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DeepSeek: Innovazione o Plagio?

Negli ultimi anni, il panorama dell’intelligenza artificiale ha visto l’ascesa di numerosi modelli LLM (Large Language Model), con OpenAI che ha dominato la scena grazie a GPT.

Tuttavia, la Cina ha risposto con DeepSeek, un modello sviluppato con l’ambizione di competere direttamente con i prodotti occidentali. La domanda che alcuni si pongono, però, è se DeepSeek sia un’innovazione autonoma o un semplice plagio di modelli preesistenti.

Cosa sappiamo su DeepSeek

DeepSeek è stato sviluppato da un team cinese con l’obiettivo di offrire un’alternativa ai modelli di OpenAI e di altre aziende occidentali. Nonostante non vi siano prove concrete di violazione diretta della proprietà intellettuale, molti esperti hanno notato somiglianze significative con GPT, sia nelle capacità linguistiche che nella struttura dell’architettura.

È noto che molti modelli AI si basano su ricerche pubbliche e su tecniche condivise nella comunità scientifica, quindi non è raro che emergano prodotti con caratteristiche simili. Tuttavia, la questione diventa più complessa se si considera il tema dell’accesso ai dati di addestramento e l’eventuale utilizzo non autorizzato di dataset proprietari.

Plagio o evoluzione naturale?

Definire DeepSeek un plagio sarebbe prematuro senza prove concrete. Il settore dell’AI si muove su una linea sottile tra ispirazione e violazione della proprietà intellettuale. OpenAI stessa ha costruito i suoi modelli partendo da ricerche precedenti e contributi accademici, sebbene con innovazioni proprietarie.

Tuttavia, se DeepSeek avesse avuto accesso a pesi di modelli proprietari senza autorizzazione o avesse copiato codice protetto da copyright, la questione diventerebbe più grave. Al momento, non vi sono accuse ufficiali in questo senso.

Conclusione

DeepSeek rappresenta un chiaro tentativo della Cina di ridurre la dipendenza tecnologica dall’Occidente, sviluppando modelli AI competitivi. Sebbene le somiglianze con GPT siano evidenti, ciò non implica necessariamente un plagio. La vera domanda è se il modello sia stato costruito con metodologie lecite o se abbia sfruttato indebitamente ricerche e dati di terzi.

Nel frattempo, la competizione tra AI occidentali e cinesi si fa sempre più accesa, e il futuro potrebbe riservare nuove sorprese, sia in termini di sviluppo tecnologico che di possibili dispute legali

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