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Equitalia? 9 su 10 dicono no. Alemanno: da luglio passiamo a AequaRoma

La settimana scorsa il sindaco di Roma lanciava ai suoi cittadini la consultazione on line per scegliere se lasciare ad Equitalia la riscossione delle entrate tributarie e patrimoniali culturali, o affidarla a AequaRoma.

Il referendum on line a cui hanno potuto partecipare i cittadini romani iscrivendosi al sito istituzionale dell'amministrazione, si è concluso ieri alle 23 e consisteva essenzialmente in due semplici domande: "Equitalia sì?" o "Equitalia no?".



Su 33.322 voti più dell'88% ha girato il pollice verso il basso, votando per la sua sostituzione. Uno scarso dodici per cento invece, ha votato per il suo mantenimento. Quindi dal primo luglio nella capitale il servizio riscossione sarà affidato "in house" al Dipartimento Risorse economiche di Roma Capitale, con consulente la società AequaRoma; Alemanno lo annuncia in via preventiva a fine tour elettorale a Ostia, spifferando i risultati delle consultazioni on line: "Faremo in modo che la riscossione venga fatta con criteri di economicità: vogliamo far pagare tute le persone che possono e non quelli che per pagare le nostre tasse vanno sul lastrico o chiudono le imprese".

Un piccolo conforto espresso a quanti, già preoccupati per la situazione tributaria italiana tra le più pesanti in Europa, hanno associato ormai Equitalia a fatti di cronaca locale e atti vandalici in segno di ribellione. Una maggioranza schiacciante ha votato, Alemanno lo ha fatto intendere: "Fuori da Equitalia".

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