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 Home page > Attualità > Cultura > Disfunzioni Celebrali - Piero Tuzzo. Ed è ancora... solidarietà!

Disfunzioni Celebrali - Piero Tuzzo. Ed è ancora... solidarietà!

"Se non trovi una soluzione, sei parte del problema"

Piero Tuzzo, un ragazzo con un sogno.
Piero Tuzzo, un ragazzo che sta trasformando un sogno in realtà.

Sono stata contattata da Piero in FB per cercare il modo migliore per pubblicizzare l’uscita del suo libro. Piero parla veloce, anzi scrive veloce, vuole ad ogni costo convincerti, e ti fa domande, e ti segue e ti manda mail.

Ci ho messo un po’ a capire quale fosse il fine ultimo. E poi, è stato un attimo.

Al solito lascio che sia l’autore a descrivere la sua creatura, mi preme solo dire, questa volta sì, prestate orecchio...

Chi è Piero Tuzzo?

Un ragazzo come tanti, che prova a comunicare e raccontare quello che vive attraverso la scrittura e la poesia.E che crede ancora nei sogni.
Siciliano , fiero di esserlo al 1000 per cento.

Piero, brevissimamente, parlami di te e di come hai fatto a cacciarti in questa avventura, proprio tu che con la scrittura...

Mi sono sempre piaciuti i numeri, i giochi matematici.
Non mi sono mai sentito portato per l’italiano, per la scrittura.
Mio padre diceva sempre che per scrivere bisogna leggere.
E’ vero ed aggiungo: anche avere qualcosa da raccontare.
Ed io non sono mai stato bravo a scrivere. Soprattuto in versi, prosastici.
Non parliamo poi di scrivere in Inglese.

Ma allora che è successo? cos’ha fatto scoccare la scintilla?

Eh! tutto è cominciato quando, in un quel pub a fine Agosto, ebbi l’ispirazione a scrivere la prima poesia ("Nostalgia"). Dopo, non ho più smesso. Come scrivo in "Ispirazione Poetica" (tratta dal libro): "Mi giro mi guardo intorno, osservo, penso, trovo energia e ispirazione dagli occhi della gente, dal ricordo di un amore, dall’incontro con una ragazza, dall’ascolto di una canzone.
E’ un attimo, un flash, un’illuminazione..."

E da quella volta?

Da allora era trascorso poco più di un mese. E avevo scritto tanto. Fiumi di parole.
Ero divorato dalla voglia di scrivere. Come impossessato da un Spirito, una Forza soprannaturale. Erano proprio i primi di ottobre quando decisi che avrei voluto pubblicare tutto ciò che avevo scritto. Per lasciare una traccia di me. Diversa. Forse complementare.

Quindi?

Raggruppai tutte le poesie in un libro/raccolta, a cui diedi il nome di "Disfunzioni Celebrali" - Poesie, Poemetti e Altro. (Celebrali con la "l" e non con la "r": capirete nelle Note dell’autore il perché).
Cos’era "’altro"? Ancora non lo sapevo neanche io. Ma ci sarebbe stato... qualcos’altro.

Come sei passato dall’idea al fatto? E soprattutto: da cosa l’idea di dare tutto in beneficenza?


Era l’11 ottobre del 2007. Ero in metro. A Milano. Stavo andando al lavoro.
Stavo leggendo un giornale. Lo ricordo ancora: 24’ (venti quattro minuti).
Sfogliandolo, vidi l’immagine di un bambino.
Non uno come tanti.
Non era occidentale. I tratti somatici erano palesemente diversi.
Anche il suo abbigliamento era diverso
Stava cercando di trovare, tra la spazzatura, qualcosa di utile, forse qualcosa per poter mangiare.
Le sue piccole mani cercavano tra le onde dei rifiuti della strada, qualcosa per nutrirsi.
I suoi occhi chiedevano aiuto. Lo guardai bene: le sue mani, i suoi occhi, le sue gambe e pensai: "Se non trovi una soluzione, sei parte del problema".

Decisi che avrei devoluto l’intero ricavato del mio libro ad una Onlus che aiutava i bimbi, se mai lo avessi pubblicato.

Allora fu lì che nacque l’idea reale di rivolgersi ad una casa editrice?

Girai la pagina del giornale e, sul retro, vidi un annuncio di una Casa Editrice: La Casa Editrice il Filo, che cercava scrittori emergenti.

Perché proprio il Madagascar?

Inizialmente contattai una Onlus, una di quelle grandi.
Se fossimo nel campo della consulenza, per fare il paragone, direi una delle Top Five. Era una con lo stemma dell’Africa come logo. Dice che aiuta milioni di bambini Africani.
Dopo ben 2 mesi e varie email e telefonate di sollecito, mi risposero che se volevo pubblicare nel libro il loro logo avremmo dovuto fare un accordo, che prevedeva l’uscita in anticipo di 10.000 €.

Il giorno dopo, la mia amica Claudia mi parlò di un’associazione "Eleonora per Vincere" (nata in seguito alla morte di una sua amica, chiamata Eleonora ) e di una Onlus ad essa legata, che aiutava i bambini del Madacascar: l’associazione "Amici del Madagascar".
Ne è nato un progetto personale il quale prevede, oltre la raccolta fondi, di organizzare una spedizione in Madascar, proprio per essere testimoni dei soldi spesi. E per aiutare la gente in loco.
Una sorta di Grande Fratello, con persone che non si conoscono.

Per tornare all’inizio... è davvero un sogno tramutato in reltà! Un impegno, la voglia di arrivare a tutti i costi..

Il mio libro inizia con una frase, che rappresenta la mia ricerca di rendere possibile l’impossibile,di tradurre i sogni in azioni "Ho imparato a far volare i miei sogni lontano, con le proprie ali, e ho dato loro da mangiare, affinché potessero tornare e come uccelli cantassero per me".

Vuoi aggiungere ancora qualcosa, per concludere questa nostra chiacchierata... online?

Sarei felice se mi contattaste su Facebook. Il mio nome è Piero Tuzzo.
Il mio sogno? Per quest’anno, arrivare a raccogliere, per l’associazione Amici del Madacascar 10.001 €....

E per il futuro?


Esportare la Sicilia nel mondo, fare in modo che tutti, almeno una volta nella loro vita, possano ammirarla, assaporarla... senza, però, dimenticare di contribuire ad aiutare persone e paesi meno fortunati, con più problemi, come l’Africa o, appunto, i bambini del Madagascar.



Commenti all'articolo

  • Di Adele Ciauri (---.---.---.169) 24 gennaio 2009 21:20

    ma allora ...mi hai messo alla prova...prima mi chiedi di pubblicizzarti , poi mi chiedi perchè lo farei, poi mi fai dubitare di me stessa...mano male che sono sveglia nonostante i 53 anni...!!!
    Ma sei scemo...!!
    Avevo letto che volevi devolvere tutto a scopi benefici e per questo ho fatto il passa parola..
    Ora mi dici di non coinvolgerti più...ma che fai... babbiii..
    Il domani è tuo e dei miei figli, non puoi chiudere gli occhi, leggi , scegli, fra ciò che ti invio...e poi mi dirai...non voglio essere più selettiva...fatelo voi...io non ho tempo da perdere...passo parola..sono una scintilla...Ciao

    • Di Piero Tuzzo (---.---.---.41) 25 gennaio 2009 14:22

      Cara Adele. Non capisco di cosa tu stia parlando.
      Relativamente alla frase "Ora mi hai detto di non conivoilgerti piu", se ti riferisci alla nostra discussioe, era riferita al fatto che ricevevo e ricevo da parte tua, troppe richieste di adesioni a gruppi, con diverse finalità. Ritengo che Facebook, puo’ essere un ottimo strumeto per fare un passa parola ma 1) Bisogna finalizzare le proprie "Battaglie" 2)non debba diventare SPAM. 
      Tutto qui. Spero di aver chiarito, almeno in parte i tuoi dubbi e le tue perplessita.
      Sono come mi leggi, non ho muri ne bisogno di nascondermi.

      PS: Grazie per lo Scemo. Anche il mio prof. di matematica e italiano, lo pensava smiley

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