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Facebook, dove tutti vogliono uccidere tutti

La violenza su Facebook è l’argomento più gettonato degli ultimi giorni, balzato alla ribalta a causa del gruppo “uccidiamo Berlusconi” ma in realtà presente da sempre contro questo o quel politico, questo o quel vip.

Passando in rassegna i vari gruppi presenti sul social network ci accorgiamo infatti che Berlusconi è in ottima compagnia: c’è chi vuole sopprimere Franceschini, chi vuole ammazzare Alfano, chi vuole uccidere la Gelmini (un gruppo di quasi 1.000 membri la vuole eliminare a colpi di vocabolario di latino).

Poi c’è chi odia Bossi, chi Fini, chi Brunetta ma anche Travaglio, Moccia (e i suoi lucchetti), Ligabue, Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Belen, Spongebob e perfino Clippy di Word, usando espressioni sempre più violente e cariche di veleno.

Qualcuno ha parlato addirittura di conseguenze legali ma Guido Scorza, professore di Diritto dell’Informatica, assicura che: “La partecipazione a un gruppo come “Uccidiamo Berlusconi” non significa in nessun modo sponsorizzare quel messaggio e quindi esserne penalmente responsabili. Chiunque potrebbe iscriversi semplicemente per seguire il dibattito interno a quel gruppo senza necessariamente doverne condividerne le idee. Essere iscritto a un gruppo di Facebook significa esclusivamente condividere un argomento, né in positivo né in negativo. Non vi sono, per il solo fatto di essere iscritti a un gruppo, presupposti di tipo penale. L’iscrizione a un gruppo di Facebook significa solo condivisione dell’argomento, non del messaggio in esso contenuto”.

Tra “colpevolisti” e “innocentisti” ormai il dibattito sembra non fermarsi più e non poteva mancare il contributo di Bruno Vespa che per tutta la trasmissione ha chiamato “sito” il gruppo di Facebook “uccidiamo Berlusconi” e non ha avuto nemmeno la soddisfazione di far preparare il plastico.

Il mio parere è che in questi gruppi vengono usate parole e insulti davvero gravi che contribuiscono a creare un clima di odio pesante, e come si sa in gruppi così nutriti di persone ce ne sono centinaia che magari si iscrivono per gioco o per goliardia ma c’è sicuramente anche qualche idiota non del tutto sano di mente che può sentirsi istigato alla violenza reale.

Inneggiare all’odio in questo modo è da condannare, sempre.

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