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Elezioni: Pdl 17% e Pd 7% meno ma sono contenti

Capisco che la politica italiana sia solo una ricerca della perpetuazione di se stessi, e dunque qualsiasi risultato è buono quando permette di mantenere le poltrone, ma dire d’aver vinto o di essere stati lì per vincere avendo preso il Pdl il 17% e il Pdl il 7% in meno dalle elezioni politiche del 2008 mi sembra un tantino esagerato.

Il tutto si può spiegare solamente col completo disinteresse per gli elettori perduti in quanto ciò che conta davvero per loro sono le percentuali che permettono di essere più o meno davanti uno all’altro, e non la quantità degli elettori.

Questi cosiddetti “politici” così tanto lungimiranti, dunque, non si rendono conto (invero se ne rendono conto benissimo, ma pensando solo al “tiramm a campà” che li riguarda in prima persona se ne sbattono) che quelle percentuali di elettori che non li hanno più votati questa volta (febbraio 2013) si riferiscono ai delusi dalle loro politiche di sostegno al governo Monti/Fornero – massacratore di diritti dei lavoratori – per i quali a nulla valgono le promesse elettorali del boia che, dopo averti tagliato la testa poi, come se niente fosse, ti promette di non tagliartela più o, peggio, di restituirtela. Per questi politici illuminati, quindi, il fenomeno degli elettori che non li votano più rimane un mistero inspiegabile.

Tanto più rimane inspiegabile, per questi, che gli elettori di cui non si sono tenuti in considerazione gli interessi primari, oltre a non votarli più, gli votano addirittura contro, organizzandosi in un movimento che raccoglie la loro protesta. E peggiorando la loro situazione, i politici danno anche addosso a questo nuovo movimento composto da loro ex sostenitori in buona fede. Quando si dice… la politica illuminata.

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