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Ecco come cambiano le regole per partecipare al Premio Strega 2015

Si vuole agevolare la piccola e media editoria, ma, nel contempo, si chiede l’invio di 500 copie del libro in concorso a titolo gratuito.

 

 Cambia il regolamento del Premio Strega, ci sarà un nuovo meccanismo di voto e la salvaguardia dei piccoli e medi editori. Nel comunicato del 24 febbraio scorso gli organizzatori del Premio Strega vogliono così agevolare le piccole realtà editoriali asserendo che:

“Si istituisce una clausola di salvaguardia che favorisce la presenza, nella cinquina finalista, di piccoli e medi editori, assumendo la bibliodiversità come valore in sé e riconoscendo l’opera di promozione degli autori emergenti e della letteratura di ricerca condotta da questo importante segmento di mercato (pari a circa il 40%). Se nella cinquina non sarà compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo, si procederà all’inclusione di quel libro – o, in caso di ex aequo, quei libri – che avrà ottenuto il maggior numero di voti, determinando così una finale a sei o più candidati”.

Un bel passo in avanti verso il riconoscimento di chi non è un Big dell’editoria e, per questo, non dispone di grandi risorse economiche. Ma la presa in giro è all’interno della clausola che segue:

“Il Comitato direttivo è intervenuto su alcuni aspetti pratici del meccanismo di partecipazione,richiedendo un maggiore impegno a autori e editori. In particolare, l’invio gratuito di 500 copie cartacee necessarie alla giuria dovrà essere completato entro tempi tassativamente indicati, pena l’esclusione del libro dal concorso…”

500 (cinquecento) copie cartacee?

Ai signori dello Strega sembrerà persino incredibile, ma 500 copie di un libro non le vende quasi nessun piccolo editore, a maggior ragione se l’autore è un esordiente, figuriamoci se è nelle condizioni di “regalarle” a un Premio ormai ben noto per la sua predilezione agli autori Big e sottomesso alla grandi case editrici e gruppi librai.

Cari amici dello Strega, 500 copie gratuite sono un contributo a far fallire la piccola editoria o, quantomeno, a metterla in seria difficoltà e non contribuirà certo ad agevolarla. A un autore andrebbe anche peggio, il costo per acquistare dall’editore le 500 copie, anche se scontate, è pur sempre un impegno economico rilevante e un investimento che non vale la pena, conoscendo la pessima fama che il Premio si è fatto in questi ultimi anni.

Va da sé che il Premio Strega potrà vivere benissimo anche senza la partecipazione di tante piccole e medie case editrici, sono certo che non ne risentirà minimamente, ma resta comunque il fatto che lo Strega si è reso ridicolo una volta di più.

 Comunicato Premio Strega del 24.02.2015

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.245) 4 marzo 2015 10:29
    Damiano Mazzotti

    In un paese civile e serio il Premio avrebbe investito nell’acquisto diretto delle copie della piccola casa editrice con un autore promettente (tramite lo sponsor o contributi governativi come esiste nel caso del cinema, anche se in Italia non funzionano).

    Altrimenti i responsabili di un Premio avrebbero evitato la buffonata di quel genere di regolamento...

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