Egitto: caccia ai documenti del regime

L'Egitto è in fermento per i documenti riservati del regime, dopo che alcuni episodi hanno rivelato nei giorni scorsi che i membri dei servizi stavano dandosi da fare per distruggerli.
I manifestanti si sono poi diretti a piazza Tahrir, che in serata si è riempita, mentre per tutto il giorno i copti hanno manifestato davanti all'edificio della televisione di stato, chiedendo rispetto e ricevendo visite di solidarietà da parte di esponenti musulmani. Il nuovo primo ministro, appena insediato, dovrà gestire una crisi che si annuncia delicatissima, l'esito della quale dirà molto sullo stato dei rapporti di forza e sull'influenza residua degli elementi del vecchio regime sull'apparato statale.
Nei giorni scorsi episodi come quello di oggi si sono ripetuti in altre parti del paese, sempre ieri a Hurgada è stato arrestato e malmenato il giornalista Mohamed Suleiman, che aveva asssitito a un falò di documenti (nella foto). Tra i manifestanti serpeggia anche la tesi che alcuni documenti siano stati lasciati di proposito nelle mani dei manifestanti (video) prima di abbandonare gli uffici. Come il documento che racconta che sono stati i militari a chiedere Amr Moussa, ex-segretario della Lega Araba e candidatissimo alla carica di prossimo presidente, di recarsi nella piazza Tahrir occupata dalla protesta e familiarizzare amichevolmente con la rivoluzione.
La partita attorno ai documenti dei servizi è molto delicata. I segreti del regime sono pericolosi per gli esponenti del regime come per i militari, probabilmente contengono tutto e il contrario di tutto, testimonianze storiche come montagne di calunnie, un mix tipico dei regimi fondati sulla corruzione e sulla delazione.
Qui l'ufficio/appartamento del Ministro dell'Interno el Adly, a poca distanza dalle stanze dove si praticava la tortura.
Un ex torturato mostra come hanno usato su di lui uno strano attrezzo
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