Gli asset strategici italiani sono in vendita?

Per il grande pubblico è difficile seguire tutte le operazioni di acquisti e vendite di aziende italiane, o che comunque hanno sede in Italia, perché le operazioni finanziarie richiedono conoscenze specifiche.
Tuttavia i mezzi di comunicazione parlano spesso di alcune aziende, mentre molte altre operazioni rimangono relegate ai media specializzati.
Per esempio di Ilva e Alitalia sappiamo tutto. Sappiamo che si tratta di asset strategici, ma che attraversano per varie ragioni difficoltà che potrebbero essere superate con la cessione a gruppi stranieri
.Anche perché lo stato non si può sempre fare carico di appianare i debiti con i soldi dei contribuenti.
Per cui Alitalia - oggi Ita ,- da decenni in perdita era stata ceduta prima ad Ethiad e poi è stata ceduta a Lufthansa, che per il momento ne ha acquistato il 49%.
Ilva era stata ceduta a un gruppo industriale indiano che si era impegnato ad ammodernarla. Cosa che non ha fatto. E dunque l'azienda è ritornata in parte italiana. Ma i problemi dei forni a carbone, e dunque inquinanti, non sono stati risolti.
In questi mesi un gruppo bancario italiano sta cercando di acquisire il secondo gruppo bancario tedesco: Commerzbank. Per il momento sappiamo che l'Unione europea è favorevole, ma il governo tedesco no.
Inoltre un gruppo bancario italiano Bpm - in realtà controllato dai francesi - sta tentando una scalata di un gruppo bancario italiano Mediobanca. Il governo potrebbe opporsi? Forse si.
Infine un gruppo finanziario americano Kkr sta entrando in strategici italiani. È già entrato in Tim, che per debiti eccessivi si è vista costretta a vendere a Kkr la rete infrastrutturale, fonte di guadagno e di controllo del sistema. Ma l'esposizione debitoria di Tim era di ventidue miliardi. E adesso si è ridotta a sette.
Il governo opporsi? Probabilmente si, ma quando si tratta di sanare debiti eccessivi non è facile.
Sempre Kkr ha inoltre acquistato quote in una partecipata Eni. Si tratta di Enilive, azienda nata da un paio di anni, scorporata dal gruppo Eni, che controlla i distributori di benzina e dovrebbe incrementare la transizione energetica.
Sono queste le operazioni che rendono la nostra Premier ben accolta in America? Può darsi. A lungo si è parlato di un presunto accordo con Elon Musk per usare all'estero Starlink. E invece l'accordo non c'è:stato.
A noi sembra piuttosto che la Premier è benvenuta perché appoggia in sede europea la linea americana in Ucraina e in Mediooriente. E l'Ucraina agli americani è costata quasi centocinquanta miliardi, da cui Trump vorrebbe rientrare.
E negli Stati Uniti noi abbiamo mai acquisito grandi aziende? Nell'era Marchionne Elkann ottenne praticamente gratis Chrysler, il terzo gruppo automobilistico americano, che stava per chiudere i battenti e licenziare decine di migliaia di dipendenti. Marchionne lo acquisì riuscendo a riportarlo in attivo e a salvare i posti di lavoro.
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