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Duemilanove: morto che parla

Il corpo nella foto è il nostro paese. Per la precisione, l’immagine riportata mostra una simpatica scampagnata marinareccia in quel di Napoli che, per il non darsi la noia di esser tediata da un cadavere di 70 anni, decide di buon grado (e di comune, tacito accordo) d’occultare il corpo dello sventurato con asciugamano e ombrellone piegato. Sintesi del cinismo, del mood non vedo-non c’è, l’era di google la tv internet: articoli scritti davvero male su questo tenore se ne sono letti, dal corriere in giu (o su). Pessimi, scontati, pensati davvero male.

Un’altra idea, quelle immagini, possono portarla. Appunto, quella che vedrebbe sulla scena, nella parte del de cuius, la nostra cadaverica democrazia, già ai ferri corti con l’anagrafe, assediata dalla fame e all’alzheimer, morta fra i suoi nel più completo disinteresse. Così le vicende maleodoranti di carogna, che avvelenano qualcuno, prenotano la pagina sul quotidiano e come fumi odorosi diradano col tempo e l’aria. Nuvolette verdi, allontanate dalla corrente. L’estate continua (così come la vacanza spiaggiara di Napoli, quel giorno, doveva continuare) e ci mangiamo addosso, quasi sado-ghiotti, tutto il propinabile. Riusciamo a digerire stragi impunite, presidenti corrotti e corruttori, correnti ricattatorie, imbonitori da quattro spicci col belletto buono, che funziona. E opposizioni comiche, giornali finti in plastica e giornali sedicenti veri che valgono sempre meno la moneta col quale li si compra.

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Parliamo chiaro, volendo: la perdita di senso di Repubblica e la D’Addario, la logica dei titoloni sulla escort a Parigi, in tribunale, sul calendario, da Rafsanjani. Gli editoriali di D’Avanzo e Giannini dai titoli perentoriamente uguali (se si eccettua l’aggettivo): schema SINONIMO B. + ATTRIBUTO, oppure KEYWORDS SULLA SITUAZIONE ITALIANA + ATTRIBUTO. E la condotta ondivaga sulla Ru486, speranza di non inimicarsi la chiesa, che ora serve. La continua ricerca di ecclesiasticità avverse al governo, fossero sacrestani ancora da confermare. E il seguire da pagina 10 le vicende siciliane, le svolte sulle stragi di stato. E L’Unità, eh..quella..che le vicende siciliane le segue poco di più? Può lasciar esprimere, su questo, Annedda Finocchiaro? Sembra di sì.

Che Why Not chiuda virtualmente i battenti, con le dimissioni dalla magistratura del procuratore Apicella, a nessuno importa. Del Comune di Fondi, insoluto, chissene. Degli aquilani, sindaco Cialente compreso, ai quali non rimane che farsi torce umane per attirare l’attenzione di qualcuno, idem (gli italiani cominciano a sbuffare, a sentir parlare d’Abbruzzo. “Non vi basta?”. Fidatevi). E le ambigue censure informatiche in parlamento (YouTube, Facebook, persino Dagospia) e su Facebook (vittime molti che del mezzo si servivano per veicolare informazione)?

A galla, organo per organo. Tutti gonfiati dall’acqua assassina, che tiene a mantenerci all’aria. Come a mostrarci sua vittima. Sulla spiaggia qualcuno ci coprirà con teli e ombrelloni.
TheSC

Fuorinota:
“Informare per resistere”, colosso FB da 22000 sostenitori, nostri lettori e amplificatori. Grazie.

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