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Finire come la Grecia? Magari!

Ho fatto un sogno bellissimo. A volte capita. Era fine giugno, e un paio di settimane prima c'erano state le nuove elezioni in Grecia. Le destre erano state sconfitte, il Pasok e gli altri partiti di centro sinistra pure. Aveva vinto Syriza, l'alleanza delle sinistre anticapitaliste e alternative guidata dal giovane leader Alexis Tsipras. Nonostante le pressioni internazionali (telefonate e viaggi ad Atene della Merkel e dello stesso Obama). E nonostante una forsennata campagna mediatica per spaventare l'opinione pubblica, dando per certo, in caso di vittoria delle sinistre, un futuro di fame e disoccupazione per tutti. Nei paesi europei "finire come la Grecia" era il ritornello terroristico usato a piene mani per indicare che una politica di indipendenza e di difesa degli interessi nazionali e popolari non era possibile, non era auspicabile, era pura pazzia. "Non c'è alternativa", come aveva detto negli anni '80 una vechia reazionaria in Gran Bretagna.

La popolazione greca aveva reagito benissimo, aveva dato una lezione di realismo e dignità a tutti gli europei e non aveva considerato il liberismo e l'Europa carolingia come un destino ineluttabile. Tornare alla dracma? E perché no? Allora eravamo poveri ma almeno avevamo di che mangiare e un sistema pensionistico e sanitario scalchignato ma che un po' funzionava, e il Pil cresceva del 4% all'anno. Nazionalizzare la banca centrale? E perché no, visto che la banca centrale europea è in mano alla "culona tedesca" che ci sta strangolando? Prospettiva di inflazione? Sì, ma anche prospettiva di rilancio delle esportazioni e del turismo e quindi nuova occupazione. Sacrifici? Sì, ma con la prospettiva di uscire dalla trappola finanziaria e di beneficiare il popolo e non la finanza tedesca e anglo americana. La corona islandese nel 2008 perse i due terzi del suo valore, ma la popolazione sta certamente meglio di quella greca oggi. Impossibilità di pagare il debito? E perché mai si dovrebbe pagare un debito che è quasi tutto nelle mani degli strozzini del Fmi e della Bce? E, in ogni caso, meglio congelarlo questo maledetto debito e promettere di pagarlo poco per volta quando è possibile (lo diciamo noi quando è possibile), dando però la priorità ai salari e alle pensioni. E se poi non lo paghiamo, che fanno, ci mandano l'ufficiale giudiziario al Partenone? Nel bilancio dare avere fra Europa finanziaria e Grecia non sono certamente i greci a essere in debito.


Certo, non era possibile un puro e semplice ritorno al passato. Occorreva ridurre drasticamente l'evasione fiscale senza guardare in faccia a nessuno ed eliminare sprechi e inefficienze burocratiche dalla pubblica amministrazione, licenziando i dirigenti colpevoli e corrotti ma non i lavoratori. Bisognava far pagare le tasse ai ricchi con una patrimoniale fortemente progressiva e nazionalizzare tutto quello che era stato regalato ai privati con un piano per rilanciare occupazione, sviluppo ecosostenibile e per combattere il precariato. Era necessario ridare alla Banca centrale greca, ritornata indipendente dalla Bce, la possibilità di stampare carta moneta in modo da finanziare aziende e privati cittadini, salvaguardano il piccolo risparmiatore e impedendo la fuga dei capitali (i modi ci sono, se davvero lo si vuole). Occorreva una volta per tutte farla finita con le grandi opere e i grandi eventi, dato che tutti i greci avevano ben presente che l'inizio della crisi erano state le spese folli per le Olimpiadi di Atene del 2004. Bisognava tagliare le unghie alla lobby dei grandi costruttori e degli architetti famosi, smettendo di costruire orrendi grattacieli destinati a rimanere semi vuoti, come stava succedendo nel centro direzionale di Milano. E, "last but not least", occorreva abbattere le spese militari. Ma a tutto questo il nuovo governo stava già lavorando con la partecipazione democratica dei cittadini.

I greci non si erano affidati alle vecchie mummie del passato, com'era successo in Italia con Monti e Napolitano, né avevano seguito in massa avventurieri della politica alla Grillo. Non avevano creduto alla balla che "sono tutti uguali", ma avevano dato fiducia a una coalizione di partiti di sinistra, di sinistra vera, che puntavano alla democrazia e al coinvolgimento dei cittadini e a un'Europa come unione dei popoli, sulla base dei principi dell'eguaglianza e della solidarietà. Insomma, i greci avevano capito che l'unica uscita dalla crisi non stava nelle ricette del tecnocrate di turno ma stava nella buona politica, nella politica al servizio dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani europei.

Poi mi sono svegliato e mi sono reso conto che quello che i greci avevano capito, gli italiani dovevano ancora capirlo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.56) 11 giugno 2012 11:19

    La Grecia ha RUBATO 360 miliardi di euro ai contribuenti, ai risparmiatori ed alle banche UE.


    In Grecia TUTTI sono complici di questo mega furto, dal politico corrotto all’ultimo impiegato pubblico amico dell’amico e assunto inutilmente , dall’imprenditore che non ha mai pagato le tasse al falso invalido che si prende la lauta pensione e via discorrendo.

    La responsabilità è DIFFUSA, e la VERA PANZANA MEDIATICA è quella del popolo innocente vessato dalle angherie di un debito illegittimo.

    La Grecia, anzi no scusate, i GRECI dovrebbero andare fuori dal’euro (e non solo per il loro bene), MA PRIMA DEVONO PAGARE IL CONTO! 
  • Di (---.---.---.18) 11 giugno 2012 12:10

    Fuffa allo stato puro

  • Di Geri Steve (---.---.---.21) 11 giugno 2012 13:45

    In Grecia c’è stato chi ha governato comprando i consensi con il gonfiare il debito pubblico, come è successo anche in Italia.
    La differenza sta nel fatto che in Italia chi ha lucrato sugli alti interessi dei BOT sono stati ricchi italiani, mentre in Grecia quella politica è stata sostenuta proprio dalla finanza internazionale. 
    Il sospetto è che proprio quei poteri finanziari abbiano sostenuto quei governi per portare la Grecia alla bancarotta, lucrarci e comprarsi la stessa Grecia per due soldi.

    L’uscita dall’euro e la svalutazione faciliterebbe proprio quest’operazione.

  • Di (---.---.---.119) 11 giugno 2012 17:53

    Bravo, lo hai sognato, ora però sono le 18 quasi, potresti anche svegliarti.

  • Di (---.---.---.2) 12 giugno 2012 11:31

    per combattere l’evasione fiscale basterebbe semplicemente adolire il denaro contante e pagare solo ed esclusivamente con moneta elettronica (bancomat, carte di credito) troppo semplice vero? penso che i nostri governanti ci abbiano già pensato ma non si vuole attuare perchè i primi a pagare sarebbero le lobby della mafia e delle finanziarie.

  • Di (---.---.---.224) 12 giugno 2012 18:21

    Egregio nel tuo bel sogno dimentichi un paio di cose,1° i cittadini greci non sono innocenti! così come non lo sono gli italiani che sono andati appresso alla coppia demenziale Bossi/Berlusconi e al loro omuncolo che per tre anni ci ha ripetuto che tutto andava bene e non occorreva fare nulla e oggi si appassionano al comico violento e autoritario eterodiretto dal lisergico Casaleggio.

    2° il passaggio alla dracma comporterà il drastico e definitivo impoverimento proprio di quegli strati sociali popolari (salariati e pensionati) che tu vorresti difendere. Hanno già poco, ma con il passaggio alla dracma salari e pensioni perderanno almeno la metà dell’attuale valore. Insomma saranno letteralmente alla fame.

    Diversamente da te e per il bene loro auspico e sono convinto che alle prossime elezioni i greci daranno una maggioranza a chi vuole restare nell’euro.

    Al tuo sogno abbastanza insulso e ristretto contrappongo un altro sogno quello di una Europa unita, forte, solidale, capace di tenere testa alle super potenze economiche e politiche quali gli Usa, la Cina, l’India, il Brasile, l’Indonesia, ecc. ... e restare la parte più civile e avanzata del pianeta qual’è ancora adesso.

     

  • Di (---.---.---.2) 13 giugno 2012 13:50

    veramente più che una Europa unita, forte, solidale, capace di tenere testa alle super potenze economiche e politiche quali gli Usa, la Cina, l’India, il Brasile, l’Indonesia, ecc. ... siamo in mano a tutte queste potenze. mi viene un dubbio ... anche tu fai parte dei poteri forti?

    • Di (---.---.---.114) 13 giugno 2012 18:43

      No faccio parte dei poteri debolissimi, sono un semplice pensionato, ma mi preoccupo per mia figlia che al momento ha un contratto di ricerca e insegnamento con una università inglese. Mi piacerebbe che lei e i miei (eventuali) nipoti vivessero in quella che fino a oggi è ancora la parte più sviluppata e civile del pianeta.

      Per quanto riguardo il cenno che fai alle mani degli altri nel continente, dici bene, ricordati della situazione italiana nel XV secolo. L’Italia era la parte più sviluppata e civile del pianeta, ma la sua mancata unità (pace di Lodi) consentì a Francesi, Spagnoli, Austrieci e lanzichenecchi di devastare la penisola. Da allora iniziò il nostro declino.

      La stessa cosa si potrebbe dire delle città stato della grecia classica, travolte dai macedoni e degli stati ellenistici (che ci hanno dato la prima rivoluzione scientifica) sottomessi dai romani.

      Come vedi o ci uniamo o gli staterelli di 60 - 80 milioni di abitanti finiranno per essere prede di entità politiche gigantesche, Cina, India, Usa, Indonesia, Brasile, Russia.

  • Di (---.---.---.89) 16 giugno 2012 13:56

    stupidaggini di un autore ignorante di economia e imbevuto di ideologia

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