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Google Hotpot: unire localizzazione e raccomandazione


Google non ha bisogno di fare il suo Facebook e per questo probabilmente sta lavorando in due direzioni. La prima è accellerare per aumentare il database di aziende che può indicizzare usando contemporaneamente la geolocalizzazione e il sistema di raccomandazioni e review (vedi l’apertura di Boutiques.com) che non avviene seguendo il concetto di amici stretti di Facebook: gli utenti che votano e si geolocalizzano hanno in comune tra di loro un follow sul Google Profile o l’utilizzo di un servizio di Google.

Dall’altra parte intende aumentare e affermare la sua autorevolezza (su Google trovate sicuramente ciò che fa per voi senza alcuna alterazione della realtà, no campagne di social media marketing) e cercare di tenere il passo con Facebook: se le aziende scelgono sempre di più il social network per dialogare con gli utenti, Google ha bisogno di fornire sia alle company che ai loro clienti un luogo per entrare in contatto in qualche modo, che sia un sistema di rating nello stile di Yelp oppure un located based network come Foursquare.

Ed è per questo motivo che sta cominciando a pensare più “local” che “glocal” potenziando Google Maps e Street View infarcendoli con più servizi e opportunità.
Tra tutti l’annuncio di Google Hotpot bisogna vederlo proprio in questo senso, nell’unione tra la geolocalizzazione e le strategie di brand awareness: se i risultati di Hotpot finissero su Google a me non stupirebbe che presto ristoranti e hotel comincino a osservarlo come strumento di promozione e allo stesso tempo monitoraggio. Chissà che di Hotpot non se ne parli durante questo BTO.

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