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Disabilità e riforma della Pubblica Amministrazione

Fra le iniziative di riforma della Pubblica Amministrazione in cantiere ad opera del Ministro Renato Brunetta, vi è quella dell’istituzione di una Autority per la valutazione dei servizi erogati al cittadino/utente.
 
Innanzitutto va da se che sarebbe opportuno estenderne l’ambito di competenza a tutti i pubblici servizi, anche a quelli erogati da soggetti privati, come ad esempio gli Istituti di Credito.
 
Passando, poi, ai disabili ed alla conclamata mancata applicazione della normativa che ne prevede l’integrazione sociale, uno dei problemi che la nuova Autority potrebbe affrontare è quello dell’accessibilità degli edifici e degli impianti utilizzati nell’erogazione dei pubblici servizi, e ciò sia per il cittadino/utente sia per i dipendenti/lavoratori.

Molto banalmente l’Autority dovrebbero accertare se sono o meno accessibili le agenzie bancarie, gli uffici postali, le scuole, gli uffici pubblici in genere, i mezzi di trasporto pubblici, gli impianti sportivi e così via; in carenza, dovrebbe pretendere un programma di adeguamento per renderli tali nel tempo.
 
Non si può certamente valutare un servizio pubblico senza verificare sia che esso sia reso a tutti i cittadini, disabili compresi, sia che esso sia svolto utilizzando personale anche disabile; insomma, senza verificare che non discrimini in alcun modo i disabili. E’ una esigenza di parità dinanzi alla legge, riportata a chiare lettere nella nostra Costituzione.
 
Tutto ciò è decisamente banale; ma maledettamente importante per tutti noi, che, ricordiamolo, siamo sempre comunque potenziali disabili.

E siamo certi dell’impegno su queste problematiche del Ministro, la cui azione appare sempre più incisiva (a differenza di quella di taluni suoi colleghi).

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