È morto Amato Lamberti. Ritratto di un sociologo contro la Camorra

Amato Lamberti era nato in un paesino del Piemonte, il 6 aprile del 1943, si trasferì a 15 anni con la sua famiglia a Salerno. Fu docente della facoltà di Sociologia alla Federico II di Napoli, divenendo, poi, fondatore e direttore dell'Osservatorio sulla camorra della fondazione Colasanto e, infine, coordinando l'edizione del Coriere del Mezzogiorno.

La sua passione per la politica lo portò ad essere uno dei maggiori esponenti dei Verdi in Campania ricoprendo prima il ruolo di assessore della Normalità a Napoli e, nel 1995 fino al 2004, presidente della Provincia di Napoli, riuscendo a risanare il disastroso bilancio lasciato dalla precedente amministrazione.

Gli amici e i colleghi lo ricordano per la sua determinazione nella lotta contro il crimine organizzato, per le sue denunce nei confronti dell'infiltrazione mafiosa nelle istituzioni, per il suo rigore morale, così forte da fargli rinunciare ai privilegi della casta (come ad esempio l'auto blu che non usò mai).

Parole di conforto e di stima arrivano da tutte le istituzioni a lui più vicine, il Sindaco lo descrive come "lucido analista della società e politico rigoroso, che mai ha smarrito la coscienza ecologista e la bussola della questione morale", mentre il Consiglio Regionale esprime il suo cordoglio, attraverso le parole del suo presidente, Paolo Romano "La Campania ricorderà sempre la figura di un uomo che ha profuso un concreto ed encomiabile impegno al servizio della nostra collettività rivestendo un ruolo significativo sul fronte della lotta contro ogni forma di criminalità organizzata. Ci associamo al dolore dei familiari e dei concitttadini tutti".

Anche il suo successore, Luigi Cesareo ha tenuto a sottolineare il grande aspetto umano, la gentilizza e la sensibilità sociale che Lamberti aveva e che hanno lasciato un segno vivo nella mente di chi lo ha conosciuto.