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Gioachino Rossini: “La Cambiale di Matrimonio” a Venezia

L’Atelier della Fenice al Teatro Malibran: bella prova per professionisti e studenti. 

 

Il Teatro Malibran di Venezia ha ospitato le rappresentazioni di “La Cambiale di Matrimonio”, farsa comica per musica in un atto su libretto di Gaetano Rossi con la quale il 3 novembre 1810, ad appena 18 anni, Gioachino Rossini debutta al Teatro Giustiniani di S.Moisè a Venezia.

Un’operina dalla vèrve contagiosa che funziona come spassosa macchinetta comica e che regala poco più di un’ora di bella musica.

La trama è un po’ sempre quella: due giovani si amano, ma il padre di lei l’ha già promessa ad un ricco commerciante canadese. I giovani riusciranno a far sì che il canadese rinunci al contratto. Egli addirittura girerà ad Edoardo, il giovane innamorato, la “cambiale di matrimonio” e lo nominerà suo erede.

La produzione del Malibran va segnalata per l’adeguatezza dello stile, dei ranghi vocali e del fraseggio di tutti i cantanti (Omar Montanari: Tobia Mill; Marina Bucciarelli: Fannì, Giorgio Misseri: Edoardo Milford, Marco Filippo Romano: Slook, Armando Gabba: Norton, Rossella Locatelli: Clarina), per la direzione vivace e scrupolosa del M° Stefano Montanari che ha coinvolto cantanti e orchestra in un apprezzatissimo lavoro di équipe, e per la regia di Enzo Dara, tradizionale, spiritosa e misurata.

Dara ha ritenuto opportuno apportare due varianti all’originale: la prima, il viaggio del canadese Slook non si conclude a Londra, ma a Venezia (un omaggio alla città); la seconda, alla fine dell’opera si scopre che la giovane Fannì è in dolce attesa (ancor prima delle nozze)... di due gemelli!

Scene, costumi e luci sono affidati alla scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. La scena è fissa, con un simpatico gioco di tessuti/drappi appesi che ricordano la commedia dell’arte, mentre l’uso delle luci dà allo spettatore l’idea del variare delle situazioni e dei momenti della giornata.

Il maestro al fortepiano è Stefano Gibellato, un’istituzione del Teatro la Fenice, che accompagna i recitativi con musicale destrezza.

Cinque le recite “regolari” le altre quattro parte del progetto “Atelier della Fenice al Teatro Malibran”, una bella prova che coinvolge l’ Accademia di Belle Arti, il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello e l’Università di Cà Foscari, sostenuti dai mezzi non solo organizzativi della Fenice.

Il progetto risulta nobile e qualificante anche perché non ha carattere episodico: l’anno scorso sempre coordinato da Bepi Morassi – direttore della Produzione Artistica – abbiamo assistito a ”L’Inganno Felice” e a “L’Occasione fa il Ladro” e dopo “La Cambiale di Matrimonio” di marzo 2013 faranno seguito “La Scala di Seta” e “Il Signor Bruschino” per testimoniare la presenza del Pesarese a Venezia dal suo debutto al 1813.

Le recite affidate al progetto per gli studenti hanno visto sul podio il m° Giovanni Battista Rigon, in buca l’orchestra del Conservatorio di Venezia. Fra i cantanti da segnalare un’eccellente Giulia Bolcato, nel ruolo Fannì, giovane preparatissima, spigliata e dotata.

Uno spettacolo in cui tutto fila a dovere e dal quale si esce con una certa speranza per le nuove generazioni.

 

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