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Francesco Arnaldi

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  • Primo articolo giovedì 06 Giugno 2012
  • Moderatore da mercoledì 06 Giugno 2012
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Ultimi commenti

  • Di Francesco Arnaldi (---.---.---.123) 28 agosto 2012 13:18

    "lo scorso novembre si erano mobilitati molti gruppi cristiani conservatori, per chiedere la cessione dell’attività, non giudicandola in linea con i principi e la morale di un’impresa clericale. Per questo si era arrivati a decidere di vendere la società.",

    la novità è nel dietrofront, nei confronti della cessione, ma leggere l’articolo bene e fino in fondo, aiuta, fortuna che per specificare non sprechiamo carta, altrimenti sai che danni, scherzo ovviamente...
  • Di Francesco Arnaldi (---.---.---.115) 25 agosto 2012 11:57

    Lungi da me voler criticare gusti, tanto meno voler fare speculazioni ontologiche sull’arte e la letteratura, dicevo solo che non si può giudicare l’autore dal titolo (peraltro ovviamente frutto del lavoro di traduzione e adattamento, anche qui entreremmo in questioni di campo semantico, di differenza tra significato e significante che ci terrebbero occupati per almeno venti anni). Riscontro spesso la diffidenza della classe intellettuale, soprattutto italiana, ma direi, più in generale Europea, nei confronti di un tipo di letteratura che viene inquadrata sotto l’etichetta "borghese" e che in realtà per temi e modalità narrativa, spesso lo è (dove ovviamente il termine prende la sua accezione negativa, di leggero, non impegnato, insomma d’intrattenimento). Fortuna vuole che questa dicotomia così forte in occidente, sia un modello non applicabile nella maggior parte della letteratura orientale, tanto che in fondo almeno per quel che riguarda Norwegian Wood, si possa considerare tanto un romanzo quanto un saggio sul senso della vita. Ma ripeto de gustibus, basta non sparae alla cieca

  • Di Francesco Arnaldi (---.---.---.115) 25 agosto 2012 07:20

    Norwegian Wood che era uscito in italia con il titolo di Tokio blues, una canzone dei beatles, in tutta sincerità non trovo così brutti "Tutti i figli di Dio danzano" o IQ84 (che è anche un gioco di parole), vorrei farle notare che un libro non si giudica dalla copertina, ma temo sarebbe ipocrita, anche a me il titolo deve colpire, ma la sostanziale differenza è che non posso giudicare l’autore se non lo leggo, ciò è molto superficiale e mi stupisco venga detto da una persona di cui ho apprezzato la profondità di più di un articolo, con rammarico la invito a correre in libreria e a comprare Norwegian, capirà dopo averlo letto di aver preso una toppa non indifferente, potrà non piacerle, ma il livello di scrittura a mio avviso è altissimo (considerando che molto si perde nella traduzione), non se la prenda se la striglio un po’, per mia natura fumantina fosse stato un altro avrei semplicemente risposto "Secondo scaffale in alto a destra, voce Moccia, tre metri sopra al cielo è sicuramente un bel titolo no

    ?"
  • Di Francesco Arnaldi (---.---.---.156) 18 luglio 2012 01:54

    Bruno morì difendendo le sue teorie, Galileo, invece rinnegò tutto. All’apparenza abbiamo un uomo coraggioso e un vigliacco, analisi parziale di chi trae conclusioni affrettate e superficiali, una mente più lucida avrebbe detto che ci troviamo di fronte a un filosofo e a uno scienziato. Il sole non si sarebbe messo a girare attorno alla Terra solo perché l’eliocentrismo fu censurato, ma un’idea, un valore e tutto l’insieme del sistema che creano l’etica quello si che può cambiare attraverso la censura. Mi scuso per le imprecisioni a volte non è facile cercare di riassumere in poche righe, rendendo comprensibile ai più, una materia che è tanto affascinante quanto complessa; ma proprio qui sta il punto, se escludiamo il nucleare per la sua pericolosità effettiva, mi sta bene, se mi si parla di sfiducia nel nostro paese, di demagogia spiccia del terrore, allora sono pronto a finire sul rogo. Perdonatemi l’estremismo, ma nel 600 bruciavano le streghe e i nazisti bruciavano i libri, l’ignoranza è una brutta bestia, che va presa per le corna e non alimentata, facile dire è colpa di altri, tutti i giorni cediamo al qualunquismo per non dover intraprendere una strada più difficile, quella del confronto, del dialogo, cercando di fare del dubbio lo strumento più centrale del nostro sapere, ma sto decisamente divagando, il fatto è che dobbiamo intensificare la ricerca, porci più domande, no non è politica se non nel suo senso più intimo, se non nel suo significato primordiale, quello legato alla vita della polis, forse se invece di lamentarci di una classe politica inadeguata , noi per primi, ritornassimo ad essere cittadini, invece che sudditi, qualcosa cambierebbe, se vedi Buddha per strada uccidilo... ma questa è un’altra storia.

  • Di Francesco Arnaldi (---.---.---.123) 17 luglio 2012 14:29

    Purtroppo l’efficienza del sistema termico dei pannelli solari oltre ad essere dipendente dal clima e dalle cordinate geografiche ( l’inclinazione dei raggi influenza la loro capacità potenziale di produrre energia) ha forti problemi di costo e smaltimento (esiste un bellissimo servizio di Report su una zona cinese che è considerata il cimitero di chip e sistemi al silicio dove si vedono le spaventose conseguenze dell’avvelenamento da metalli pesanti e altri materiali che vengono utilizzati per lavorare tale materiale). Il referendum lo ricordo bene e mi rendo conto dei rischi che porta il Nucleare ma so anche che più che spaventati dovremmo essere attenti, ricordo che purtroppo gli effetti a lungo termine delle lastre (facendo un esempio che porti sempre le radiazioni come termine di paragone) hanno portato alla morte e alla malattia di migliaia di operatori sanitari prima che si adottassero le precauzioni appropriate, nondimeno credo che abbiano salvato milioni di vite. Capire e valutare le nuove tecnologie facendo un serio bilancio del rapporto costo beneficio (anche in termini di salute rispetto alle altre tecnologie), riflettere seriamente senza demagogia (per uno scienziato esistono i dati, le parole e le supposizioni le lascio ai politici), ovviamente Fukushima è un dato netto negativo che ci dice che attualmente i sistemi non sono poi così sicuri come credevamo, che non siamo ancora pronti, questo non ci deve precludere l’apertura mentale allo studio di nuovi strumenti che ci permettano finalmente di controllare in maniera sicura il nucleare attraverso quella che è la più grande fonte di energia che possediamo: la nostra intelligenza 


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