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Elezioni regionali: la sconfitta di Renzi

Renzi ha perso, perchè è andato al di sotto dell’asticella, che aveva fissato per parlare di vittoria. Renzi ha perso perché ha avuto meno voti delle europee. Renzi ha perso perché ha perso voti a sinistra, e non ha preso voti a destra.

Alle elezioni regionali il PD si afferma in Toscana, Marche, Puglia e Campania, e a fatica vince in Umbria. Il centro destra vince in Liguria e in Veneto. Le vittorie più chiare per il PD, oltre alla Toscana, si sono avute in Campania e Puglia. Ma non sono state vittorie di Renzi, ma di Emiliano e di De luca.

Questi i risultati, ma poi iniziano le giustificazionie e gli scaricabarile.

E così lo stato maggiore renziano, ha subito precisato che in Liguria la sconfitta, è colpa della scissione, di Civati e Cofferati. Uno strano modo di ragionare.

Se due forze politiche si bisticciano, il problema non sono le conseguenze del bisticcio, ma le responsabilità del bisticcio. Peraltro non si può cambiare l’idendikit del partito, farne un partito di destra, e avere la presunzione di non avere una reazione, di avere ancora i voti di sinistra.

In ogni caso, anche con l’appoggio della sinistra la Paita, avrebbe ugualmente perso.

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Ma a parte le giustificazioni, resta il fatto che Renzi ha avuto uno smottamento di voti a sinistra, che non ha recuperato a destra.

A conferma di ciò c’è la sconfitta in Liguria; il risultato incerto umbro, regioni tradizionalmente rosse, e l’ampliamento del distacco della Lega sul Pd in Veneto.

A Renzi il Pil in crescita non basta più, il decisionismo non basta più; c’è la disoccupazione e la delusione degli industriali, che non hanno avuto la riduzione delle tasse e della burocrazia.


Ora Renzi non potrà più dire che il PD è un partito vincente e mettere a tacere tutti. Dovrà spiegare quali

sono i suoi sono i suoi valori, che cosa intende fare per diminuire tasse burocrazia e disoccupazione.

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

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