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Ecco perché la stagione di Serie A andrebbe conclusa...

Da quando è esplosa la pandemia del Coronavirus, si sono scontrate le più varie e multiformi correnti di pensiero relative alla possibilità che il campionato di Serie A 2019-2020 riprendesse o meno. 

 

E sono stati in molti ad avvertire la “nerboruta” esigenza di una chiusura definitiva (con oltre 12 giornate d'anticipo) del suddetto torneo (e delle altre serie minori), congelandone in perpetuo la classifica, sacrificando i relativi traguardi - dallo Scudetto alla qualificazione in Europa League - dei vari team coinvolti, con tutte le nefaste ripercussioni del caso. Perciò, a prescindere dall'andamento futuro dell'emergenza sanitaria, e dalla curva epidemica, la stagione in questione avrebbe dovuto chiudere anzitempo i battenti ed essere annullata senza pensarci due volte, senza prendere nemmeno lontanamente in considerazione l'eventualità di un suo recupero.

E la cosa più incomprensibile è che persino oggi certi signori si ostinano a perseguire la linea dello sbarramento senza condizioni, deplorando addirittura quelli che non la pensano allo stesso modo, tacciandoli di bieco cinismo o di stupida incoscienza, come se il pensarla in un modo opposto rappresenti di per sé un crimine contro l'umanità. Un'intransigenza inconcepibile, anche perché c'è la seria possibilità che da qui a qualche settimana non sussisteranno più pericoli tali da vietare ogni manifestazione sportiva anche a porte chiuse (o semichiuse). La curva della sciagura sembra ormai aver intrapreso, per fortuna, la tanto sospirata discesa, lasciando intuire, anche agli studiosi più insigni, un imminente accomodamento su livelli ben al di sotto dei parametri di guardia. Sia ben inteso, il rischio zero non arriverà se non dopo parecchi mesi (almeno le previsioni degli scienziati ci portano in questa direzione, sebbene per definizione sia impossibile prevedere con certezza l'evoluzione di una pandemia, specialmente quando essa è dovuta ad un virus neonato), ma di certo per riprendere una parvenza di normalità non potremo attendere da qui a tempo indeterminato... tuttalpiù dovremo aspettare che il famigerato virus non sia più così propagabile. Per intenderci, dovremo abituarci per molto tempo a convivere col rischio, magari basso, di contrarre siffatto agente patogeno, a meno che non ci si vorrà chiudere in casa sine die. Alla luce di ciò credo che sia a dir poco intollerabile persistere su di una linea che di giorno in giorno appare sempre più assurda e deleteria, e per fortuna eludibile.

Fatti salvi gli esiti economici infausti che deriverebbero da una mancata conclusione della Serie A 2019-'20, urge far presente a tutti coloro che non ne accettano la prosecuzione, che la chiusura prematura, ovvero la mutilazione con ben 12 giornate in anticipo, non è unicamente, come si vorrebbe far credere, un problema di costi, ricavi, stipendi o diritti tv...La mancata conclusione, al di là del dispiacere intrinseco, andrebbe prima di tutto a mortificare non poco le aspirazioni di gran parte della tifoseria e degli appassionati nel senso più ampio del termine, che, oltretutto, se non si potessero assegnare i posti per l'Europa (per non dire delle retrocessioni), vedrebbero vanificate ben 26 giornate già disputate, cioè ben 260 partite sarebbero state giocate soltanto per impiegare il tempo, e verrebbero equiparate a delle amichevoli del tutto inutili, se non per mantenere il ritmo partita dei calciatori. Ma pensate soprattutto ai tifosi che, oltre a pagare il biglietto per delle sfide con in palio ben più del semplice risultato fine a se stesso, hanno trepidato, sognato, o si sono affranti, avviliti...per nulla. Per non parlare degli stessi giocatori che, benché strapagati, rimangono pur sempre degli esseri umani, ed in quanto tali avranno certamente provato emozioni invano, e sprecato un anno della loro breve carriera. E poi, mi dite che senso avrebbe cominciare un altro campionato, lasciandone incompleto quello precedente? Si può mai iniziare un nuovo lavoro senza prima concluderne quello arretrato? Mi sembra che una tale eventualità rischierebbe di cozzare contro la logica più elementare, o no? E vogliamo parlare degli strascichi polemici che ne deriverebbero? Se lo Scudetto venisse assegnato d'ufficio alla capolista Juventus (che vanta un solo punto sulla Lazio, non dimentichiamo questo particolare fondamentale...), si griderebbe allo scandalo, e tutti i non juventini si straccerebbero le vesti difronte a cotanta oscenità..Se invece non si procedesse ad alcuna assegnazione, per secoli i tifosi e le future governance bianconere - già le vedo - reclamerebbero (comprensibilmente) “quel Titolo ingiustamente scippatoci nel lontano 2020, quando la Federazione, in maniera ingiustificata ed arrogante decise di...non decidere”. Sto esagerando con la fantasia? Niente affatto, se è vero, ed è vero, che c'è chi sinora, dopo oltre cent'anni, rivendica con tenacia l'attribuzione dello Scudetto relativo al campionato 1914-1915, quando i vertici federali, assai frettolosamente, non appena l'Italia entrò in guerra, pensarono bene (anzi...male) di chiudere bottega quando mancavano soltanto 90 minuti ai titoli di coda, e ciò nonostante sussistessero ancora le condizioni per concludere regolarmente le ostilità (quelle sportive)....Adhuc sub iudice lis est. Anche per via di questo precedente storico, per scongiurare future beghe giudiziarie infinite, è assolutamente indispensabile che il torneo 2019-2020 si concluda regolarmente. Naturalmente andranno prese tutte le precauzioni dettate dalla situazione attuale, con i singoli incontri da disputarsi a porte chiuse o, in alternativa, assicurando un parziale riempimento degli stadi (previa misurazione temperatura e fornitura di mascherine all'ingresso...), ad esempio al 10% della loro capienza (vietando l'ingresso agli over 40, i più soggetti alle complicanze da Covid-19), garantendo così un minimo di regolarità alle partite (che non rischierebbero di disputarsi in una cornice triste e desolata) e nel contempo riducendo al lumicino le probabilità di contagio. Si potrebbe ricominciare, è un'idea, il 2 giugno, per poi finire verso il 19 luglio (le rimanenti partite di Coppa dei Campioni e di Europa League verrebbero collocate a cavallo fra luglio ed agosto; per la Coppa Italia c'è tempo, magari nella stagione successiva..), favorendo la sistemazione serale (o comunque dalle 18:00 in poi) dei match, eludendo lo spauracchio delle alte temperature estive, che ad ogni modo per degli atleti professionisti non dovrebbero rappresentare un problema insormontabile, tanto meno un rischio per la salute, anche perché non mi risulta che in Italia vi sia una calura africana....

Insomma, una decisione così drastica ed irrevocabile, come quella dell'annullamento di un torneo, sarebbe tollerabile per un torneo amatoriale e non certo per il massimo campionato. E chi continua a praticare la strada del “No ad ogni costo” non solo se ne infischia allegramente delle esigenze altrui, ma non può dirsi un vero amante del calcio. Sicchè il loro trincerarsi dietro presunti rischi per la salute - cercando in realtà di celare maldestramente certi tornaconti personali - non fa altro che innalzare la curva dell'ipocrisia. Quella sì veramente nociva e dura ad estinguersi.

Foto di StockSnap da Pixabay 

 

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