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Femminicidio: il costo di essere una donna

Stefania Noce, Vanessa Scialfa, Sanaa Dafani, Hina Saleem, Emiliana Femiano, Emlou Arvesu sono solo alcune delle donne che negli ultimi anni hanno riempito le pagine di cronaca nera per gli omicidi efferati di cui sono state vittime. Ferite mortalmente dalla mano di ex fidanzati, mariti, padri o sconosciuti. 

Sono 55 le donne uccise dall'inizio del 2012 in Italia. Un fenomeno definito "Femminicidio": essere ammazzate per il fatto di appartenere ad un genere, quello femminile. Rappresenta la distruzione fisica e psicologica che si fa delle donne. La voglia di plagiarle, sottometterle, annullare la loro dignità e quando ciò non accade, si passa al male estremo, l'omicidio.

Donne che non hanno la libertà di scegliere l'uomo da amare e da sposare, che non possono porre fine a rapporti spesso malati, violenti, frustranti. Donne che non possono scegliere per se stesse, che incontrano sul loro cammino un uomo sbagliato.

Abbiamo il dovere morale di chiederci se tutto il possibile viene fatto per evitare questi omicidi. Dobbiamo domandarci se la società e le istituzioni facciano il possibile per tutelare le donne da qualsiasi forma di violenza che viene perpetuata ai loro danni.

Oggi si discute se il "femminicidio" debba essere introdotto tra le circostanti aggravanti dell'omicidio. Dare pene esemplari, più severe a chi si macchia di questi reati, potrebbe essere un piccolo passo in avanti verso la prevenzione di questo triste fenomeno. 

Non dobbiamo lasciare nell'ombra i volti delle vittime, ma ricordarli e urlare i loro nomi, affinché diventino il simbolo delle donne che subiscono vessazioni, delle donne che non sono libere.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.21) 3 maggio 2012 16:21

    Gli uomini ammazzano altri uomini e quindi ammazzano anche le donne .Non c’entra nulla l’odio per il genere femminile ."Uomini che odiano le donne" è una forzatura mediatica .

    Ci sono uomini con personalità equilibrata , diciamo "normali " che le donne le amano e le rispettano ,che non significa trattarle sempre come madonne e ci sono uomini malati o con personalità disturbata che le ammazzano .
    Incrementare le pene come deterrente non serve a nulla ,basterebbe applicare quelle che già ci sono senza attenuanti di sorta (tipo il delitto d’onore) .
    Le donne devono essere più caute ,mai pensare di risolvere da sole e cercare subito aiuto nelle istituzioni o nelle associazioni di tutela.Sottovalutare è l’errore peggiore e può risultare fatale.
    ciao

  • Di Antonella Monaco (---.---.---.14) 3 maggio 2012 16:54

    Nell’articolo non viene detto che tutti gli uomini sono violenti o anormali, perché non è così. Parte da un dato di fatto, dall’inizio del 2012 sono 55 le donne uccise ed è una percentuale alta ed in forte aumento rispetto agli anni scorsi.

  • Di paolo (---.---.---.21) 3 maggio 2012 18:06

    Cara Antonella lo credo bene che non affermi che tutti gli uomini sono violenti o anormali,altrimenti avrei pensato che eri tu quella che aveva problemi .
    L’aumento del dato è una combinanzione di due fattori : la maggiore attenzione mediatica ,segno che qualcosa sta migliorando nella percezione comune , e soprattutto l’aumento (forte) del disagio sociale .
    Il dato andrebbe quindi analizzato per fascia sociale e culturale per avere un giudizio sul trend in forte aumento che ci segnali .Sono quasi sicuro che ci sia un nesso diretto tra il malessere sociale e l’aumento del fenomeno.

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