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 Home page > Tribuna Libera > Terzi: le dimissioni e l’ipocrisia di un paese

Terzi: le dimissioni e l’ipocrisia di un paese

Le dimissioni di un Ministro, ancorché di un governo già dimissionario, fanno scalpore. Se poi questo atto avviene in aperta contrapposizione con le decisioni dei suoi stessi colleghi di governo, è ancora più grave.

Ma la gravità non sta nelle sue dimissioni, bensì nelle azioni intraprese da un governicchio troppo schiavo degli interessi bancari ed economici.

Sacrificare i due Marò sarebbe la strada migliore per assicurare commesse da favola a Finmeccanica. Due agnelli per un caprone. Scambio equo. Alla fine, c'è da scommetterci, i nostri due leoni rimarranno in gattabuia per 7 anni (pena massima prevista dall'ordinamento dei vaccari), mentre le industrie faranno affari d'oro con la nuova superpotenza emergente.

Bene così. Noi sempre pecore, gli altri sempre vittoriosi. Se c'è da fare un appunto al Ministro Terzi, lo farei sulla tempistica: avrebbe dovuto mandare a quel paese il governo mesi fa. Adesso, come molti strani ed ignavi personaggi hanno detto e scritto, lui passa per lo "Schettino" della situazione.


Però questi signori (giornalai, politicanti, militanti e militari falliti), dov'erano negli scorsi mesi quando noi facevamo casino per la liberazione dei due ostaggi italiani? Dov'erano, questi sacri untori, quando l'Italia intera gridava "Liberateli"? Oggi son tutti bravi, come al solito. Buon per loro.
 
Altro personaggio che dovrebbe dimettersi da tutte le cariche è il sinistro segretario. Ha distrutto quel poco che rimaneva della sinistra italiana, ha preteso di essere eletto alle primarie, ha voluto l'incarico dall'imperatore. E adesso tornerà con la coda tra le gambe, a casa sua. Ma ancora non parla di resa. Forse non capisce che il suo attaccamento alla poltrona rovinerà l'Italia che già adesso è sulla strada che porta verso la Grecia, Cipro e la Slovenia. Un bel tour delle favelas europee.

E tutto questo, ovviamente, servirà a gonfiare le casse teutoniche. Cipro rischia il default, perché ha un grosso debito con le banche tedesche. E così, per restituire il denaro, si era deciso di prelevare forzatamente i soldi da tutti i conti corrente (decisione poi rivista solo per quelli sopra i 100 mila euro).

Capite, adesso, perché il professore ha preteso che noi tutti fossimo obbligati a tenere i soldi in banca? Domani potrebbero tranquillamente toglierci quanto vorranno, senza che noi potremo far nulla. Come fece un suo predecessore qualche decennio fa... ricordate? Bene, preparatevi sin da adesso. Forse sarebbe finalmente l'ora di mettere in ginocchio le banche togliendo loro tutto il nostro denaro. Vorrei vedere i bancomat bollenti, ma so già che vedrò le solite pecore al pascolo.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.252) 28 marzo 2013 14:58

    Bravo Giampiero,

    hai fotografato perfettamente la situazione. Il governo Monti ha dato ulteriore impulso alla fuga di capitali, cittadini e imprese, mandando a picco PIL e lavoro. Il colpo di grazia a conclusione di un anno e mezzo di rovine.
    Quanto ai due marò, gli affari sono affari, i marò sono il prezzo da pagare.
    Al diavolo l’umanesimo!
    CESARE ZACCARIA
  • Di Il Gufo (---.---.---.35) 29 marzo 2013 02:00

    Che le piaccia o meno "i nostri due leoni" hanno sparato ed ucciso due civili.
    Sette anni sono molto di più di quanto si beccano i poliziotti assassini qui da noi, ma che ci vuole fare, i "vaccari" hanno un certo senso della giustizia.

    • Di Giampiero Cirnigliaro (---.---.---.79) 29 marzo 2013 18:42

      Che le piaccia o meno, i nostri due Militari hanno certamente sparato, ma ancora non c’è alcuna prova che abbiano ucciso i due poveri pescatori. Che le piaccia o meno, anche in India, la Giustizia ha bisogno di prove, non di capri espiatori. Che le piaccia o meno, subito dopo l’evento, una petroliera molto simile a quella italiana, battente bandiera greca, si allontanò in tutta fretta dalla zona della sparatoria e si diresse verso il largo, rifiutandosi di rispondere alle autorità indiane (come invece hanno fatto gli italiani). Che le piaccia o meno, sono abituato a parlare di colpevoli quando vi sono condanne definitive. Il giustizialismo gratuito non alberga in me. Se sono colpevoli (con le prove portate in tribunale), è giusto che paghino. Ma in ogni caso, come le leggi internazionali prevedono, devono essere giudicati e, eventualmente, incarcerati in Italia. Lo prevede il Codice della Navigazione, le Leggi Internazionali, gli accordi tra Stati, il buonsenso. Che le piaccia o meno, io sono ITALIANO e pretendo che i miei compatrioti vengano rispettati. Anche dai civilissimi vaccari.

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