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Energia elettrica: il mercato libero (di fare come gli pare)

Ancora una volta parto della mia esperienza personale per fare qualche considerazione. Come tutti i bravi cittadini italiani, sono un utilizzatore dell’energia elettrica, primo contratto sottoscritto con il principale gestore della rete (ex monopolista) e tuttora monopolista della rete di distribuzione.

Energia elettrica: il mercato libero (di fare come gli pare)


Insoddisfatto delle tariffe applicatemi, e contattato dal solito procacciatore di contratti (che oggi fa chic definire dalle aziende "account manager"), mi rivolgo a quel “meraviglioso mondo” che risponde al nome di mercato libero. Sottoscrivo un contratto con il nuovo gestore e ne utilizzo i servizi per circa un biennio. Per pura casualità, vengo a conoscere un altro account manager dello stesso gestore, che però si occupa dell’area clienti business; parlando del più e del meno, mi capita di lagnarmi un po’ del costo da me sostenuto per la spesa in energia elettrica e, avendo lui appreso che il mio gestore era proprio la sua società di appartenenza, mi mette una pulce nell’orecchio e mi dice: “guardi che la nostra società, per le utenze domestiche, ha tirato fuori un’altra tariffa che è più conveniente: chiami il nostro numero verde per farsela applicare”.
 
Ovviamente prima di chiamare, seguendo il suggerimento dell’account, verifico la notizia sul sito della società con cui avevo il contratto; effettivamente riscontro l’esistenza di una nuova tariffa estremamente vantaggiosa; chiamo, dunque, per avere qualche dettaglio. Parlo con un’operatrice che mi chiede informazioni, ma non appena scopre che sono già cliente, mi dice: “no, signore, questa tariffa cui si riferisce è applicabile solo ai nuovi clienti: lei è già cliente e non rientra tra quelli che possono richiederla”. Fine della conversazione. Ovviamente mi sono rivolto al libero mercato (che bello… meno male che esiste!) ed ho cambiato nuovamente gestore, ma mi pongo alcune domande, sulle quali spero di suscitare un confronto, ed una considerazione:

1) Il mercato è talmente libero da garantire all’utente la possibilità di rivolgersi ad un altro gestore che garantisce tariffe più convenienti, ma non così libero da garantire che il proprio gestore applichi la migliore tariffa tra quelle al momento in propria disponibilità. Anzi, in questo senso il mercato si rivela decisamente “vincolato”.
 
2) Non dovrebbe essere esattamente il contrario? Cioè a dire, le aziende non dovrebbero cercare di fidelizzare il vecchio cliente, coccolandolo ed applicandogli (anche d’ufficio, senza cioè istanze di parte), le migliori tariffe disponibili?

3) Non si configura una paradossale disparità di trattamento (giusto per avere sempre buona la solita par condicio)? Due clienti dello stesso gestore, con pari necessità, vengono trattati in modo diverso. Ancora più paradossale, poi, se si considera che quello che viene peggio trattato è il cliente “anziano”, colui che accorda da più tempo fiducia all’azienda.

4) Il mercato libero non sarà mai veramente libero, se la rete di distribuzione viene gestita in regime di monopolio.
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.176) 8 marzo 2011 00:54

    ai fini della vendita e commercializzazione dell’energia, la rete di distribuzione è del tutto ininfluente. Molto più significativo è verificare se il venditore dispone o meno di un parco centrali che producono l’energia che vende, e quale sia l’efficienza delle centrali stesse.
    I venditori in grado di produrre l’energia che vendono, in Italia, non sono più di 4/5. A casa mia questo si chiama OLIGOPOLIO.
    Se la rete di distribuzione fosse parcellizata, il suo costo di gestione sarebbe molto più elevato, e verrebbe pagato da tutti. Qualsiasi elettrotecnico lo sa.
    L’Italia è il paese europeo con la normativa più orientata alla liberalizzazione del mercato, e contemporaneamente è uno dei paesi dove l’energia costa di più all’utente finale.
    Il pese meno "libero" è la Francia, dove il perfido monopolista EDF pratica tariffe iferiori di circa il 50%...

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