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 Home page > Attualità > Ambiente > Giornata mondiale dell’acqua: 22 marzo

Giornata mondiale dell’acqua: 22 marzo

Acqua e pace sono strettamente correlate. In realtà, considerando che l'acqua è così cruciale per la vita, per ogni aspetto della nostra vita, ci sono stati molti più casi di cooperazione sull'acqua rispetto ai conflitti".

Lo ha detto Sonja Koeppel, Segretario della Convenzione sull'acqua delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua che si celebra il 22 marzo per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza delle risorse idriche del pianeta.

."La Convenzione sull'acqua - ha spiegato - svolge un ruolo cruciale e lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite sta, di fatto invitando, i Paesi ad aderire alla Convenzione sull'acqua perché, come ho già detto, ha contribuito a ridurre le tensioni, a prevenire i conflitti, per affrontare situazioni specifiche di sfide. Negli ultimi anni, ci sono stati crescenti conflitti, non solo a livello interstatale, ma anche a livello più locale tra le comunità, tra pastori e agricoltori, e spesso è davvero legato alla situazione di scarsità d'acqua o siccità"."Globalmente più del 60% di tutte le risorse d'acqua dolce sono effettivamente condivise da due o più Paesi. Ciò include grandi fiumi come il Reno, il Danubio, il Mekong, il Nilo, l'Amazzonia o altri e la cooperazione su quelle acque è cruciale per la pace, per lo sviluppo per l'azione sul clima, per lo sviluppo - ha concluso - tuttavia, è complicato per i Paesi cooperare soprattutto in situazioni di scarsità d'acqua o inondazioni o in caso d'inquinamento.

In particolare possiamo ricordare le tensioni fra Egitto, Sudan ed Etiopia a proposito della gestione delle acque del Nilo. L'Etiopia ha di recente ultimato la costruzione di una enorme diga sul fiume Nilo che le permetterà di fornire energia elettrica a gran parte del paese e fornire acqua a tanti territori che ne sono sprovvisti. Tuttavia il riempimento della diga ha tolto afflusso di acqua agli altri due paesi,

In Italia si lamenta soprattutto una dispersione delle condutture di acqua spesso obsolete dove si disperde il 40% dell'acqua. In realtà il nostro paese ha ottocento fiumi che dalle montagne si riversano nel mar Mediterraneo. Inoltre vi sono altre centinaia di corsi d'acqua a regime torrentizio. Si tratta di corsi d'acqua che non sono condivisi con altri stati.

Oltre ai fiumi abbiamo anche molti laghi in particolare nel nord Italia: basta ricordare il lago Maggiore, quello di Como, quello del Garda, quello di Lugano, che condividiamo con la Svizzera. Rappresentano enormi riserve di acqua.

Con il tempo si sono realizzate circa cinquecento grandi dighe che permettono di regolare il corso dei fiumi accumulando acqua nei momenti di piogge e usandola nei momenti di siccità, grazie alla creazione di laghi artificiali di grande portata.

Oltre alle grandi dighe ci sono anche molti invasi artificiali affianco al corso dei fiumi dove le acque vengono deviate in periodi di piena e usate in momenti di magra.

Infine bisogna ricordare che abbiamo una legislazione che affida solo a municipalizzate pubbliche l'uso degli acquedotti che portano l'acqua nelle nostre case.

Le notizie di cronaca dimodtrano che nonostante i grandi lavori effettuati i nubifragi che si riversano su alcune aree portano ancora inondazioni.

Per quanto riguarda le tubature si provvede alle riparazioni quando si presentano i problemi, ma andrebbero rifatte, operazione molto costosa.

Bisogna poi ricordare il ciclo dell'acqua. Tutti i paesi dipendono dalla frequenza delle pioggie, che non possono essere create artificialmente. Il continennte europeo gode soprattutto in autunno e primavera di cadute frequenti che consentono una buona agricoltura e un buon accumulo dell'acqua e raramente si hanno carenze.

I cambiamenti climatici potrebbero creare mutamenti anche in ntal senso. Anche se per un paese come il nostro dovrebbero crescere le precipitazioni, almeno a livello teorico.

Infatti il ciclo dell'acqua segue l'evaporazione dell'acqua dai mari, la formazione di nuvole, i venti che le spostano, le condizioni particolari che ne determinano la ritrasformazione dallo stato gassoso a quello liquido e quindi della pioggia. E' difficile intervenire in fenomeni talmente complessi. Almeno in teoria il riscaldamento del Mediterraneo dovrebbe portare a un aumento dell'evaporazione delle acque e quindi un aumento della formazione delle nubi. 

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