Continuano ad arrivare brutte notizie, nonostante il silenzio che si è creato su questa vicenda. Intanto c’è da dire che per motivi di sicurezza è stata chiusa la centrale Hamaoka, essendo costruita in una delle zone più sismiche del paese. La centrale è stata chiusa anche per le pressioni del Premier giapponese Naoto Kan nonostante i grossi problemi energetici che ha in questo momento il Giappone,e la messa in sicurezza potrebbe durare almeno 2 anni. A tal proposito il Presidente Akihisa Mizuno della Chubu Electric Power Co, società che gestisce la centale di Hamaoka, ha dichiarato: "Interrompendo l'attività dell'impianto di Hamaoka, generiamo grossi disagi a breve termine non solo a chi vive nella zona, ma anche a molti altri soggetti, inclusi clienti e azionisti".
Ora a parte il disastro nucleare, si preannuncia un altro grave disastro ambientale, anche questo poi non è soltanto locale o regionale ma riguarda l’intero mondo.
Ai 143 milioni di detriti e di plastica che sono presenti nei mari del mondo, bisogna aggiungere tutti quelli che sono stati trascinati in mare dallo tsunami che si è abbattuto sulle coste giapponesi.
Ora immaginiamo rifiuti e plastica presenti in 420km quadrati, nessuno sa il quantitativo, ma possiamo immaginare che sia enorme.
Ora la plastica sarà frantumata e spezzettata dalle onde, sarà mangiata dai pesci piccoli, che a loro volta saranno mangiati dai pesci grandi e alla fine entreranno nelle nostre tavole.
Questi danni attualmente nessuno è in grado di calcolarli, mentre l’Università delle Hawaii è riuscita a calcolare la direzione di questa enorme massa di detriti e rifiuti.
Ma il Giappone è anche onore, il Premier Naoto Kan ha annunciato di rinunciare al suo stipendio da Primo Ministro e ai suoi benefit dichiarando: ”Continuerò a percepire la retribuzione che mi spetta come membro del parlamento ma non quella da primo ministro, né altri bonus”. Ha poi aggiunto: ”Come la compagnia elettrica Tepco, l'esecutivo giapponese ha una grande responsabilità in questa crisi. Il Paese abbandonerà il piano per incrementare la quota di energia derivata dal nucleare al 50% dall'attuale 30%. Il l Giappone ha adesso bisogno di ripartire da zero nelle politiche energetiche di lungo termine, dopo la crisi di Fukushima".
Il premier giapponese Naoto Kan ha espresso la fedeltà al nucleare confermando l’intenzione di mantenere e sviluppare il programma nazionale per l’energia atomica.
Ricordo che il Giappone ha ancora 49 reattori nucleari in servizio (escludendo i 6 danneggiati a Fukushima).
Conoscendo molto bene il Paese del Sol Levante, ciò non mi meraviglia.
Infatti non esiste soltanto una «ideologia contro il nucleare», ma anche l’ideologia a favore, e i giapponesi ne sono il massimo esempio.
Dopo l’incidente di Fukushima nessuna autorità politica ha messo in discussione il piano nucleare.
Come è possibile tutto ciò?
Per quale motivo il popolo giapponese non si ribella e non chiede la chiusura di tutte le centrali nucleari?
La risposta è semplice e disarmante: i giapponesi credono nella tecnologia.
Fin dal XIX secolo sono stati educati a fidarsi della tecnica considerata come una risorsa eccezionale.
Il motto che riassume questo concetto è «wakon yosai», spirito giapponese e tecnica occidentale.
Così accanto alle virtù tramandate dagli antichi samurai, come la disciplina e il coraggio, i giapponesi hanno aggiunto la fiducia nella tecnica.
Credo che un po’ di questa fiducia nella tecnica potrebbe essere utile anche a noi italiani.
Cristiano Martorella
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«ENERGIA NUCLEARE/2
Sei buone ragioni
per dire di sì
Facciamo il punto sulla tragedia giapponese in relazione agli impianti nucleari.
1) II fortissimo terremoto non ha creato danni gravi e pericolosi agli abitanti vicini agli impianti nucleari.
2) Le conseguenze più gravi sono dovute allo tsunami di imprevedibili proporzioni che ha reso inutilizzabili gli impianti di raffreddamento di emergenza.
3) Pensare all’abbandono del nucleare è sconsigliabile qualora si voglia avere una disponibilità continua nelle 24 ore dell’energia elettrica.
4) Sostituire il nucleare con energie alternative come l’eolico o il solare, con le conoscenze attuali non è pensabile in termini economici e di inquinamento ambientale.
5) Le località in cui forse in un futuro lontano si potrebbero rendere economici i sistemi di generazione di energia come il solare o l’eolico sono in Medioriente, date le disponibilità di sole e di vento, per cui si creerebbero grossi problemi di costi di trasporto dell’energia prodotta, che ci renderebbero ancora schiavi dei popoli arabi.
6) II Giappone ha confermato di voler continuare a produrre energia con il nucleare.
Perchè brutte notizie . La chiusura della centrale obsoleta di Hamaoka per ragioni di sicurezza è invece un’ottima notizia . Se la Tepco lo avesse fatto con Fukushima , non saremmo a piangere un disastro . Anzi sarebbe auspicabile che si costituisse una commissione internazionale con poteri di controllo e di decisione sulle sorti di tutte le centrali obsolete sparse per il mondo .
Per i rifiuti in mare invece credo che quanto ci ha aggiunto il Giappone non sposti di molto il problema .La maggior parte dei materiali in plastica poi verranno trasportati dalle correnti e scaricati sulle coste , dove potranno essere raccolti. Per gli olii e i prodotti chimici invece purtroppo è un’altra storia .
Per nostra fortuna il mare è grande , anche se poi a tutto c’è un limite .
Sei ottimi motivi per dire NO una volta per tutte e per sempre al nucleare ! 1. Mayak, Cernobil, Tree Mile Island, Fukushima, Hiroshima, Nagasaki 2. Costo dell’uranio. Nessuno parla del prezzo aumentato vertiginosamente nei ultimi 10 anni. 3. Nessun paese al mondo ha risolto in totale sicurezza il problema delle scorie. 4. I rifiuti atomici restano pericolosi per centinaia di migliaia di anni. 5. Rapporto costo/durata delle centrali nucleari semplicemente assurdo 6. Stiamo vivendo sul pianeta Terra. Non ne abbiamo un altro dove fuggire dalla catastrofe.