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 Home page > Attualità > Politica > Giudici: Grumi Eversivi

Giudici: Grumi Eversivi

In questo paese i giudici sono tutti di sinistra, ovviamente solo quelli che indagano su Berlusconi, e gli ITALIANI? Abboccano!

Siamo all’ennesimo attacco verso i giudici, dopo quello della settimana scorsa all’assemblea di Confindunstria "applauditissimo", tocca all’associazione Confesercenti ma, a differenza di Confindustria qualche timido fischio è arrivato associato ad un clima gelido privo di applausi, e chissà perchè.

Vorrei chiedere al nostro Re Silvio se l’ultima intervista del Grande Paolo Borsellino dove si parla dei rapporti fra Mangano, Dell’Utri e Berlusconi fosse andata in onda oggi e il Grande Magistrato Paolo Borsellino fosse ancora vivo (magari), ecco, le chiederei se si sarebbe permesso di chiamare il Grande Paolo Borsellino GRUMO EVERSIVO, e se l’avrebbe anche titolato di giudice politicizzato dalla sinistra estrema, e si badi bene che chi conosce la Storia e la vita di Paolo Borsellino conosce altrettanto bene che era tutt’altro che di sinistra anzi, conoscenti del magistrato hanno più di una volta espresso senza remore la sua vicinanza ideologica verso la destra, ma quel che è certo, è che era un magistrato che svolgeva il suo lavoro con estrema trasparenza e onestà e sopratutto senza COMPROMESSI.

Concludo:

Italiani andate a votare, non mollate, ci sono ITALIANI che sono morti per permetterci il libero voto, fate in modo che questo libero voto almeno in Europa lo sia e ne diventi una libertà per tutti.

Avanti Popolo!

di seugito pubblico i processi terminati e non a carico di Re Silvio, ovviamente non è aggiornatissimo vista la mole dei presunti reati ma può già bastare,

giudicate VOI:

I reati prima della sua discesa in campo:

* 1983 traffico di droga (poi archiviato)
* 1989 imputato per falsa testimonianza sulla P2 (colpevole, ma salvo grazie all’amnistia del 1990).
* 1992-93 vari manager del suo gruppo erano sott’inchiesta per i fondi neri di Publitalia e del Milan, tangenti a Dc, Psi e Cariplo.

I processi in corso:

* Corruzione Saccà
* Corruzione senatori
* Fondi neri Mediaset
* Telecinco in Spagna.

Tra i processi già conclusi ricordiamo:

* 6 per mafia e riciclaggio
* 2 per le stragi mafiose del 1992-’93
* Fondi neri Medusa e le tangenti alla Finanza
* Caso Sme-Ariosto/1
* All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi)
* All Iberian/2
* Sme-Ariosto/2


* Falso in bilancio sui terreni di Macherio
* Caso Lentini
* Bilanci Fininvest 1988-’92
* 1500 miliardi di fondi neri nel consolidato Fininvest, Mondadori (corruzione giudiziaria del giudice Metta tramite Previti, entrambi condannati).
* ’Processo Mills’. Concorso in corruzione dietro pagamento di 600 mila dollari all’avvocato David Mills

Il gip bresciano Carlo Bianchetti, nel 2001, dichiarava: ’...è probabile che sia sceso in campo per salvarsi dalle inchieste già aperte sul suo gruppo, prevedendo che sarebbero giunte fino a lui’.

Riguardo ai processi già conclusi si precisa che le assoluzioni nel merito sono solo 3
:

* 2 con formula dubitativa (comma 2 art.530) per i fondi neri Medusa e le tangenti alla Finanza (“insufficienza probatoria”)
* 1 con formula piena per il caso Sme-Ariosto/1
* 2 assoluzioni (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) recano la formula “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: l’imputato se l’è depenalizzato (falso in bilancio).
* 2 amnistie per la falsa testimonianza sulla P2 e un falso in bilancio sui terreni di Macherio;
* 5 prescrizioni, grazie alle attenuanti generiche, che si concedono ai colpevoli, non agli innocenti: All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi), caso Lentini (falso in bilancio con prescrizione dimezzata dalla riforma Berlusconi), bilanci Fininvest 1988-’92 (idem come sopra), 1500 miliardi di fondi neri nel consolidato Fininvest (come sopra), Mondadori (corruzione giudiziaria del giudice Metta tramite Previti, entrambi condannati).

fonte: MICROMEGA del 2 ottobre 2008

E INOLTRE... (Pillole di memoria)

* Alla fine degli anni ’70, Dell’Utri organizzava un incontro a Milano tra Berlusconi e i mafiosi Stefano Bontade e Mimmo Teresi, per stipulare accordi imprenditoriali e per far accrescere il potere della mafia al nord.

* Berlusconi e Dell’Utri incontrarono Totò Riina per organizzare la morte dei Giudici Falcone e Borsellino.

* Forza Italia nacque per venire incontro alle esigenze di Cosa Nostra e, nel contempo, per salvare Berlusconi dalla galera.

* «Il presente procedimento è stato avviato sulla base delle risultanze investigative emerse in altre indagini contro ignoti relative agli attentati nei quali sono stati uccisi i magistrati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e i rispettivi uomini delle loro scorte. In particolare in data 22/7/1998, il Procuratore della Repubblica di Caltanissetta disponeva con articolato provvedimento l’iscrizione nel registro degli indagati di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri in base ad una serie di risultanze che delineavano una notizia di reato a loro carico, quali mandanti delle stragi di Capaci e di via D’Amelio».

Un Paese civile non può ammettere che un simile personaggio possa amministrare la cosa pubblica.

In un Paese civile queste persone dovrebbero marcire in galera!

Berlusconi ha consegnato l’Italia alla mafia.

La mafia ha poi consegnato Berlusconi all’Italia.

L’Italia e gli italiani attendono che Berlusconi venga consegnato alle patrie galere!

fonte italianimbecilli.blogspot.com/

Commenti all'articolo

  • Di Luca (---.---.---.135) 29 maggio 2009 09:46

    citare le fonti è il minimo per un’attività di giornalismo (ceh quindi si può verificare), sparare così nel mucchio assomiglia di più alla propaganda (e in questo non dissimile dall’altra "campana").
    Dove hai trovato che "Berlusconi e Dell’Utri incontrarono Totò Riina per organizzare la morte dei Giudici Falcone e Borsellino."? Mi risulta che l’indagine di cui poi riporti lo stralcio sia stata archiviata. Non sono riuscito a trovare nulla in rete di questo ma mi piacerebbe approfondire.

    • Di Alfredo Coppola (---.---.---.48) 29 maggio 2009 10:11

      Rispondo io per l’amico Dario,

      riporto una risposta del Grande Salvatore Borsellino ad una domanda simile tratta dal suo sito 19luglio1992.com

      Inoltre ti consiglio di andarti a leggere la sentenza di assoluzione.....PRIMA DI PARLARE CARO LUCA.

      "Ritengo che una delle fonti più attendibili per quello che mi chiedi sia il
      libro "Colletti sporchi" di Ferruccio Pinotti e di Luca Tescaroli, il
      magistrato che si occupo dell’inchiesta sui "Mandanti occulti", cioe
      Alfa e Beta, cioè Berlusconi e Dell’Utri. E’ vero che l’inchiesta fu ad un
      certo punto archiviata per decorrenza dei termini, ma aparte il fatto che
      Tescaroli si rifiutò di firmare l’archiviazione che fu quind firmata dal suo
      capo, Tinebra, nelle motivazioni dell’archiviazione si legge che i sopsetti si
      erano rivelati fondati ma che non c’era stato tempo sufficiente per arrivare a
      conclusioni definitive. Ora, con il Lodo Alfano e l’impunità accordata almeno
      ad Alfa, il processo risulterebbe addirittura impossibile."


    • Di ANONIMO (---.---.---.48) 29 maggio 2009 10:23

      1974, Milano. Dal libro “Fratelli d’Italia” di Ferruccio Pinotti. Dalle dichiarazioni di Francesco Di Carlo, ex boss collaboratore di giustizia. Stando agli atti del processo Dell’Utri, nel 1974 Silvio Berlusconi ebbe contatti proprio con Stefano Bontate e con altri esponenti di Cosa Nostra: l’incontro sarebbe avvenuto a causa delle minacce di rapimento di cui Silvio Berlusconi e la sua famiglia erano oggetto. Scrivono i magistrati: “Di Carlo riferisce di aver partecipato personalmente ad un incontro a Milano, in Foro Bonaparte, sede della Edilnord di Berlusconi. Incontro cui parteciparono anche Stefano Bontate, Mimmo Teresi, Marcello Dell’Utri e Gaetano Cinà. Di Carlo: Siamo entrati e a venirci incontro è stato proprio Marcello Dell’Utri, che io conoscevo. E’ una persona bassina. Ci ha salutati, una stretta di mano, con Tanino (Cinà, ex medico di Totò Riina, condannato a nove anni assieme a Dell’Utri per mafia) si è baciato, con gli altri si, con me no. Tra di loro si davano del tu. Siamo entrati in una grande stanza e c’era una scrivania. C’era qualche divano per sedersi, delle sedie. Ci siamo seduti là. Dopo un quarto d’ora è spuntato questo signore sui 30 anni, 30 e rotti anni, e ci hanno presentato il dottore Berlusconi…”. Pm: “Ricorda chi faceva le presentazioni?”. Di Carlo: “Dell’Utri, ma Berlusconi conosceva già Gaetano Cinà”. […] Dell’Utri era con un vestito blu, giacca e cravatta. Il dottore Berlusconi non era quello di adesso, senza capelli. Aveva i capelli, era un castano chiaro, aveva una camicia sotto e un maglioncino a girocollo e un jeans, un pantalone sportivo comunque. Abbiamo scherzato di questo con Bontate e Teresi dopo. Ovvero il fatto che abbiamo passato un’ora a prepararci, come le donne quando si truccano, e quello è venuto in jeans e maglioncino” . Dopo i convenevoli, si passa al tema dell’incontro. Racconta Di Carlo: “Sono andati nel discorso della garanzia perché Berlusconi era preoccupato. […] Stefano Bontate gli fece raccontare la situazione. Lui disse che aveva dei bambini, dei familiari, che non stava tranquillo, che avrebbe voluto una garanzia. Berlusconi disse: “Marcello mi ha detto che lei è una persona che può garantirmi questo ed altro”. Allora Stefano, modesto, rispose: “No, io sa… però lei può stare tranquillo, se lo dico io può stare tranquillo. Lei avrà persone molto vicine, che qualsiasi cosa chiede sarà fatta. Poi ha Marcello qua vicino e per qualsiasi cosa si rivolga a lui”. Disse che oltre a Marcello gli mandava qualcuno, una persona molto vicina a loro. Disse: “In ogni caso Marcello può garantire perché è una persona molto vicina a noialtri”. Pm: “Poi avete discusso della persona fidata da mandare a Berlusconi?”. Di Carlo “Non mi ricordo se già c’era andato Mangano. Quando ne parlammo Teresi disse: “Ma c’è già Vittorio, perché questo Vittorio è amico di Dell’Utri. Per quello che deve fare va bene Mangano, perché in Cosa Nostra non è la presenza che conta, c’è Cosa Nostra che protegge, basta che si sappia che uno è protetto da Cosa Nostra e può stare tranquillo”. Poi Bontate chiede a Berlusconi il motivo per il quale non venga ad investire in Sicilia, e il futuro premier risponde: “Ma come, con i meridionali e i siciliani (in quegli anni a Milano erano siciliani e calabresi protagonisti dei sequestri) ho problemi e debbo venire là?”. Di Carlo conclude: “Berlusconi alla fine ci ha detto che era pure a disposizione per qualsiasi cosa. E “a disposizione” non so se per i milanesi abbia un senso differente che per i siciliani – perché noialtri, quando ci dicono “a disposizione”, in Cosa Nostra, si deve essere disponibili a tutto”.

    • Di Alpino (---.---.---.48) 29 maggio 2009 10:36

      Questa è la ricostruzione fatta dai magistrati Di Matteo e Tescaroli per la strage di Capaci. Poi ognuno trae le sue conclusioni...tratto dal sito http://www.falconeborsellino.net/fr-alfaebeta.htm

      I CONTATTI TRA SALVATORE RIINA E GLI ON.LI DELL’UTRI E BERLUSCONI.
      Il 21 giugno del 1999, ancor prima della deposizione di Salvatore Cancemi nel¬l’ambito del procedimento c.d. Via D’Amelio ter, Brusca a-veva riferito di essere a conoscenza del fatto che alcuni imprenditori mila-nesi pagavano, a titolo di estor¬sione o di contributo, una somma di denaro ad appartenenti all’organizzazione. In particolare, l’on. Berlusconi “man-dava qualche cosa giù come regalo, come contri¬buto, come estorsione” a suo cugino Ignazio Pullarà. Quest’ultimo inviava Peppuccio Contorno (omonimo del collaborante) e tale Zanga, a ritirare il denaro negli anni 1981, 82, 83. Ha aggiunto che anche i gestori dell’ippodromo di San Siro versavano del denaro per pagare il “pizzo”.
      Segnatamente ha riferito: “e l’ultima volta e precisamente giorno 21 di questo mese, prima ancora che parlasse Cancemi, perché io ancora Cancemi non l’avevo ascol¬tato, gli ho detto che sapevo di alcune... alcu-ni... alcuni imprenditori milanesi paga¬vano - come si suol dire - il pizzo o era contributo e c’era sia il Berlusconi che mandava qualche cosa giù co-me regalo, come contributo, come estorsione ma c’era pure anche l’ippodromo di San Siro, l’ippodromo di San Siro che pagava pure que¬sto pizzo. Quello di San Siro so che pagavano 10 milioni al mese e che si di-vide¬vano i Fidanzati, gli Enea e... i Martello e qualche altro; il Berlusconi mandava questo contributo, addirittura a mio cugino Ignazio Pullarà man-dava Peppuccio Contorno, omonimo di Salvatore Contorno, un certo Zan-ca a ritirare questi soldi, però quando ritiravano non glielo so dire. Questo però, questo periodo nell’81, ’82, ‘83. Questo piccolo particolare, siccome pensavano che io non volessi dire niente, avevo l’ultimo - come si suol di-re – l’ultimo sassolino nella scarpa e gliel’ho detto in maniera che mi puli-vo di tutto quello che sapevo” (pagg. 185 -186, ud. del 2 luglio 1999).
      Ed ancora, Brusca ha narrato che Vittorio Mangano era stato desi-gnato quale sosti¬tuto del capomandamento di Porta Nuova, dopo l’inizio della collaborazione di Salvatore Cancemi, su sua insistenza e di Leoluca Bagarella, anche perché poteva assicurare contatti politici. I tentativi in tal senso, effettuati per agganciare, suo tramite, questi nuovi interlocutori, al-la fine si erano, tuttavia, arenati (pagg. 201-202, ud. del 1° luglio 1999).
      Brusca ha, poi, precisato di non aver sentito parlare di un coinvol-gimento degli Onorevoli Dell’Utri e Berlusconi nella strage di Capaci.
      Al riguardo ha riferito che, tra la fine del 1993 e gli inizi del 1994, aveva chiesto a Leoluca Bagarella se vi erano stati dei contatti, ricevendo-ne risposta negativa. Nel frattempo, aveva letto sull’Espresso un articolo che conteneva un attacco a Silvio Berlusconi, che aveva già iniziato l’attività politica. L’on. Berlusconi, in particolare, veniva indicato come amico di Vittorio Mangano, che gli aveva confermato la cir¬costanza. Per-tanto, d’intesa con Leoluca Bagarella, aveva inviato Mangano dall’on. Berlusconi, al fine di indurlo ad intervenire sul trattamento carcerario e per tutta una serie di benefici per gli affiliati a Cosa Nostra.
      Mangano avrebbe dovuto riferire che, se le richieste non fossero state accolte, si sa¬rebbe proseguito nelle stragi. Al riguardo, veniva utiliz-zata la “scusa” che le stragi del Nord erano opera dei Servizi Segreti con la quiescenza dei precedenti governi. In seno all’organizzazione, quest’ultimo convincimento derivava dalla telefonata al¬l’ANSA effettuata da Santo Mazzei dopo aver collocato il proiettile di artiglieria nel giardino dei Boboli a Firenze, con la quale si avvertiva che se non avessero tolto il 41 bis “o qualche altra cosa” si sarebbe proseguito nelle stragi (pagg. 179-186, ud. del 2 luglio 1999).
      Anche Cancemi, opportunamente consultato in sede di gravame sul tema dei c.d. mandanti occulti, sul quale lo stesso aveva già reso dichiarazioni, in fase di indagini preliminari, nell’interrogatorio reso in data 18 febbraio 1994 alla Procura della Re-pubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, ha riferito dei contatti tra Salvatore Riina e gli onorevoli Dell’Utri e Berlusconi, nonché del ruolo di Vittorio Mangano, volto ad assicurare dei contatti politici per il perseguimento delle finalità che Cosa Nostra intendeva coltivare in quel dato momento storico.
      Il dichiarante ha anche precisato che Salvatore Riina, nel corso della riunione di giugno tenutasi presso l’abitazione di Girolamo Guddo, aveva mostrato una “certa premura, una certa urgenza” per l’esecuzione della strage di Via Mariano D’Amelio e che era sicuro delle sue scelte perché aveva la copertura di “persone importanti….. U zù Totuccio si incontrò con persone importanti….. Poi io, più avanti,….l’ho sapu-to da Totò Riina e parlava di Dell’Utri e Berlusconi.”.
      Tuttavia tali dichiarazioni non spiegano alcuna refluenza sul giudizio in corso, in quanto afferiscono a soggetti per i quali non è mai stata esercitata azione penale e che allo stato appaiono del tutto estranei alle tematiche del processo in corso. Valu-terà la pubblica accusa se utilizzare o meno tali dichiarazioni dalle quali, prima fa-cie, si evince come Cosa Nostra non fosse insensibile ai mutamenti del quadro poli-tico-istituzionale che in quel tempo si andavano maturando e cercasse di tessere dei rapporti privilegiati al fine di poterli sfruttare al meglio per ottenere quei benefici oggetto del c.d. papello presentato da Salvatore Riina ai suoi interlocutori durante il periodo in cui Cosa Nostra coltivò una strategia di attacco nei riguardi dello Stato: “fare la guerra per poi fare la pace”.
      Va in ogni caso rilevato che le dichiarazioni rese da Salvatore Cancemi si sono sal-date con quelle provenienti da Giovanni Brusca.
      Tra le due ricostruzioni offerte dai collaboranti vi è una sostanziale convergenza. Difatti, entrambi hanno collocato la riunione tra le due stragi di Capaci e di Via M. D’Amelio; hanno indicato in Riina, Ganci e Biondino i partecipanti; hanno narrato del brindisi per la riuscita della strage di Capaci, nonché delle azioni criminali anco-ra da attuare; hanno riferito del fallito attentato dell’Addaura.
      Tuttavia, va rilevato che solo Cancemi ha narrato le ragioni per cui vi fu un’accelerazione per la strage di Via D’Amelio, ricollegandola alle intese con i citati personaggi importanti, ma la sua sola propalazione non riscontrata sul punto da Bru-sca non può assumere allo stato alcuna valenza probatoria, ancorché sulle restanti parti le narrazioni dei collaboranti si sono integrate vicendevolment

  • Di GF (---.---.---.100) 29 maggio 2009 12:49

    Ragazzi siete fantastici!!!!!!!

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