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Due oblò sul XXI secolo: le imprese accademiche e il libero scambio delle menti

 

Il Kauffman Thoughtbook 2011, rapporto annuale della Fondazione americana Kauffman, andrebbe letto con attenzione nei circoli accademici italiani e tra i responsabili della politica universitaria. Ciò che anzitutto balza agli occhi dalla sua lettura è che le università del 21mo secolo saranno molto diverse da quelle ereditate dal secondo millennio.

Quello che s’intravede è un profilo imprenditoriale delle università – “imprese accademiche” le definisce la Fondazione Kauffman. Imprese che operano globalmente ponendosi ai crocevia della crescente circolazione mondiale dei cervelli. Milioni di studenti frequentano università straniere, il 57% in più rispetto al passato decennio. E gli stessi professori sono ormai dei nomadi della conoscenza, globetrotter della scienza che cambia il mondo. Secondo la Kauffman, la metà dei migliori professori di fisica al mondo insegna in università al di fuori dei paesi nativi. Per trovarsi nei punti di snodo, le imprese accademiche aprono sedi in Asia e Medio Oriente. Oggi si contano 162 campus universitari creati dai processi d’internazionalizzazione delle università che mutano in imprese accademiche, un aumento del 43% rispetto al trascorso decennio. Tra i ‘mutanti’ si trovano università prestigiose coma la New York University e l’Università di Nottingham. Tra le imprese accademiche nella loro infanzia o adolescenti, si annoverano la Singularity University di San Francisco e l’International Entrepreneurship Academy originata in Olanda.

Forte è la tentazione delle università radicate nel 20mo secolo di proteggersi dagli attacchi sferrati dalle imprese accademiche e dalle loro sorelle ‘mutanti’. Il protezionismo le porterebbe in un vicolo cieco. Non avrebbero, infatti, accesso ai guadagni intellettuali prodotti dalla circolazione internazionale di studenti e professori. Come si legge nel rapporto della Kauffman, l’eccellenza accademica si conquista abbattendo le barriere protezionistiche, continuando ad assumere e accogliere i migliori studenti e professori dal mondo, inviando all’estero i propri, rafforzando la ricerca con collaborazioni internazionali.

Il libero scambio del 21mo secolo si chiama “libero scambio delle menti”. La libera circolazione delle merci spalancò le porte al progresso della rivoluzione industriale. La libera circolazione delle menti, con la globalizzazione dell’istruzione superiore e avanzata, produce nuova conoscenza, ne accelera la diffusione, la trasforma in tecnologie esponenziali che generano imprese internazionali con alto potenziale di crescita, trainate dalla rivoluzione scientifica in corso.

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