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Gaza: il nuovo livello dello scontro

Molti commentatori riportano la guerra innescata sabato da Hamas alla irrisolta questione palestinese. Da qui alcune (non inaspettate) prese di posizione filopalestinesi anche nel momento in cui si parla di migliaia di vittime civili israeliane, bambini compresi. Per questo si chiede la "fine dell'occupazione" come ipotesi risolutiva.

Forse è vero (anche se non è poi così scontato) che se fosse stata concordata nel passato una pace complessiva fra le parti non ci sarebbe stato motivo per scatenare un altro scontro armato. Tanto più di questa portata.

Ma proprio il fatto che non sia mai stato trovato un accordo racconta che, banalmente, le forze che non lo volevano - e che anzi si sono impegnate per impedirlo - hanno sempre prevalso. Da una parte, ma anche dall'altra, come ci ricordano le parole del ministro palestinese Nabil Amr che ho ricordato in un altro articolo. Realtà che qualcuno non vuole leggere o capire, pur di riaffermare la consueta narrazione manichea. Con la quale decide a priori, a dispetto della storia reale, che i buoni stanno tutti di qua e i cattivi tutti di là, perdendo completamente di vista l'enorme complessità che in questa vicenda, a differenza della storia ucraina recente, esiste realmente.

Tuttavia l'altissimo livello di scontro del tutto inusuale che l'organizzazione islamista ha deciso di mettere in atto in questa occasione - cosa che tutti gli analisti hanno evidenziato e che il governo israeliano ha messo in luce decidendo per la prima volta di dichiarare ufficialmente lo stato di guerra contro un'organizzazione palestinese - impone qualche riflessione in più. Se c'è una novità di questa portata bisogna chiedersi perché proprio adesso, per quale motivo, con quali finalità.

E una prima risposta non può che tener presente il quadro politico complessivo in cui questa azione si inserisce: quello di uno scontro a tutto campo tra Occidente e le variegate forme prese da tutto ciò che non è catalogabile come tale. Dalla Russia autocratica e neoimperialista alla Cina "comunista", alle istanze autonomiste dei Brics fino al mondo islamico travagliato a sua volta da molte fratture, interne agli stati e fra gli stati.

Molte di queste forme, anche se non tutte, sono palesemente portatrici di valori illiberali e apertamente reazionari. Il mondo progressista occidentale dovrebbe stare un po' più attento nelle sue scelte di parte se non vuole ripetere gli errori fatti alla fine degli anni Settanta quando, in nome di un antioccidentalismo ideologico, appoggiò sulla scia di Foucault quel regime khomeinista che oggi ammazza donne e ragazzine per una ciocca di capelli in vista.

Oggi è in atto il tentativo di ridisegnare gli equilibri mondiali dopo la fine della guerra fredda, per collasso del mondo sovietico, e del breve periodo "unipolare" immediatamente successivo. In questa lettura la guerra tra Israele e Hamas, ennesimo atto di uno scontro decennale, prende necessariamente un senso diverso dall'usuale: esce, travalicandolo, dal braccio di ferro locale che vede due popolazioni lottare per il possesso di una valle, una collina, un campo o una sorgente, per tornare ad essere quello che era tra il 1948 e il 1973, una pedina centrale del Grande Gioco globale e uno dei momenti fondamentali dello scontro in atto all'epoca.

Forse è proprio quello che Hamas voleva, o forse quello che i suoi sponsor di Teheran gli hanno chiesto di fare. Incarnare la trasformazione per portare la questione israelo-palestinese a un altro livello, utile a Teheran, probabilmente a Mosca e forse perfino a Pechino.

Un po' meno per la gente di Gaza che ha visto un barlume di speranza solo tra il 2005 (quando gli israeliani si ritirarono totalmente) e il 2007 quando Hamas, forte della vittoria elettorale, fece fuori (fisicamente) ogni oppositore e impose la sua logica radicalmente contraria ad ogni ipotesi di trattativa con "l'entità sionista". Oggi quella gente, connivente o meno con gli islamisti radicali, paga un prezzo altissimo per decisioni politiche e operative sulle quali non ha la benché minima possibilità di incidere.

Foto Wikimedia 

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.231) 15 ottobre 2023 08:50

    La feccia che ha commesso gli orrori a danno della popolazione israeliana non ha nessun alibi. Il radicalismo religioso, da una parte e dall’altra, è già di per se stesso stesso un crimine, figuriamoci se si possono giustificare questi tagliagole. Ciò detto e a prescindere dal pregresso storico, sta di fatto che Israele occupa territori non suoi, non riconoscendo le risoluzioni ONU, impone il suo potere con la forza a danno della popolazione palestinese e da anni commette crimini contro l’umanità (piombo fuso ecc...). Israele ha una sorta di passpartout internazionale nel fare quello che vuole e a prescindere. Questa è la verità.

    Però rimenarla sempre con la retrospettiva dei soliti istigatori più o meno occulti, ovvero Russia, Iran e perfino Cina è veramente stancante. Oltretutto, applicando una teoria del cui prodest assolutamente campata in aria. Manca la Wagner e poi siamo al completo. 

    saluto

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.44) 15 ottobre 2023 11:20
    Fabio Della Pergola

    A Mosca “non si può che esser contenti dell’attacco di Hamas”, dice il politologo russo Abbas Gallyamov: “Permette un’offensiva mediatica per distrarre l’attenzione dall’Ucraina". E oltre all’attenzione anche il supporto militare americano.

  • Di paolo (---.---.---.13) 15 ottobre 2023 16:30

    Guarda che l’Ucraina è già finita, e a prescindere dal supporto militare americano. E non bisognava essere dei geni per capire come sarebbe andata. L’offensiva mediatica semmai l’abbiamo subita noi da due anni a questa parte, mentre il paese sta andando letteralmente a puttana. Avanti cosi’.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.249) 15 ottobre 2023 17:16
      Fabio Della Pergola

      @paolo

      Quindi... il secondo esercito del mondo è stato preso a calci in c. nel nord del paese invaso un anno fa e ha dovuto sgommare alla svelta lasciando una strisciata di rottami, ha conquistato qualche porzione del sud dandosi come obiettivo la costa sul Mar Nero per congiungere la madre patria alla Transnistria, ma non c’è riuscito e ha dovuto ritirarsi al di là del fiume Dniepr. Nel frattempo ha dovuto cedere di gran corsa gran parte dell’est occupato. Ha passato l’intero inverno a trincerarsi dietro milioni di mine interrate e ad oggi, dopo aver visto la ribellione della sua forza più agguerrita, con estrema fatica riesce a mantenere solo una stretta fascia di terra ucraina occupata al prezzo di centinaia di migliaia di vittime proprie tra morti e feriti. Tutto questo confliggendo con un esercito che per certo non era affatto considerato, prima della guerra, uno dei più agguerriti al mondo. Un esercito che ha avuto il supporto militare occidentale, al quale si è dovuto adeguare in corso di conflitto, con corsi di addestramento accelerati (e sotto le bombe) mentre la propria logistica doveva occuparsi di decine di sistemi d’arma diversi, dei relativi diversi munizionamenti, dei diversi problemi di rimessaggio e riparazione di armamento diversificato eccetera. E senza il supporto dell’aviazione (e scusa se è poco). Ciononostante il secondo esercito del mondo sta lì, impantanato in un territorio ormai distrutto mentre tu, curiosamente, vieni qui a sostenere, sulla base di informazioni che ti avrà passato chissà chi (forse byoblu) che l’Ucraina è un paese "già finito". Non saprei come risponderti. Forse solo con un pietoso silenzio. Una volta mi sembravi una persona intelligente. Chissà cosa ti è successo...

  • Di paolo (---.---.---.217) 15 ottobre 2023 17:59

    Sei libero di vederla come vuoi e, in un certo senso, anche ti capisco. Non è facile districarsi e byoblu semmai lo lascio a te. Cosi come i giudizi sulla mia intelligenza che, comunque e per fortuna, non dipendono da te.

    I fatti a seguire diranno chi ha ragione. E mi permetto un suggerimento. Informati meglio, magari da esperti NATO, su quale era il livello militare dell’Ucraina prima dell’invasione. Ovvio inferiore alla Russia che, oltretutto è una mega potenza nucleare, ma non per questo " un paese che si difendeva con la fionda e la cerbottana" come ci ha rifilato, con uno scopo ben preciso, il mainstream nostrano. 

  • Di paolo (---.---.---.185) 16 ottobre 2023 08:23

    Non finito, ma strafinito. E questo a prescindere da quanto resterà nelle mani della Russia. L’Ucraina non sarà mai più quella di prima né quella che poteva essere se non fosse finita nelle mani di un nazistello e del suo entourage. La fregatura semmai è quando l’american dream si spegnerà e i suoi mandanti lo scaricheranno. Magari perché sono interessati a conflitti più strategici in altre parti del "globo terracqueo". Insomma USA e getta. 

    ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.208) 16 ottobre 2023 09:51
      Fabio Della Pergola

      @paolo

      Sì certo. Mai stato in Polonia? In Cechia, in Slovacchia? Nei paesi baltici? E poi magari in Bielorussia? Ecco la differenza tra il percorso europeista e quello russofilo si può vedere andando a vedere come la gente vive in quei paesi. E se può dire quello che pensa oppure no. Putin ha invaso l’Ucraina due volte. E prima ancora ha avvelenato con la diossina un candidato presidente che non gradiva. Zelensky è stato liberamente eletto. Fatti altre due domande.

  • Di paolo (---.---.---.33) 16 ottobre 2023 17:01

    Si dicevano con il polonio che non è una diossina. Ti assicuro che se ti avvelenano con il polonio non ti salvi, invece è ancora vivo, in galera ma vivo. La Russia ha subito invasioni dai polacchi, dai francesi e dai tedeschi/ italiani(oltre 25 milioni di morti). Do you remember?. Non ho tempo di chiarire come Zelensky sia arrivato al potere, richiederebbe troppo tempo, ma dire che è stato un percorso democratico fa ridere anche i polli. Ti faccio soltanto notare che pure Hitler, Mussolini e Stalin, ovvero tre dittatori sanguinari, oltre allo stesso Putin che non è proprio uno stinco di santo, e perfino lo stesso Zelensky che pratica il culto del nazista Stephan Bandera, hanno avuto il suffragio popolare. E Allora, erano/sono democrazie?. Spero tu stia scherzando.

    Purtroppo ripeti un cliché che è duro a morire. L’Israele di Netanyahu è una democrazia?. Col cazzo!! ( scusa il francesismo). Al suo interno certamente, anzi direi molto più della nostra; ma verso l’esterno è nazionalista, oppressore e razzista. Esattamente come gli USA. Certamente una grande democrazia al proprio interno, ma bellicista, imperialista e razzista verso l’esterno. Io credo che l’Occidente ha ben poco da insegnare. Poi è chiaro che io sto meglio dove sono, ma che vuol dire?. 

  • Di paolo (---.---.---.45) 16 ottobre 2023 21:51

    No ma io pensavo ti riferissi a Naval’ny. E’ stato errore di confusione. Comunque ti sei dimenticato il colpo di stato con la fuga di Janucovyc al capezzale di Putin. E allora evviva le pippe. Ansa.it .,nuova_europa.it ... !! ma dai!. Perché non sentire direttamente Zelensky, Kuleba o la Iryna, sono fonti di verità comprovata.

    Comunque anche se non condivido ti leggo sempre volentieri.

    Un caro saluto.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.184) 16 ottobre 2023 21:59
    Fabio Della Pergola

    Mi sono dimenticato di dire che uno di sinistra (o similsinistra) dovrebbe saper distinguere un movimento di popolo (con la polizia che spara sui manifestanti) da un colpo di stato. Che poi Janucovic fu sfiduciato dal parlamento stesso a te non significa nulla... vabbè. Saluti.

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