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Firme per il Referendum: il primo passo per “defenestrare” la casta

La parola defenestrare è un verbo particolare di origine latina medievale e la sua coniazione risale esattamente ad alcuni turbolenti episodi avvenuti in Boemia, ed esattamente nella sua storica capitale, Praga, rispettivamente nel 1419, nel 1483 e nel 1618. Durante questi eventi uno o più funzionari al servizio del Sacro Romano Impero furono scaraventati fuori dalle finestre dei loro palazzi di governo.

Famosa è la defenestrazione avvenuta nel 1618 - che fu anche l’evento scatenante la Guerra dei Trent’anni - alla quale ci si riferisce come “Defenestrazione di Praga”. La succitata definizione coincide secondo il Devoto-Oli anche con il significato figurato di “allontanare clamorosamente da un posto di comando o di responsabilità” - quest’ultima è chiaramente l’idea alla base del presente articolo.

L’idea di defenestrare - foss’anche ‘ahiloro’ fisicamente - qualcuno indegno del potere che ricopre, che sfrutta la cosa pubblica come se fosse propria, è un’idea che in molti stanno accarezzando da tempo, ormai.

Mai, come in questi ultimi sei anni la messa in atto di tale ipotesi potrebbe essere la panacea di molti mali di questo Paese. Per scalzare questa classe politica ormai palesemente indegna del potere di cui è stata investita ci vogliono maniere forti, non violente, cosa che invece la defenestrazione fisica è; quindi non attuabile per motivi di sopraggiunta civiltà.

Ribadisco ancora, per non passare da violento forcaiolo, per chi fatica a distinguere il significato letterale delle parole da quello simbolico, che il termine “defenestrazione” qui per me coincide con l’idea di allontanare per sempre dal Parlamento l’attuale composizione più o meno in toto, per rinnovarla completamente con nomi interamente nuovi, attraverso l’esercizio del voto e della scelta oculata della persona a cui darlo.

Il penoso stato di cose in cui versa la nostra povera patria, peggiorato ulteriormente dal 2005, è dovuto da un lato, per dare ampia analisi generica alla crisi, all’esaurimento di una spinta capitalistica e consumistica mondiale portata all’esasperazione, dall’altro al consolidamento al potere della casta, che io chiamo “politico-dinastico-lobbistica”, grazie anche alla legge elettorale voluta dal governo Berlusconi nell’ottobre del 2005, ossia la legge n. 270 del 21 dicembre 2005. Ideata soprattutto dal ministro Roberto Calderoli, che la definì in un secondo tempo una “porcata”, il politologo Giovanni Sartori la ribattezzò Porcellum”, in opposizione terminologica alla legge sostituita dalla suddetta, ossia il “Mattarellum”, che comprendeva le leggi 276 e 277 del 1993.

Grazie al Porcellum, la peggiore legge elettorale mai avuta in Italia, è stato reintrodotto il sistema proporzionale; è stata introdotta anche la figura del leader della coalizione, a questa si ricollegano una serie di liste bloccate che si ripartiscono i seggi disponibili in maniera proporzionale, con un premio di maggioranza alla coalizione vincitrice che si assicura la governabilità. In più, al Senato, il premio di maggioranza viene assegnato su base regionale.

È notizia di questi giorni che la raccolta firme per indire un Referendum per abolire questa ignobile legge ha dato esito positivo, oltre le aspettative, ossia la quota di 1.210.466 di firme consegnate il 30 settembre 2011 in 200 scatoloni alla Corte Costituzionale. Quest’ultima dovrà esprimersi entro il 10 dicembre se il Referendum potrà dunque tenersi nella primavera del 2012.

Tra le principali e autorevoli testate del Paese si è urlato al “miracolo popolare”, e così è stato. Infatti, tale cifra dimostra che la gente si è mobilitata e soprattutto, il fatto che una cospicua percentuale di firme viene dai Comuni, denota la mobilitazione di parte della massa per andare a firmare la petizione direttamente negli uffici elettorali dei propri Comuni; un segno civico non indifferente e di per sé lodevole. Brava Italia!

La crisi poi tanto male non fa, se serve a stuzzicare la coscienza del popolo per esercitare il suo potere sovrano con grande senso civico! Bisogna ora premere sui partiti affinché propongano leggi elettorali che prevedano la scelta dei candidati direttamente dal basso, attraverso primarie, gente mai eletta, incensurata e mai condannata che non abbia soprattutto conflitti d’interessi.

Da notare la scarsa attenzione data dai Media, durante la raccolta firme, specialmente quelli foraggiati dalle nostre tasse, come la Rai - eccetto RaiNews e il Tg3 - e la gran parte dei giornali, spudorati organi del potere di casta e di partito – salvo da questa lista Il Fatto Quotidiano - che si beccano i contributi dello Stato, ergo sempre i nostri soldi. Per non parlare della freddezza dimostrata dai più grandi partiti; va beh, dal Pdl c’era d’aspettarselo, per chiari e ovvi motivi, ma mi rincresce, tuttavia non mi stupisce, anche qui per altri ovvi motivi, il distacco del Pd. Infatti, non si sa se i suoi vertici abbiano firmato, ma ci scommetterei che non si siano degnati di farlo, perché, per dirla in modo medievale con il Pulci, “il cul gli fa lappe lappe” anche a loro.

A questo punto, per parafrasare Tommasi di Lampedusa, c’è anche il serio rischio, visti i soggetti riformanti, “che tutto cambi affinché ogni cosa rimanga com’è!” E quindi a quel punto “Che fare?” Semplice, depennare dalla propria lista elettorale i partiti classici che hanno governato fino ad ora, non votarli, ma votare quelli delle opposizioni, quelli di minoranza, dando in massa voti a movimenti come il Cinque Stelle o altri partitini di destra o di sinistra, facendoli diventare partiti di maggioranza loro malgrado, evitando gli estremismi e studiando le loro caratteristiche e i loro programmi attraverso la rete. Questa è l’ultima ratio per iniziare a rovesciare il potere della casta, togliendole il terreno da sotto i piedi. Sicuramente, sempre se non andrà a buon fine questa ennesima raccolta firme, o la nuova proposta di legge elettorale sostitutiva di questa, messo che la varino, la soluzione suddetta da me prospettata sarebbe un ottimo modo per tentare di estromettere questi signorotti della politica una volta per tutte. Meglio avere dei carneadi al vertice di uno Stato che degli incompetenti, gonfi di stupida arroganza e prosopopea, nonché inconcludenti. Ma forse mi sto solo girando un film, e il cambiamento, può darsi, sia alle porte!

Ad ogni modo è tempo di defenestrare la casta; dipenderà dalle sue scelte incombenti come: uscire dalla porta ed evitare così l’onta della finestra, attuando il modus operandi che il popolo richiede ad alta voce, o essere scaraventata dalla finestra con ignominia superata dagli outsider e finire così sul bel cumulo di lerciume della storia, proprio come avvenne per i notabili defenestrati a Praga nel 1618 che non morirono spiaccicati, ma atterrarono su una bella montagna di letame.

Commenti all'articolo

  • Di Mauro Miccolis (---.---.---.99) 3 ottobre 2011 10:55
    Mauro Miccolis
    QUESTO REFERENDUM è INUTILE L’UNICO SCOPO DI CHI LO HA PROPOSTO ERA QUELLO DI AFFOSSARE IL REFERENDUM DI PASSIGLI 

    un ritorno alla legge Mattarella è radicalmente negativo non risolve né il problema delle liste bloccate (i candidati nei collegi sono pur sempre scelti dalle segreterie di partito) né di evita che il Collegio uninominale a turno unico della Mattarella produca gli stessi effetti del Premio di maggioranza (e cioè coalizioni troppo ampie e disomogenee incapaci di governare).

    1. SOLO IL REFERENDUM PASSIGLI SARA’ AMMESSO DALLA CORTE COSTITUZIONALE (http://www.facebook.com/notes/cesar...)
    2. IL REFRERENDUM DI IDV+SEL PORTA AD UNA LEGGE ELETTORALE CON GLI STESSI DIFETTI DEL PORCELLUM ANCHE SE IN FORMA ATTENUATA.





    INOLTRE, non dimentichiamo che per i referendum è previsto un rimborso pari a 0,52 euro per ogni firma per un totale massimo di 500.000 firme (le minime previste dall’art. 75 Cost.) se viene raggiunto il quorum. Chi presenta le firme autenticate entro i 3 mesi di tempo previsti dalla legge attuativa del referendum (legge 352/70) e queste sono state ritenute valide ha diritto per legge a 260.000 euro per ogni quesito referendario presentato (0,52 x 500.000). Se i quesiti referendari sono 4 (come per il 12 - 13 giugno scorsi) il rimborso è pari a 260.000 x 4. Capito perché fanno tanti referendum ? Anziché uno solo con più quesiti ?

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.96) 3 ottobre 2011 17:50
    alessandro tantussi

    se passasse il referendum verrebbe abrogata anche la legge elettorale della Toscana voluta dal PD e che è la mamma del porcellum?

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