• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Eluana: povera Italia

Eluana: povera Italia

Probabilmente, neanche questa volta Eluana potrà ritrovare la pace. Con un indegno, incredibile e stupefacente pressing, i cosiddetti movimenti per la vita hanno trovato orecchie molto sensibili in certi settori del Governo, dalla perennemente genuflessa Eugenia Roccella (figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale e già leader del Movimento di liberazione della donna), celebre per il Family Day del 2007, all’ultimamente devoto Maurizio Sacconi. E’ una situazione incredibile, che ti pone ben più di un interrogativo sul Paese in cui viviamo. L’Italia delle lotte senza fine, delle urla, delle teatralità più spinte ed esagerate, è teatro di uno scontro tra due eserciti: i pro-life e coloro che sostengono le ragioni di Beppino Englaro. Già questa distinzione è, ovviamente, surreale: qualcuno può permettersi di pensare che quell’uomo non ami la figlia? Qualcuno può essere solo sfiorato dall’idea che Beppino non vorrebbe vedere quella donna che ora giace inerme su un letto d’ospedale andare in giro sulle proprie gambe, sorridente come appare nelle foto che in questi anni abbiamo visto e rivisto? Non credo che nessuno possa mettere in dubbio ciò. Sarebbe meschino, squallido.

Irrita, indigna il continuo e ridondante vociare di persone esterne, che nulla hanno a che fare con il dolore dei protagonisti (loro malgrado) di questo dramma figlio dei nostri tempi, delle tecnologie avanzate che consentono ad un essere umano di vegetare per anni. Come si permette il Presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, Ballaman, di auspicare che a Englaro venga tolta la patria potestà della figlia? Con quale titolo il Ministro della Salute di uno Stato estero, il Cardinale Lozano Barragan, grida di "fermare quella mano assassina"? Come si permettono, certi giornali, di mettere sotto la lente d’ingrandimento il Friuli ed i friulani ed indagarne sentimenti, storia e morale? E’ incredibile come tutti si vestano da medici e profeti. Da depositari del verbo. Tutti si accapigliano come se, anziché di una vita umana, si trattasse dell’ultimo prosciutto rimasto in cantina da spartire tra parenti che fingono di volersi bene.



Anche questo è lo specchio di un Paese povero, di un Paese dove conta ancora l’apparire bene, l’essere riverenti alle alte sfere (ed alle alte gerarchie). Chi se ne frega se poi si calpesta tutto e tutti: tanto, alla fine, a pensare ad Eluana, da 17 anni, è quell’uomo che ora ha paura di uscire di casa per le minacce ricevute. E’ di queste ore l’ipotesi, sciagurata e pericolosa per la democrazia (sarebbe, come sottolineano costituzionalisti d’entrambe le aree politiche, una cosa mai vista nella storia della Repubblica) di un decreto che anticiperebbe parte della legge (se mai si farà) sul testamento biologico. In pratica, un decreto ad personam. Forse è preferibile non commentare. Nessuno pretende che l’Italia scivoli verso “una deriva eutanasica”, come ha oggi sostenuto il Cardinale Bagnasco: personalmente non ritengo essere questo il nocciolo della questione.

Quello che invece auspichiamo qui è che l’individuo sia lasciato libero, come dovrebbe accadere in uno Stato laico e di diritto, di essere artefice del proprio destino. La vita è sacra sì, e nessuno vuole distruggerla, come tuonano certi signori dotati, evidentemente, del dono dell’onniscienza. L’importante è chiarirsi su ciò che si possa intendere con la parola “vita”. Sarebbe già un bel punto di partenza. 

Commenti all'articolo

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.141) 5 febbraio 2009 14:50

    I "pro-life"....
    Mamma mia, povera Italia...
    hai proprio ragione...

    • Di Paolo (---.---.---.203) 6 febbraio 2009 09:07

      i "pro-life" difendono la "vita" della signora Englaro Eluana...
      hanno una visione alquanto distorta della "vita" questi signori: sarebbe curioso chiedere loro che programmi televisivi guardano tutti i giorni. Non mi stupirebbe che siano assidui teleascoltatori di telenovelas, grandi fratelli e isole famose.
      Se quella della signora è vita, allora la nostra "vita" cosa è? Pura esistenza divina?

      mah...

  • Di marco (---.---.---.106) 5 febbraio 2009 20:32

    di più non si può: hai detto tutto.
    io però non so cosa fare. avessi un’altra età (sono 45 e il lavoro è ben avviato qua) andrei via da questo paese senza civiltà. non posso. non posso però neanche sentirmi legato a questo stato (non merita la maiuscola) senza cultura e senza speranza. comunque grazie
    marco

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares