crack e fallimenti. Le banche sono un rischio persino peggiore di un default greco. L'Europa ha ceduto la propria sovranità a un gruppo di mostruose mega banche, tra l’altro, tutte collegate a Wall Street. La Banca centrale europea (BCE) non è una vera e propria banca centrale, ma un mero strumento di Washington. Mario Draghi, il presidente della BCE, è un ex dirigente di Goldman Sachs (come lo era Mario Monti) e questa gestisce la politica monetaria ed economica dell’intera Europa. Per cui è un mistero il fatto che la Grecia si ostini a rimanere in Europa. Così non rischia solo un default, bensì un vero e proprio suicidio economico dell'intera nazione, se resta ostinatamente aggrappata a una nave che affonda. Il sistema monetario occidentale, con la sua economia avida e crudele basata sul dollaro, è destinata a fallire. È solo una questione di tempo, ma tutti i segnali vanno in questa direzione.

L'occasione per la Grecia di salvarsi

La Grecia ha un'occasione unica per uscire dalla zona euro con grazia, a testa alta, raccontando in giro, e a ragione, quanto ‘brutta e cattiva’ è la troika o quanto "fratricida" sia la ‘banda’ di Bruxelles. Tsipras potrebbe diventare un eroe nazionale, colui che onora l'impegno elettorale proposto al popolo greco, facendo della Grecia una priorità assoluta, dove l’austerità non deve esistere, né nuove tasse, né tagli alle pensioni, ma più privatizzazioni, sanità, servizi e beni pubblici.

Questo non è arrendersi, ma una mossa saggia che porterà la Grecia verso un nuovo e prospero futuro (Islanda insegna). Quando tutto questo avverrà (circa un paio d’anni), saremo tutti noi coloro che risulteranno ridotti al default, costretti a fuggire dal nostro paese per chiedere asilo politico alla Grecia. Noi non per guerre, ma per carestia.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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