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Ebook escalation

Nella puntata di Ti racconto un libro (trasmissione televisiva curata da Annamaria Fontanella, con news e curiosità realizzate da Christian Mascheroni e Marta Perego) andata in onda il 14 Febbraio su Iris (rivedibile dalla rete QUI), si è tornato a parlare di Ebook. ‘Addio alla carta’ il titolo del servizio di chiusura, di Marta Perego.
 
Quando gli Ebook iniziarono a diffondersi nel mondo (la prima biblioteca digitale in italiano, il progetto Manuzio, risale al 1994, nel 1998 si immettono nel mercato i primi ebook reader per la cui diffusione industriale di massa sarà necessario aspettare un’ulteriore decina d’anni o poco meno, mentre passeranno altri due anni circa perché tale diffusione diventi raggiungibile anche in Italia ed economicamente abbordabile, arrivando al 2009-2010), in molti si concessero una sonora risata. Poi andarono avanti dimenticandosene o quasi.
 
Oggi, nel 2011 in Italia la situazione non è ancora statisticamente promettente: dalla giornata di Conferenza ‘If book then’ (tenutasi a Milano il 3 Febbraio) lo 0,1% del mercato editoriale proviene dalla vendita di ebook. C’è poi un picco che riguarda Milano: fino all’8% circa.
 
In particolare i dati delle vendite nel periodo delle festività appena concluse, raccontano di un’impennata nei supporti di letture e negli Ipad.
 
Negli States, invece, dove i livelli sono già dal 12% al 18% dell’intero mercato editoriale nazionale, sono ormai numerosi gli editori, e gli esperti di marketing, ad annunciare il prossimo avvento degli Ebook come il fisiologico passaggio che nell’arco di un decennio stravolgerà le dinamiche di fruizione dei testi scritti, più o meno come accadde con la musica quando dai cd si passò gradualmente all’uso dei file fruibili con le minime tecnologie necessarie ma soprattutto vendibili e acquistabili senza l’oggetto-cd.
 
Anche per i libri accadrà qualcosa del genere, pare: dall’oggetto-libro al contenuto virtuale-libro.
 
“Siamo entrati nell’era digitale a tutti gli effetti” sostiene Peter Brantley, Direttore della Federazione Biblioteche Digitali, uno dei promotori d’un circuito di circolazione dei libri virtuali in prestito che sta definendo una piattaforma per favorire il prestito. Continua Brantley: “I libri diventeranno dei software, parti del web, per questo gli editori dovranno ragionare seriamente sul loro ruolo”.
 
In Italia, comunque, la situazione è – come sempre – in lenta rincorsa. Eppure molte case editrici anche di medio-grandi dimensioni stanno in questi mesi aprendo lentamente i proprio cataloghi all’Ebook.
Ma quali conseguenze porterà?
 
A sentire gli esperti americani, cambierà completamente il modo di leggere. Il file è più duttile delle pagine di carta, favorisce le distrazioni, lo si può riempire di applicazioni aggiuntive, scorciatoie multimediali, applicazioni. Questo almeno è quanto emerso da una ricerca condotta da Henning Fisher: “Si apre un periodo di coesistenza tra i libri digitali e i libri di carta. Continueremo a leggere i libri di carta ma svilupperemo la capacità di confrontarci con un libro più interattivo, pensato per Ereader e Ipad”
 
Altra questione delicata, legata al marketing ma anche alla sopravvivenza delle case editrici, sembra essere la definizione dell’autore. C’è in particolar modo un’osservazione che più di altre mi sembra rilevante: “L’autore deve diventare un brand”. Il ragionamento in realtà è di economia di base: in un mercato ormai globale, dove i prodotti scritti sono rintracciabili più o meno allo stesso modo, dove attraverso le tecnologie chiunque può raggiungere qualunque cosa (con, aggiungo io, l’unico vincolo della comprensibilità della lingua); comunque in un mercato dove emergere è esponenzialmente più complesso, dove perdersi è quasi inevitabile. Quasi. C’è ancora un spiraglio, però: il brand. Far sì che il potenziale acquirente sappia sempre e facilmente come rintracciare ciò che vuole, nella fattispecie associando a un autore un brand che lo renda unico, riconoscibile, desiderabile, alla moda. Il brand, che tanto ha dominato la moda di tutto il mondo (e ancora è così) e che ha mutato negli ultimi decenni il volto di alcuni grandi mercati di consumo come il settore alimentare, quello delle automobili e ovviamente quello delle tecnologie; il brand pare ora essere la soluzione più appetibile al problema dell’ebook ‘goccia in mezzo al mare’.
 
C’è poi un’altra analisi interessante, in proposito, legata al futuro.
Si dice già che gli editori dovrebbero iniziare ora la trasformazione, il trasmutamento del loro catalogo cartaceo in contenuti multimediali. Ma lo si dice a gran voce specialmente per una fascia d’utenza: quella dei bambini soprattutto, ma anche degli adolescenti. Ovvero il futuro. Saranno loro, i bambini di oggi ma anche gli adolescenti, saranno loro insomma che decreteranno il fallimento delle case editrici nel futuro prossimo o la loro sopravvivenza. Saranno loro che compreranno, daranno traiettorie alla domanda, decreteranno successi o insuccessi. Acquisteranno e fruiranno, insomma. Ed è per loro che sta cambiando più velocemente il mercato editoriale, in piccola parte anche in Italia.
 
Ai bambini si propongono ebook pieni di giochi, applicazioni per far leggere il testo ad animali virtuali o per permettere di scrivere appunti, nonché si renderanno disponibili contenuti extra. Ai bambini s’insegna il più presto possibile come si leggerà nel futuro, cosa si potrà fare leggendo e avendo a disposizione tutti questi contenuti scintillanti, in parte divertenti, o che possono aiutare gli approfondimenti e i collegamenti anche tra libri diversi. Per i bambini il nuovo mercato editoriale digitale è quasi pronto.
 
Per gli adulti, specialmente in Italia, ci vorrà più tempo, difficilmente quantificabile.
 
Ma, a dispetto di quanto previsionato quando nacquero (ricordo che il progetto Gutenberg - considerato il momento in cui nacque l'idea di ciò che oggi chiamiamo Ebook - risale al 1971), gli Ebook sono 'un' futuro, i libri di carta sono il presente agganciato al passato.
 
Un’ultima annotazione, in merito ai cambiamenti ormai annunciati dall’Ebook escalation.
Fin ora nella rigida equazione commerciale c’è sempre stato un soggetto deficitario, una sorta di subalterno che pur potendo determinare l’andamento del mercato è finito spesso per esserne travolto: il lettore.
 
Nell’equazione, il lettore è il contendente meno forte. Può decidere se comprare (ma anche prendere in prestito o farsi prestare da qualcuno). Può decidere se il libro è piaciuto o meno. Ma raramente ciò che pensa è entrato nel complesso di dinamiche relazionali assieme ad autore, editore, critico, esperti del settore, esperti di marketing. Raramente, praticamente mai.
L’arrivo degli Ebook, invece, pare stravolgerà anche questa dinamica ormai consolidata. In parte per l’effetto brand, in parte per l’automatica conseguenza dell’interattività, sta di fatto che le stesse case editrici aperte alla rivoluzione digitale, si aspettano questo mutamento nel rapporto col cliente-acquirente-lettore.
“Il ruolo dell’editore cambia” dice Laura Donnini intervistata da Marta Perego, “l’editore deve iniziare a pensare che il consumatore è un essere attivo e non passivo, quindi bisogna dare voce e ascoltare”.
 
Ad ogni modo, qualunque sia l’approccio individuale, molte case editrici italiane medio grandi come Piemme (lo spiega con chiarezza Laura Donnini, amministratore delegato Piemme, nel servizio per Ti racconto un libro), stanno correndo ai ripari. Incremento e diffusione in larga scala degli Ebook per bambini, definizione dell’autore-brand, creazione d’un catalogo virtuale e una rete di distribuzione-fruizione easy-fast-economy.
 
Chissà quale sarà il primo libro in cui si leggerà d’un personaggio che comodamente sdraiato sul divano legge un libro dal suo Ipad, ascoltando la sua musica preferita ed evidenziandone alcune parti. Chissà.
 
Segnalo un'altra iniziativa in tema di Ebook e futuro dei libri: Ebook Lab Italia dal 3 al 5 Marzo a Rimini.
 
Sempre in tema di Ebook escalation, realtà varie italiane su Affaritaliani:
- 'Doppiozero', un laboratorio di idee che punta sul web:
"il libro si orienta sempre più verso la forma elettronica, meno costosa, più rapida nella diffusione, più facile da trasportare e da archiviare. Nel prossimo futuro, insomma, al libro tradizionale su carta si affiancherà il libro digitale, scaricabile da Internet. Ebbene, l’obiettivo è proprio questo: evitare che di questo cambiamento si avvantaggino soprattutto i grandi editori e i loro best seller, a scapito dei libri dedicati allo studio nei campi più diversi, che rischiano di restare confinati in quei magazzini del sapere che sono le grandi università o le istituzioni tradizionali sparse per il mondo."
L'e-book store di minimum fax? 200 download in soli tre giorni... Il bestseller è "Acqua in bocca" di Camilleri-Lucarelli... :
"Il nuovo eBook store di minimum fax registra già ottimi risultati di vendita dei propri titoli (direttamente da www.minimumfax.com), con più di 200 download nei primi tre giorni."
 [di seguito a questo pezzo, il riepilogo dei precedenti che si sono occupati dei dati di vendita degli Ebook in Italia - n.d.r.]
Anteprima/ Fandango sta cercando esordienti "a tema". E li pubblicherà su iPad...  :
 "La Fandango LIbri continua a puntare sul viral marketing. [...] a brevissimo la casa editrice indipendente romana lancerà un nuovo portale e inviterà autori debuttanti a inviare brevi racconti ' a tema'. I migliori dovrebbero essere pubblicati sul (mini)sito dell'operazione, su quello di Fandango Libri, in versione e-book, e su iPad (attraverso un'apposita applicazione)."
 
Su Minima e Moralia, un articolo di Carlo Mazza Galanti (originariamente pubblicato su Alias) che propone un'analisi ragionata del libro La quarta rivoluzione, sei lezioni sul futuro del libro (Laterza) di Gino Roncaglia:
- Ebook: l'insostenibile leggerezza della lettura digitale
"Appurata l’ineluttabilità di uno sviluppo digitale di massa della lettura, il principale motivo di intervento sociale del libro di Roncaglia risiede tuttavia nella necessità di preservare determinate caratteristiche del cartaceo anche in questo nuovo “mondo”, per non dimenticare “i piaceri delle forme di testualità legate alla cultura del libro”. Sarà fondamentale, soprattutto per i cosiddetti digital born (le persone nate e cresciute in un ambiente già saturo di tecnologia digitale), non abbandonare la ricezione al dominio esclusivo del multimediale. Su questo punto Roncaglia è molto fermo ma anche, forse, poco realistico. Bibliotecari e addetti ai lavori potranno e dovranno certo operare in questo senso, con azioni di tipo tecnico e specialistico, ma difficilmente si otterrà molto se non si saprà allo stesso tempo instillare nell’organismo sociale una sensibilità per molti versi controcorrente rispetto alla vulgata sviluppista e tecno-feticista onnipresente nel nostro paesaggio mediatico. Allo stato delle cose, si fatica a immaginare come i nuovi strumenti tecnologici potranno salvaguardare le risorse del vecchio libro senza trasformare la lettura in un consumo di “orpelli multimediali” (l’espressione è di Roncaglia) dispersivi e dissipanti. Chi vorrà, ad esempio, comprare un dispositivo specifico di lettura quando potrà avere a prezzi simili (come presto sarà) un tablet capace di navigare e supportare qualsiasi genere di applicazione, trasformando perciò stesso il luogo della lettura in piattaforma multitasking e social media: caratteristiche diametralmente opposte a quelle attraverso cui si è venuta formando la mentalità libresca, ciò che Steiner chiamava bookishness (cioè monocodalità e ricezione solitaria)?"
 
 
 
Link
 
Il sito di ‘If book then’.
Ti racconto un libro su Facebook.
Ti racconto un libro, la trasmissione sul sito di Mediaset.
Ti racconto un libro sul sito di Iris.
 
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Immagine rintracciata QUI.

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