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Gli affari della famiglia Cesaro

Sebbene le sue interviste e il suo modo di porsi al pubblico, impacciato e sgrammaticato, abbiano suscitato amara ilarità, Luigi Cesaro fa parte di una delle famiglie imprenditoriali più potenti della Campania. Il Gruppo Cesaro è impegnato in molteplici attività, specie nel settore dell'edilizia e dello sport, e produce fatturati milionari.

Luigi Cesaro, secondo alcune fonti giornalistiche, sarebbe sotto indagine della magistratura. Agli atti ci sarebbero le accuse di alcuni pentiti, in particolare Gaetano Vassallo e Luigi Guida, che lo vedrebbero contiguo al cartello camorristico dei Casalesi, addirittura come referente politico della fazione dei Bidognetti. Accuse gravi che, in verità, già circolavano da qualche tempo come aveva riportato tre anni fa il settimanale L'espresso.

Cesaro non è nuovo a questo tipo di inchieste: già nel 1984 ebbe occasione di conoscere le patrie galere quando venne arrestato per collusioni con la NCO di Raffaele Cutolo: dapprima fu condannato in Tribunale a 5 anni di reclusione, in seguito venne assolto sia in Appello che in Cassazione, nella cui relazione finale tuttavia i magistrati stigmatizzavano la contiguità dei rapporti tra Cesaro e gli esponenti della Nuova Camorra Organizzata (ammessi dallo stesso durante il processo a suo carico). Si rese latitante nel 1988 quando, da assessore al bilancio di Sant'Antimo, venne coinvolto in una nuova inchiesta su un giro di truffe effettuato da alcuni amministratori locali in accordo coi clan; nel 1991 il Comune venne sciolto per infiltrazione camorristica quando ne era lui stesso consigliere insieme ai fratelli Aniello e Raffaele. Gli stessi carabinieri, nello stesso anno, constateranno le sue pericolose frequentazioni con “pregiudicati di spicco della malavita organizzata operante a Sant'Antimo e dintorni”.

Insomma Cesaro si presentò alle elezioni provinciali del 2009 con un curriculum di tutto rispetto. Il passato non è mai stato un problema per la sua carriera politica: per ben due volte è riuscito a farsi eleggere consigliere provinciale, per tre volte deputato (compresa la Legislatura attuale) e perfino europarlamentare, per poi approdare, come già detto, allo scranno di presidente della giunta provinciale. Da cosa deriva tutto questo successo politico?

Come già avevo raccontato in alcuni articoli precedenti, in Campania esistono poche grandi famiglie imprenditoriali in grado di imporre la propria volontà al territorio, sfruttando la pochezza della sua classe dirigente e il perenne stato di bisogno in cui la popolazione è ridotta. Grazie a questi elementi è possibile monopolizzare ampie forme di economia e controllare il tessuto sociale.

Aniello CesaroPartiamo da un luogo simbolo del potere della famiglia Cesaro in Campania, e di cui si è molto discusso in questi giorni in merito alle indagini che coinvolgono l'onorevole Gigino. L'area Texas di Aversa era una delle poche aree industriali del Sud Italia: finanziata in gran parte con i soldi della Cassa del Mezzogiorno, chiuse i battenti nel 1999. Al fine di evitare il licenziamento coatto dei 370 lavoratori, si predispose un piano per la riconversione produttiva dell'area e lo stabilimento venne ceduto alla bolognese Yorik srl, di proprietà dell'ex deputato forzista Ilario Floresta, che avrebbe dovuto effettuarla. Ma la Yorik venne rilevata da Aniello Cesaro, fratello di Luigi, e la destinazione d'uso dell'area cambiò radicalmente. I 370 lavoratori, così, persero il lavoro.

Si susseguirono diversi progetti per la costruzione di parcheggi e case da parte dei Cesaro, contestati dalle associazioni cittadine che invece volevano la riqualificazione promessa fin dal 1999. I progetti subirono vari blocchi e non se ne fece più niente. Ad oggi, però, sembra che il destino dell'area sia legato all'ennesimo disegno imprenditoriale di natura speculativa. La vicenda è questa: la Regione Campania, nel 2010, approvò il progetto presentato dalla Nuova Immobiliare Srl, società proprietaria dei terreni dell'area Texas e facente capo ai fratelli Cesaro. All'interno del piano era prevista la costruzione di ben 140 unità immobiliari su un'area di 60mila mq, collegata alla vicina stazione centrale ferroviaria. Il sindaco Domenico Ciaramella, in quota Pdl, respinse il piano riconfermando il suo “no” ad ogni forma di speculazione edilizia. Il Consiglio comunale di Aversa emise così due delibere (l'ultima qualche mese fa) che impedivano la costruzione delle case, ribadendo la destinazione dell'area al verde pubblico e a progetti di riqualificazione. Ma la pressione della Regione Campania, esercitata per mezzo di una Conferenza dei Servizi istituita due mesi fa con l'obiettivo di far passare il piano immobiliare dei Cesaro, sembrò essersi imposta sulle decisioni del Consiglio: l'assessore all'urbanistica Mattiello infatti firmò la relazione prodotta dalla Conferenza, dando in pratica via libera al progetto sebbene lo stesso avesse negato categoricamente, fino a pochi giorni prima, che sarebbe stato costruito alcunché nella ex area industriale Texas. Il sindaco Ciaramella indisse una riunione con tutte le forze politiche per discutere del piano immobiliare presentato dai Cesaro quando, con le precedenti delibere del Consiglio, si era invece chiuso il capitolo dell'annosa vicenda (gli amministratori sostengono che la Regione abbia avviato un iter procedurale, su richiesta dei Cesaro, a cui non è stato possibile sottrarsi nonostante il parere negativo del Consiglio). Sembra così che i Cesaro l'abbiano spuntata e quell'area, a discapito delle promesse decennali di riqualificazione urbana, probabilmente sarà interessata dall'edilizia residenziale e commerciale (salvo colpi di scena). E proprio su quest'area Texas si concentrano alcune dichiarazioni dei pentiti, in particolar modo dell'imprenditore dei rifiuti Gaetano Vassallo che nel 2008, quando pendeva un'analoga possibilità di speculazione edilizia sull'area, dichiarò:

Mi spiegarono che Luigi Cesaro doveva iniziare i lavori presso la Texas di Aversa e che in quell'occasione si era quantificata la mazzetta che il Cesaro doveva pagare al clan.[...] “

Da sempre nel ramo dell'edilizia, gli affari della famiglia Cesaro si concentrano nel “Gruppo Cesaro”, la holding di famiglia presieduta dall'architetto Aniello Cesaro con un passato da consigliere comunale di Sant'Antimo all'epoca del suo scioglimento per infiltrazione camorristica nel 1991, in cui fu coinvolto in prima persona insieme ai fratelli.

Cesaro ResortIl gruppo è impegnato, oltre al settore edilizio, anche a quello della sanità e dello sport, e i suoi investimenti superano i confini campani e raggiungono il Nord Italia. E' tuttavia qui in Campania che sono concentrati gli affari più redditizi. Il gruppo gestisce una serie di centri sportivi, due ristoranti, un hotel a cinque stelle e uno dei pochi centri Igea dell'hinterland partenopeo, oltre alle diverse commesse ottenute in giro per le province di Napoli e Caserta e a consolidati rapporti commerciali con altri gruppi imprenditoriali, in primis Costa Crociere.

Gli impianti sportivi hanno spesso ospitato il ritiro di varie formazioni calcistiche di serie A, come il Parma e il Milan.

Insomma, ottimi affari.

Un potere, dunque, saldamente legato all'economia e alla politica, che ovviamente permette di poter esercitare più facilmente pressioni laddove ci siano interessi contrastanti con le reali esigenze della popolazione. Il binomio economia-politica si ripropone per l'ennesima volta... a qualcuno viene in mente quella cosa strana e lontana nel tempo, denominata conflitto d'interessi? Gli affari dei fratelli Cesaro, con tutte le loro ombre, strettamente connessi alla politica, possono rientrare in questa accezione?

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