• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Media > La guerra del porno, un nuovo sito promette fuoco e fiamme

La guerra del porno, un nuovo sito promette fuoco e fiamme

La prossima apertura di un sito a "collaborazione" con gli utenti rischia di stravolgere il mercato.

Il dominio più pagato di internet è sex.com, ben 14 milioni di dollari nel lontano 2006, un record assoluto, non è un caso allora che la dichiarazione di Cindy Gallop di voler aprire un sito rivoluzionario nel mondo del porno on-line faccia tanto clamore.

Quello dei film hard sul web è un giro colossale, secondo il sito Online Schools si aggirerebbe intorno ai 5 miliardi di dollari l'anno. Volendo spulciare tra i dati più interessanti, per capire la rilevanza del fenomeno, basti pensare che il 25% delle ricerche sui motori più famosi (Google, Yahoo, etc.) riguarda proprio le parole sex, hard e porno, il 12% dei siti mondiali avrebbe natura pornografica (parliamo in termini di milioni di pagine) e ogni secondo 28.000 persone stanno visualizzando pagine per soli adulti!

Insomma un business che fa davvero gola, per questo l'ex pubblicitaria britannica, come ci dice anche Federico Guerrini sull'Espresso, ha deciso di scendere in campo attuando un progetto che se avesse successo, rischierebbe di minare i più grandi colossi del settore come Youporn. L'idea alla base è semplice ed è simile a quella con cui funziona l'Apple store. L'offerta è quella di caricare veri filmati amatoriali e spartirsi a metà i proventi, tolta una piccola cifra per la commissione.

MakeLoveNotPorn.tv funzionerà attraverso il pagamento di 5 dollari come quota d'iscrizione e la stessa cifra verrà poi sborsata per noleggiare un video per tre settimane. La Gallop afferma di voler riportare il sesso on-line a uno stato di "naturalezza e spontaneità" che oggi è impossibile trovare, la quasi totalità dei filmati, afferma, è girata da professionisti che si fingono dilettanti e assumono atteggiamenti poco credibili e certamente stereotipati, che pongono la donna in una posizione dominata e non sopportabile da una femminista convinta come afferma di essere l'imprenditrice.

Molti sono stati i problemi e le perplessità che ha dovuto affrontare per realizzare la sua impresa. In primis di ordine pratico, raccogliere fondi non le è stato semplice, visto che non sono molti gli investitori che vogliono legare il proprio nome ad un'attività del genere e anche dopo aver raccimolato 500.000 dollari molte banche gli hanno rifiutato la semplice apertura del conto sotto la voce porn.

In più si deve ragionare sulla funzionalità di tale sistema, è vero che il genere amatoriale, unito alla possibilità di guadagnare, potrebbe essere una forte attrazione per gli utenti, ma ci si chiede anche perché qualcuno dovrebbe pagare un servizio che è già disponibile da migliaia di fonti gratuite. In più le carte di credito americanne penalizzano con percentuali molto salate i siti Hard e il sistema Paypal non è disponibile.

Molte perplessità dunque, eppure la Gallop non si fa scoraggiare e, anzi, si dichiara convinta di avere una missione, quella di riportare una giusta visione del sesso in una società dicotomica e puritana, come quella americana, che da una parte predica l'astinenza nelle scuole e dall'altra mercifica continuamente la sessualità.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares