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Economia: Beni, Servizi, Emozioni, Spettacoli e Trasformazioni

Nel libro “L’economia delle esperienze” di Pine e Gilmore (www.etaslab.it), si descrive il passaggio dalla centralità dell’economia dei beni e dei servizi, all’Economia delle emozioni, delle esperienze, delle situazioni, degli spettacoli e delle trasformazioni.

L’economia dei beni deriva dalla lavorazione delle commodity e rende concreti dei servizi. I servizi sono invece le esperienze intangibili . A loro volta, le esperienze sono “solo” eventi memorabili che trasformano le situazioni: eventi temporanei che mirano a soddisfare il divertimento, il narcisismo o l’autorealizzazione. Le esperienze sono create anche da eventi che coinvolgono gli individui sul piano personale e il lavoro del regista delle esperienze svanisce in corso d’opera, ma il valore dell’esperienza può durare per tutta la vita del consumatore di emozioni (Pine e Gilmore). Il segreto sta nel riuscire a coinvolgere tutti e cinque i sensi del cliente (l’Homo Shoppingus) e nello stimolare le sensazioni e le emozioni (esperienze estetiche, di evasione, di intrattenimento e di benessere psicofisico), e in alcuni casi anche il pensiero (esperienze educative).

Per fortuna l’economia delle situazioni ha notevoli margini di sviluppo, poiché è tuttora nella sua infanzia e non ha ancora subito l’automazione e informatizzazione ormai diffusa per quasi tutti i tipi di prodotti e servizi (Pine e Gilmore). E Internet è una grande forza di scambio gratuita ed esponenziale della conoscenza che porterà sicuramente a molte forme di innovazione ed ad una personalizzazione di massa più vantaggiosa. Il business si sta trasformando sempre più in show business e social business. Il segreto sta nel riuscire a coinvolgere più attivamente i clienti e gli utenti per capire meglio i loro desideri. Così il riuscire a personalizzare in modo vantaggioso un prodotto significa trasformarlo in un servizio. Poi ogni buon imprenditore dovrebbe perfezionare le tecniche della suspense e dell’effetto sorpresa: regali, sconti, ecc.

Infatti nella casistica delle nuove imprese si possono distinguere quattro tipi principali di innovazioni:

1) Innovazioni di Miglioramento, dove si migliora l’impiego delle tecnologie già presenti in un mercato predefinito.

2) Innovazioni di Tecnologia, dove si innova il modo di servire i mercati.

3) Innovazioni di Marketing, quando si trovano nuove esigenze da servire con le solite tecnologie.

4) Innovazioni Radicali, quando si trovano nuove tecnologie per soddisfare nuove esigenze ancora inespresse (è questa la vera innovazione che porta alle grandi crescite economiche e al benessere a cascata diffuso per tutta la popolazione).

Ma purtroppo viviamo ancora nell’epoca degli economistici econocomici dell’economia economizzata definanziata e dei politiconi politicanti della politica politicata iperfinanziata… E degli imprenditori che odiano il rischio e l’investimento: servono quindi imprenditori capaci di insegnare a fare l’imprenditore (Gabriel Zaid, Servono imprenditori che facciano nuovi imprenditori. La via d’uscita dal patto Capitalismo-Burocrazia-Corruzione, www.jacabook.it).

Quindi non sono le occasioni che fanno l’uomo ladro, ma è l’uomo ladro che si crea le sue occasioni: è così che nasce l’Economia della Delinquenza, che è simile all’Economia Canaglia descritta da Loretta Napoleoni (Economia Canaglia. Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale, www.saggiatore.it, 2008), che in questo momento come affermato anche nel sito di Lyndon LaRouche (www.movisol.org, 06-02-09, www.larouchepac.com), sta finanziando le banche internazionali in crisi con la propria liquidità derivante da numerose attività illecite, compreso il traffico di droga (Antonio Maria Costa, Direttore esecutivo dell’agenzia UNODOC, www.unodc.org). Cioè in questo preciso momento in economia sono i peggiori criminali a dettar legge…

Comunque la morale del libro è questa: è la grande capacità di una persona di attuare e “recitare” la professionalità e l’umanità che fa la differenza tra le esperienze spettacolari e memorabili, e quelle ordinarie. Bisogna esercitarsi sempre e desiderare delle vere trasformazioni, per avere un miglioramento continuo delle proprie prestazioni. E le trasformazioni promuovono sempre una particolare visione del mondo: soprattutto quando sono inserite in uno spettacolo creato ad arte. Del resto come affermava Shakespeare, tutto il mondo è un palcoscenico: gli uomini e le donne sono semplici attori, e per tutta la vita si recita un ruolo (Erving Goffman ha precisato questo concetto in un grande classico: “La vita quotidiana come rappresentazione”, il Mulino). E tutti noi (come le imprese), siamo sottoposti ai “venti impetuosi della distruzione creativa” (Joseph Schumpeter) e all’energia misteriosa dell’esperienza creatrice e della saggezza (Amian Azzott).

E ora, per risvegliare la creatività latente in ognuno di voi consiglio: www.nova100.ilsole24ore.com.

E chiudo con una domanda: a quando l’Economia della Cultura? Noi siamo quello che leggiamo… E quello che scriviamo… Noi siamo gli Umani Internettiani: l’innumerevole Tribù extraterrestre del mondo rivoluzionato e rivoluzionante…

P.S. Alle Aziende in crisi consiglio: se con gli uomini che avete avuto finora le cose non vanno bene, non serve molto licenziare: vi occorre gente diversa, giovane, capace e con nuove idee. Quindi per sopravvivere bisogna assumere. Ai giovani più intraprendenti invece dico: invece di lavorare autonomamente per gli altri iniziate a lavorare autonomamente per voi stessi: suppongo che vi farete delle condizioni assai migliori. E tanto che ci sono vi segnalo un buon libro di un buon economista: “Economisti per caso. E altri dispacci della Scienza Triste”. L’autore è Paul Krugman che ha vinto il Premio Nobel per l’Economia nel 2008.

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