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Giro d’Italia: 15a tappa al’insegna del grande caldo

Da Forlì a Faenza i km, sono soltanto 15 nella realta, mentre per una logica variante del giro diventano 161. Un Percorso con 4 gran premi della montagna di seconda e terza categoria, La discesa del Trebbio, decide la 15esima tappa nella quale la spunta il giovane Bertagnolli. Il russo Menchov consolida la posizione in classifica generale....

Una Forlì afosa, quella di ieri già dalle prime ore del mattino, si appresta a dare il via alla quindicesima tappa del Giro che porterà a Faenza i corridori. Forlì dista da Faenza appena 15 Km. Paradossalmente il "Giro" ha le sue regole e nella città manfreda i "girini" arriveranno dopo avere percorso ben 161 Km e dopo avere superato storiche vallate come quella dell’Acquacheta, per dirottare poi verso quella la Toscana, ancora romagnola di Marradi (FI). Qui si entra nel parco delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e Campigna. Si sale infatti verso verso il valico del Peschiera, dove è situato il primo gran premio della montagna. Si costeggia sulla sinistra il Monte Lavane che con i suoi 1241 metri, serve a mitigare le alte temperature di questi ultimi giorni e da qui si entra in provincia di Firenze e già si sente che il dialetto romagnolo comincia a miscelarsi col vernacolo fiorentino.

Al ritrovo di partenza, avvenuto all’ombra della storica abbazia di San Mercuriale, abbiamo visto persone di ogni età accalcarsi davanti alle transenne, per poter ammirare i propri idoli delle due ruote. "Un evento importante vedere la partenza dalla nostra città di tutto questo insieme di colori, dove predomina il rosa; una manifestazione questa, che fa felici soprattutto i miei bimbi", ci dice la signora Alessandra, incontrata all’angolo di via delle Torri, accanto ad un tavolo elettorale di una delle liste civiche.

Una Forlì mista tra lo sport e la politica, lo dimostrano i palloncini bianchi e rossi sparsi un po’ ovunque e che invitano a votare per il candidato sindaco tal dei tali. Forlì è anche città di badanti, in prevalenza polacche

Una per tutte Sonja Gloker di Katowice, accetta un breve scambio di parole: "da noi in Polonia, il vostro giro è molto seguito, già il caso Pantani a suo tempo interessò gli sportivi del mio Paese, un caso umano insomma. Da noi i ciclisti professionisti non sono parecchi come in Italia, perchè poco pagati..e forse per questo non sono in tanti". Un grazie alla bionda e 45enne Sonja, che mi fa notare di essere laureata in scienze botaniche, mentre invece "la mia realtà attuale, è ben diversa qua da voi".

Piazza Saffi si riempie sempre più e dall’interno della grande transenna ovale, si vedono biciclete accatastate un po’ ovunque.

"Volevo andare sulle colline cesenati a vedere la Nove Colli", chiosa il pensionato Giorgio Saragoni in perfetta tenuta da ciclista, con una maglietta un po’ demodè, con su scritto Salvarani.

Alle 11.30 in piazza è un caldo boja mentre mancano alla partenza due ore scarse; nel frattempo una signora con abiti da Azdora, ci offre ciliege ben mature, da un cesto di vimini, che è fisso sul portapacchi di una storica bicicletta Dei.



La signora Tina, questo il suo nome, afferma di venire dalle prime colline attorno a Castrocaro e Terra del Sole.

Un applauso scuote la piazza, mentre Marino Bartoletti la attraversa per recarsi allo stand di Rai Sport, tutti vogliono un autografo, un saluto, qualcosa insomma che li renda più partecipi a questa grande kermesse sportiva.

La temperatura alle 11.30 è attorno ai 34 gradi, ci rechiamo allo stand delle Politiche Agricole e Forestali, dove viene servito un ottimo piatto unico, consistente in uno stufatino di patate e mortadella a cubetti. Accanto a me, il collega Scarbozza, giunto dal vicino stand Rai, mi fa notare "l’eccellente goulash italo-romagnolo, che la Forestale ci offre".

Passiamo allo stand della Skoda, che fornisce tutte le vetture della corsa, "Forlì è una città meravigliosa che ci ha accolti in modo amorevole, per cui non vedo l’ora di poterci tornare": parola di Samantha una bella promoter dalla pelle olivastra.
Anche Matteo, suo collega, afferma che "la gente qui è fantastica ed educata, ci ha trattato bene, caldo a parte, e spero di tornare presto con un saltino anche nella vostra riviera".

Lasciamo il quartiere di tappa attorno alle 12 e ci inoltriamo lungo la statale 67, per fermarci qualche minuto a Portico di Romagna. Qui gli organizatori locali hanno fatto le cose alla grande per tutta la carovana: dalla banda musicale, diretta dal maestro Mario Chiadini, pronta a suonare allegre marcette indigene, mentre la proloco offre piadina, pasticcini, ciambella, pizzette a tutti quanti se ne vogliono servire, il tutto annaffiato da the ed aperitivi analcolici. L’acqua in caraffa, che quassù è veramente buona, è la più gettonata.

Terminiamo questa carrellata di colore con una testimonianza dell’ultraottantenne Livio Stellini di SanBenedetto in Alpe "Di giri ne ho visti passare tanti da quassù, ricordo perfettamente i ciclisti di allora transitare con le ruote piene, le camere ad aria allora non esistevano in quanto la maggior parte delle strade statali non erano asfaltate, ma piene di ciottoli e proprio la nostra 67 venne asfaltata nel lontano 1936-37...la gente quassù abbandonava il lavoro nei boschi, per vedere transitare i corridori, seppure per pochi attimi".

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