• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Della sinistra. Sconfitta e comunicazione

Della sinistra. Sconfitta e comunicazione

Mille le cose che mi girano in testa stasera, ma la sintesi è d’obbligo. Quindi, vado per concetti.

1. La sinistra si è arroccata in questi anni attorno a lobby, consorterie, gruppi di potere. Questo l’ha allontanata dai suoi elettori.


2. Per fare ciò ha usato un lessico incomprensibile ai più. Insomma, parlavano e non si capiva un tubo. Gli intellettuali, i radical chic che nascono bene, l’hanno prima occupata militarmente e dopo sotterrata. e hanno usato le parole per farlo, la loro cultura e preparazione.

3. Gramsci diceva: studiate, abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Della loro, non di dimostrare loro quanto noi siamo intelligenti, facendoli sentire ancora più scemi. E’ così che Berlusconi ha vinto. Facendoli sentire intelligenti.

4. La rete è il mezzo del futuro per colmare questo gap. E’ un mezzo difficile da usare, come tutti quei mezzi che partono dal basso. Ma è un mezzo che in potenza ha un dono, quello dell’ubiquità. Nel suo piccolo quello che è accaduto ieri al comizio di D’Alema può far capire ciò che dico (questo il link a un thread (gruppo di discussione) tenutosi su FriendFeed). Lì c’erano un gruppo di iscritti che hanno riportato, in tempo reale, e come potevano, quello che stava accadendo davanti a loro. Io ero a casa mia ma anche li. Già dato, diranno molti. Già, ma non c’era stata la resistenza iraniana e il dramma di viareggio vissuto in diretta via YT.

Studiamo, come diceva Gramsci. Usiamo la nostra intelligenza. andiamo dove succedono le cose e twittiamo, postiamo, scriviamo nei blog. Ma in tempo reale. Facciamo cronaca in diretta e non occorre appartenere a questo o quel gruppo, chi posta in rete e detiene ancora la facoltà di pensare non per forza è un grillino o sostiene Di Pietro. Raccontiamoli dal basso. Noi abbiamo i mezzi, loro no, e per loro intendo anche questa sinistra obsoleta e antica. Portiamoli a un confronto. sul nostro campo, non sul loro. Se parti in vantaggio, anche se loro sono più forti, un vantaggio c’e l’hai. Usiamolo, prima di piangerci addosso. Perchè, oggi, se non lo facessimo non saremmo più scusabili neppure di fronte a noi stessi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares