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E-Book: Europa ancora fanalino di coda

In Usa gli e-book volano, nel Vecchio Continente sono fermi al palo. Gli editori si riunisco a Bruxelles per fare il punto con la vice-presidente Neelie Kroes (nella foto). Riuniti anche i “Digital Champions”, per l'Italia il partecipa il Ministro Corrado Passera

Negli Stati Uniti gli e-book rappresentano il 31% del mercato dei libri, in Europa solo l'1%. Anche se vi sono felici eccezioni come il 15% della Gran Bretagna, il Vecchio Continente è ancora molto in ritardo rispetto al Nord America. 

Per comprendere le ragioni e capire cosa si può fare per smuovere un mercato addormentato, lo scorso 26 giugno si sono riuniti a Bruxelles i rappresentanti dell'industria editoriale legata agli e-book. Alla riunione ha partecipato anche Neelie Kroes vicepresidente della Commissione europea Agenda Digitale.

Neelie Kroes ha sottolineato che l'Europa annovera sette tra i primi 10 gruppi editoriali a livello mondiale per fatturato ed ha aggiunto: «Il futuro è digitale: le persone sono sempre più online e per restare in gioco, anche il settore dell'editoria deve mettere in campo strumenti adeguati. Ed è venuto il momento di sollecitare il cambiamento anche ai responsabili politici, affinché favoriscano con leggi adeguate la diffusione dei libri elettronici».

E-book: IVA troppo alta e file di controllo

Se tutti sono consapevoli dei vantaggi che forniscono agli utenti gli e-book, perché in Europa è così difficile acquistare un libro elettronico da un Paese all'altro? Perché gli e-book non usufruiscono delle stesse agevolazioni dei libri cartacei?

Le motivazioni sono molte e diversificate, come ha evidenziato la vice presidente della Commissione Europea, e non solo relative a standard o tecnologie.

«In realtà, - ha spiegato Neelie Kroes- quello che manca è la mentalità giusta e il modello di business nel settore. A questo si aggiunga che una volta acquistato il libro non posso accedervi come vorrei e non posso nemmeno prestare il mio e-book a causa del DRM o file di controllo. Infine c'è il problema dell'IVA: i libri cartacei usufruiscono di un'aliquota agevolata, mentre gli e-book vengono considerati strumenti elettronici e sono gravati da un'aliquota molto alta». E-book

Tutto ciò inevitabilmente penalizza il mercato, e per questo i partecipanti alla riunione hanno stilato una dichiarazione congiunta che li impegna a operare in modo da abbattere le barriere che arginano la diffusione degli e-book in Europa. I primi provvedimenti richiesti sono la riduzione dell'aliquota IVA e l'abolizione del DRM o Digital Rights Management, il cui significato letterale è "gestione dei diritti digitali", ovvero il file che non consente di scambiare o “prestare” l'e-book regolarmente acquistato.

Ma sarà sufficiente questa “dichiarazione congiunta” oppure resterà solo un semplice foglio di carta che non troverà mai attuazione?

I “Digital Champions”

Ma Neelie Kroes non si è limitata a riunire gli editori, lo scorso 25 giugno aveva raccolto per un incontro quelli che lei stessa ha definito i “Digital Champions” ovvero le persone che in 10 Stati dell'Unione si faranno carico di promuovere e attuare i progetti per la società digitale. 

Il “campione” italiano è Corrado Passera e fin qui tutto bene, abbiamo già parlato delle dichiarazioni di intenti del Ministro in ambito Agenda Digitale. Ma poi mi sono chiesta quale fosse il rapporto tra il Ministro e le tecnologie digitali, che tipo di dimestichezza egli abbia con l’Information Technology e… ho navigato un po' il sito dell'Europa. Sono andata alla pagina dedicata all'Agenda Digitale dove vengono presentati i rappresentanti dei vari Stati, e ovviamente mi sono precipitata a cliccare su quello di Corrado Passera e.... ed ho scoperto che è l'unico a pubblicare una bella foto ma nessun link o indirizzo e-mail per poterlo contattare, alla faccia dell'informatizzazione e dell'agenda digitale. 

Non ci credete? Verificate!!!!!

Ma oggi, come ci ricordano le prime pagine dei nostri quotidiani, il nostro Ministro per lo Sviluppo Economico ha anche altri guai a cui pensare e a cui dare risposte… Temo che non si troverà un supertecnico di comprovata esperienza (sul modello di Enrico Bondi con Parmalat, ad esempio) che sappia dove mettere le mani, agenda digitale e sviluppo di editoria elettronica continueranno, in Italia, a restare lettera morta.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.85) 5 luglio 2012 18:45

    Purtroppo in Italia si parla poco di e-book e molto persone non ne conoscono la comodità e la convenienza. Si sentono solo le solite voci che dicono "meglio il vecchio libro di carta".... 

    eppure con gli e-book i libri costano meno, sono sempre disponibili...
    Ma l’italia è sempre in ritardo sulla tecnologia.
    Corrado

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