• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Due Bronzi per due Caravaggio

Due Bronzi per due Caravaggio

I Bronzi non sono ostaggio della 'Ndrangheta, checché ne dica Vittorio Sgarbi.

Il baratto proposto da Vittorio Sgarbi alla Calabria in cambio dei Bronzi di Riace, consisterebbe in uno scambio con due tele del Caravaggio, il tutto durante i sei mesi d'Expo a Milano.

Sgarbi (critico d'arte), Speranza (sindaco di Lametia Terme) e Francesco Talarico (presidente del consiglio regionale) sono gli autori delle affermazioni (sinteticamente riportate) riguardo la stravagante e provocatoria proposta del neo "ambasciatore Expo per le Belle Arti".

"Bronzi di Riace ostaggio della 'Ndrangheta".

"Non devono essere i Bronzi ad andare a Milano ma devono essere i turisti, che verranno a Milano da tutto il mondo per l’Expo, a venire in Calabria".

"...dovremmo seriamente riflettere prima di lanciare idee, senza dubbio straordinarie, ma, evidentemente, prive di praticabilità".

Bronzi a Milano sì, Bronzi a Milano no.

E' certamente un rischio, così come dichiarato dai tecnici della Sovrintendenza Archeologica della Calabria e dall’Istituto centrale per il Restauro che per quattro anni hanno chirurgicamente restaurato i guerrieri greci nell’apposita sala allestita a Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale della Calabria.

I Bronzi devono essere visitati in Calabria, ma sono rare quelle visite deputate esclusivamente ai Bronzi, spesso "mordi e fuggi", perché il turista (lo studioso), non è in grado di sapere cosa possa offrire il territorio (oltre i Bronzi).

Prendi un aereo, atterri a Reggio Calabria, taxi direzione Museo Nazionale, sala Piacentini, Bronzi, Pinakes di Marasà, testa bronzea di Basilea, Kouros marmoreo, già che sei lì visiti i due dioscuri a cavallo.

Poi?

Esci dal volume climatizzato del museo, con un buon gelato in mano percorri il bel lungomare imbattendoti in interessanti sculture d'arte contemporanea tra alberi maestosi. 
Magari pernotti.

Poi?

Se sei fortunato ottieni interessanti risposte alle tue richieste sul cosa vedere nell'hinterland, dalla reception dell'hotel o dal passante di turno, o dal tablet.Ti senti comunque spaesato.

E' inutile sponsorizzare pacchetti turistici legatii al soggiorno a Milano, che propongano di visitare i Bronzi e la Calabria. Come afferma Speranza, "per fare questo ci vorrebbe programmazione e lungimiranza". Cose che non ci sono mai state e mai ci saranno se a governare questa terra saranno sempre gli stessi figli (anche putativi) di chi lungimirante non è mai stato, e ne abbiamo le prove.

Indipendentemente dai pacchetti turistici "devianti", sarebbe sempre una visita mordi e fuggi alla stregua di quella descritta in precedenza, questo non è turismo. Basta parlare di turismo, non siamo in grado di parlarne e di crearne. Oggi. Pianificare il turismo è una scienza e come tale non può essere improvvisata; ha alla base un comune denominatore che è il cittadino.

"Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza", dice Carlo Petrini, fondatore di Slow Food.

Solo pianificando, prima per il "cittadino residente" e poi, insieme al cittadino residente, per "l'estraneo", si potrà attingere alle ricchezze derivanti dal turismo. Non potremo mai essere in grado di pianificare turismo se i ministri della Cultura e del Turismo intendono ricoprire di campi da golf tutto il Sud, se il patron di Eataly, che gestirà gran parte dell'Expo, propone la trasformazione del Sud in un unico Sharm El Sheik.

Franceschini e Farinetti veicolano oggi la cultura, gastronomica e non, in Italia, anche attraverso queste affermazioni. Eppure qualcosa non torna, Farinetti ha legato la sua attività all'inossidabile Slow-Food, l'associazione che da quasi trent'anni ha tra i propri fini la difesa della biodiversità alimentare e l’educazione al gusto. 

Slow-Food è il consulente strategico di Eataly; evidentemente la consulenza non ha ancora prodotto i frutti sperati, non ha instillato in Farinetti la cultura dei prodotti buoni, puliti e giusti, così lontana dal turismo stile Sharm El Sheik.

Se la qualità della vita di cui parla Carlo Petrini resta appesa al filo dell'indigenza, difficilmente un turista tornerà a visitare (anche) i Bronzi.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità