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Gli oggetti urbani di Fausto delle Chiaie

L’eclettismo in opere, perlopiù assemblando materiali poveri o di scarto, facilmente collocabili per le strade di Roma, realizzando un’Arte Povera per un Museo all’Aria Aperta, arricchite da interventi pittorici, che ogni giorno Fausto Delle Chiaie, l’artista, monta e smonta nel luogo prescelto per quel giorno.

È confortante riscontrare che può capitare ad alcuni artisti di vedere apprezzato il proprio lavoro dopo decenni di assoluta devozione ad intervenire nella realtà metropolitana. Così Fausto Delle Chiaie, personaggio eclettico e geniale, ha ottenuto una pubblicazione ("Fausto Delle Chiaie. L’Arte? Rubbish" edizioni Electa), sul suo pensiero e la sua creatività artistica.
 
Un’arte fatta di sarcastici assemblage, dai titoli esplicativi, collocati in angoli appartati e luoghi di intenso transito di Roma, alternando le minute installazioni a vere e proprie mostre urbane.
 
Opere facilmente collocabili sotto la definizione di Arte Concettuale, ma in continuo equilibrio tra l’Arte Povera e la Pop Art, per un Museo all’Aria Aperta, realizzato perlopiù assemblando materiali poveri o di scarto, con interventi pittorici, che ogni giorno l’artista monta e smonta nel luogo prescelto per quel giorno.

Fausto Delle Chiaie

 
Come afferma lui stesso "le opere vanno pensate, ed io le penso a contatto con il luogo in cui mi trovo, con la città e la strada nello specifico"; l’autore quindi non è solo colui che crea l’opera, ma è anche il direttore, l’allestitore, il cassiere, il critico, lo sponsor, il fotografo, il curatore e il custode del luogo dove decide di esporla. Negli anni ’80 era spesso alla Galleria Sciarra, poi a piazza Augusto Imperatore, quando ancora l’Ara Pacis era un triste cubo abbandonato sulla strada tra il Pantheon e piazza del Popolo.
 

Fausto Delle Chiaie

È altrettanto interessante che Umberto Croppi possa affermare: “Se durante il mio mandato da assessore fossi riuscito soltanto a fare questo, mi riterrei comunque soddisfatto”, per esaltare la mondezza che diventa arte e non dell’arte che è veramente mondezza. Facile battuta. Un’affermazione preziosa perché indirizzata a far conoscere Fausto Delle Chiaie, un sognatore di basso profilo, raramente invitato a partecipare a delle collettive e l’unica personale che ha realizzato in uno spazio chiuso risale al 2008.
 
L’assessore Croppi può rassicurarsi: non è riuscito solo a far conoscere il vero senso dell’arte urbana, ma alcune altre iniziative potevano essere evitate per un maggior impegno verso l’arte fuori dagli schemi galleristici.
 
Altri artisti lavorano a Roma senza riuscire a far sentire la propria voce. Fausto Delle Chiaie potrebbe esser solo il primo di altre felici scoperte o la finiamo qui?
 

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