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Esistono legami tra la strategia della tensione e la questione di Fiume?

 
Su internet, quando cerchi qualche informazione sull'Organizzazione Per La Liberazione di Fiume, e dei gruppi dannunziani, praticamente non esiste nulla. Vige l'oblio. All'archivio della Camera esistono dei fascicoli specifici, che contengono una variegata documentazione concernente l'attività dell'Organizzazione per la liberazione di Fiume (O.L.F.), dell'Unione degli istriani, dello Stato libero di Fiume (Governo provvisorio in esilio) e dei Gruppi dannunziani
 
In particolare, si tratta di:
  • Comunicazioni e corrispondenza, in originale e in copia;
  • Statuto dei Gruppi dannunziani; 
  • Decreto di nomina di A. a deputato al Parlamento dello Stato libero di Fiume (1981) e tessera intestata ad A. in qualità di membro ad horem, firmata dal presidente dell'Organizzazione Amos Spiazzi

Tra i corrispondenti:

  • Organizzazione per la liberazione di Fiume (O.L.F.)
  • 1972 dicembre 04 - 1987 marzo 20
  • Francesco Donini (segretario di Stato dello Stato libero di Fiume; Gruppi dannunziani);
  • Lino Sardos Albertini (presidente dell'Unione degli istriani). Si segnala la presenza di ritagli stampa, in fotocopia, e dei seguenti periodici, stampati in proprio e, in parte, in fotocopia:
  • «Italia e popolo», 12 settembre 1979
  • «Il popolo di Fiume», supplemento a «Italia e popolo», 28 aprile 1982
  • «Italia e popolo», 20 marzo 1987

Il problema, però, è che buona parte di questa documentazione è riservata per un periodo che va dai 40 ai 70 anni. "Riservato" significa che, seppure accessibile dagli studiosi, i documenti e ciò che emerge non possono essere diffusi per il periodo considerato. Si sentirà parlare di questa organizzazione, OLF, nelle dichiarazioni del 23.01.1986 rilasciate al Giudice Istruttore Grassi e al Pubblico ministero Mancuso da Amos Spiazzi, disponibili nel sito La strage dell'Italicus – 4 agosto 1974. Amos Spiazzi dichiarerà:

“Mentre mi trovavo ancora in carcere ricevetti dal Donini 2 lettere con le quali costui mi dava attestazione della sua amicizia. Successivamente conobbi il Donini il quale mi propose dell’Olf (organizzazione per la liberazione di Fiume). Consultandomi con il mio referente all'interno del servizio il quale mi diede la sua approvazione, accettai di presiedere l’Olf per un certo periodo di tempo. Il Donini diceva di avere avuto contatto con gli ustascia negli anni 1975-1976, successivamente però non aveva più tali relazioni. Il Donini non mi parlò mai di esplosivi di provenienza Jugoslava o di detonatori procurati in Jugoslavia”. 

Esisteva una organizzazione, definita parallela a Gladio, ma in realtà era un qualcosa di più rispetto al semplice essere parallelo. Amos Spiazzi, all'udienza del processo strage di Brescia 22.09.2009 – seconda parte, atti disponibili nel sito citato – affermerà la sua appartenenza “all'organizzazione di sicurezza". "L’organizzazione di sicurezza", dirà Spiazzi, "era un’organizzazione così concepita e così fatta: l’esercito italiano in caso di conflitto non era in condizioni di potere combattere e contrastare un nemico che avesse invaso il territorio nazionale perché poco numeroso. Allora c’era una disposizione, naturalmente ministeriale, che riguardava i congedati e una specie di biografia, di descrizione di come si erano comportati durante il servizio militare, quelli più validi, più bravi, più motivati, più esperti. Dopodiché il comandante di reparto, prima che questi se ne andassero in congedo chiedeva a loro se fossero stati disponibili, in caso di invasione del territorio nazionale da qualsiasi parte l’invasione provenisse, quindi qualsiasi straniero, fossero disposti a condurre alcune mansioni di guerriglia, di informazione, di altre cose, c’erano cinque specializzazioni per difendere il territorio nazionale e collaborare alla riconquista del territorio qualora il territorio fosse stato invaso da queste forze nemiche”. 

Era dunque simile alla struttura Gladio stay behind con la differenza sostanziale che, “mentre la stay behind era alle dirette dipendenze degli americani, questa organizzazione di legionari “era invece nazionale al cento per cento”. 

"L'organizzazione dei legionari", pare sia stata sciolta “nel 1973, 14 luglio, perché i responsabili provinciali o regionali, hanno proposto di fare una nuova associazione con questa, che permettesse, come in Austria, in Svizzera, in altri paesi, il richiamo di queste persone per quindici, venti giorni, un mese, quindi il mantenimento della loro capacità operativa in modo tale da potere disporre al momento che dovesse scoppiare una guerra di un esercito notevole e soprattutto di bande di guerriglia partigiana qualora il territorio fosse invaso non divise da sentimenti politici perché nessuno doveva essere iscritto a partiti politici, ma da persone che avessero solo ed unicamente lo scopo di salvaguardare il territorio nazionale e la propria terra anche perché erano dislocate in maniera tale che ciascuno al massimo combatteva all’intorno della sua città”. 

Le legioni, ed erano 35, coincidevano più o meno con le legioni dei Carabinieri e si “chiamavano legioni perché corrispondevano alla legione Carabinieri la quale teneva nelle caserme le armi da dare ai guerriglieri, i guerriglieri si sarebbero rivolti a loro perché anche in caso di invasione del territorio nazionale, di invasione da parte del nemico i Carabinieri rimangono per il servizio di ordinaria amministrazione sul posto”.

“Questi nuclei soprattutto avrebbero avuto un solo ed unico colore che era quello tricolore dell’Italia”. Quindi, c’era anche questo scopo “di unificare, c’erano dei collegamenti diretti con l’esercito amico, con l’esercito italiano che avrebbe cercato la riconquista del territorio nazionale perché purtroppo per ciò che concerne la gladio e la strategia americana era previsto l’abbandono di tutta la Pianura Padana, della parte forse più importante del territorio italiano, importante per la produzione, per i commerci, le industrie, noi non volevamo assolutamente questo. Volevamo difenderci sul confine. Vado fuori forse dall'argomento”.

No, non è andato fuori l'argomento l'ex Generale triestino dell'esercito italiano Spiazzi, recentemente defunto e nei confronti del quale l'ex Senatore Paolo Danieli propose interrogazioni al Ministero dell'Interno e dell'economia delle finanze per chiedere una forma di risarcimento danni alla luce degli eventi processuali (e non solo) che lo videro coinvolto. Sorgono alcuni interrogativi, specialmente alla luce dei mancati colpi di Stato in Italia, ed in particolar modo con riferimento al Golpe Bianco ed al periodo successivo, il cui arco temporale coincide con quello di operatività dell'OLF.

Ebbene, si può escludere qualche collegamento, legame diretto o indiretto tra la questione di Fiume e tutto ciò che vi è connesso, con le situazioni accadute in Italia durante il lungo periodo mediaticamente definito come "strategia della tensione"? Lo Statuto dell'OLF, il cui acronimo è simile a quello della organizzazione OLP, prevedeva la piena autonomia e sovranità per Fiume e l'OLF si sarebbe dovuta sciogliere solamente all'atto della liberazione del territorio di Fiume. Si faceva inoltre richiamo al riconoscimento dei diritti previsti per i palestinesi nel 1977.
 
Ed infine, si può escludere che oggi non esista più questo tipo di pericolo? Che non operino ancora realtà “occulte e paramilitari” per annettere Fiume all'Italia o per realizzare lo Stato Libero di Fiume? Intanto, su Facebook, nasce oggi, 11 settembre 2014, una pagina fascista per Fiume e la prima cosa che ha condiviso è il sito della Falange Espanola che ha migliaia di seguaci...
 

 

 
MarcoBarone
 
Alcuni documenti sull'OLF. Fonte: link
 

 

 

 

 

 

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