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Davos. Erdogan, difensore dei palestinesi, lascia il Forum

E’ partito. Il World Economic Forum (WEF) ha preso il via. I Leader mondiali si incontrano come ogni anno per discutere dei problemi intorno al globo e stringere accordi. Tranne Erdogan.

Il primo ministro della Turchia è tornato in patria venerdì. Non gli è piaciuto l’andamento della discussione con il primo ministro Israeliano Peres. Già fortemente critico della politica aggressiva contro non tanto Hamas, quanto la popolazione della Striscia di Gaza, Erdogan ha avuto una reazione che, dai turchi, è considerata un po’ eccessivo ma sicuramente valida.

In patria è stato accolto come un eroe. Una grande folla con bandiere turche e palestinesi gli ha dato il benvenuto all’aeroporto, con striscioni che dicevano: "Che il mondo veda un vero primo ministro".

Appena pochi giorni dopo l’arrivo in Turchia di George Mitchell, l’inviato speciale di Obama per il Medio Oriente, ecco l’incidente diplomatico. In realtà un portavoce dell’ambasciata americana ad Ankara ha detto che l’incontro è stato posticipato per problemi di programmazione.

A Davos, Erdogan si è apparentemente infuriato dopo che il moderatore ha tagliato la sua risposta a Peres a riguardo delle recenti operazioni militari di Israele. L’incontro, che doveva durare solo un’ora, stava per finire e l’ultima parola sembra sia stata data allo stesso Peres, che ha difeso l’intera operazione. Erdogan, tuttavia, ha insistito nel rispondere e, rosso in faccia e tenendo con una mano il braccio del moderatore, ha detto: "Mr. Peres, lei è più anziano di me. La sua voce viene fuori con un tono molto alto. E l’alto tono della sua voce ha a che fare con una coscienza colpevole. La mia voce, invece, non verrà fuori con lo stesso tono."

Nonostante gli sforzi di far finire l’incontro, Erdogan ha continuato dicendo a Peres: "Quando viene momento di uccidere, lei sa bene come uccidere". Dopodiché, il primo ministro turco ha raccolto le sue carte ed è uscito dalla sala per far ritorno nel suo paese, dicendo che "Davos, per me, è finito".

Peres ha commentato, non è ancora chiaro se durante il monologo o dopo gli avvenimenti, dicendo che la Turchia avrebbe reagito allo stesso modo se ogni giorno fossero caduti razzi su Istanbul. Dal canto suo, Erdogan si è detto rammaricato che il moderatore non abbia saputo mantenere un ordine di conversazione imparziale. Testimoni hanno detto che Peres è stato lasciato parlare per 25 minuti, nell’ultima parte, perché era l’unico a difendere la positività della guerra appena trascorsa. Il premier turco, invece, ha avuto 12 minuti nella parte iniziale per parlare delle sofferenze dei palestinesi.

Un’agenzia stampa semiufficiale ha dichiarato che Peres ha chiamato Erdogan per scusarsi di ogni incomprensione, ma poi è stata smentita.

Erdogan ha dichiarato che è il responsabile della protezione dell’onore della Repubblica Turca, e che fa "qualsiasi cosa sia necessaria, come ho fatto, e come continuerò a fare. Questo è il mio carattere. Questa è la mia identità."

Il sito ufficiale del WEF non riporta la notizia, dando invece un comunicato tecnico dell’incontro, con le differenti posizioni di ognuno.

Link:

Word Economic Forum

Il "resoconto" dal sito ufficiale

Commenti all'articolo

  • Di pietro ancona (---.---.---.70) 1 febbraio 2009 14:34
     
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      ERDOGAN ED IL TERRORISMO

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     L’incidente tra Erdogan e Perez a Davos merita qualche riflessione. In fondo la voce di Erdogan è stata la sola tra i capi di stato e di governo che si sia levata per condannare e protestare la violenta inaudita aggressione di Israele contro la città e la popolazione di Gaza. Una aggressione fatta con un potente esercito, con una modernissima aviazione di velivoli capaci di effettuare centinaia e centinaia di missioni che ha usato oltre cento aerei, con una marina che ha cannoneggiato dal largo la citta riducendola in macerie, con carri armati di proporzioni mostruose che hanno abbattuto edifici con le persone dentro. Un crimine contro l’umanità inammissibile svoltosi sotto gli occhi indifferenti dei governi europei, nel silenzio di Barak Obama ma talmente efferato che giornali schierati con Israele come il Corriere della Sera non hanno potuto fare a meno di pubblicare foto sconvolgenti come e forse più delle stragi naziste.

    Erdogan ha accusato lo stesso Presidente Perez,( appartenente per vergogna del socialismo alla internazionale socialista), che collabora da anni con la destra religiosa fondamentalista israeliana in un governo che non ha mai concesso un giorno di tregua e di pace ai palestinesi, di voglia di uccidere.

    Erdogan è stato costretto a lasciare l’assemblea per la scorrettezza dello speaker che gli ha dato la parola soltanto per metà del tempo concessa a Perez. Prima di allontanarsi ha svolto una interessante riflessione sul terrorismo sostenendo che bisogna evitare di evocarlo per giustificare i misfatti colonialistici e genocidi. Ha dichiarato: " Presidente Obama deve ridefinire il terrorismo e le organizzazioni terroristiche del Medio Oriente e, basandosi su questa nuova definizione, l’America deve sviluppare la sua nuova politica nella regione"

    Ho sempre pensato che il terrorismo di cui parlano gli americani su ispirazione degli israeliani sia soltanto uno strumento propagandistico ma che in effetti non esista se non come creatura

    del Pentagono della  Cia. Al Qaeda, Bin Laden, il suo v ice, fanno apparizioni nei massmedia di un tempismo perfettamente funzionale agli interessi americani. Un orologio a cucù che canta quando serve a Bush ed ora ad Obama.

    Il Presidente del Parlamento Palestinese, molti ministri e parlamentari, sono stati arrestati dallo Stato di Israele, rinchiusi in carcere illegalmente. Nelle carceri israeliane sono rinchiusi in condizioni inumane tredicimila palestinesi. Sono malati di osteoporosi e hanno perso i denti per mancanza di sole e di luce.Si tratta di atti e comportamenti terroristici ma

    non vengono catalogati in Occidente come tali. Hamas è un movimento che riscuote la fiducia della popolazione palestinese eppure viene considerato terrorista. Esiste un terrorismo di Stato americano ed israeliano contro i palestinesi, gli irakeni, gli afgani con ripetute azioni criminali con uso di armi terribili al fosforo, all’uranio, Dima, armi che non lasciano speranza di vita ai feriti, eppure sul banco degli accusati troviamo soltanto Hamas come ieri Arafat che fu tenuto prigioniero gli ultimi anni della sua vita a Ramal e la sua stessa abitazione spesso bombardata.

     E’ importante la demolizione del concetto di terrorismo fatto da Erdogan dal momento che questo concetto pervade i discorsi di tutti i leaders occidentali ed ha conquistato anche parte importante delle opposizioni e della sinistra europea giungendo financo a fare abiurare a Bertinotti le giuste cose che qualche anno fa aveva scritto sul terrorismo.(*)

     Ripetendo lo stesso concetto mille volte, come Goebbels ha insegnato ai propagandisti , si è giunti a far credere che il terrorismo esistente non è di reazione ai soprusi di azioni altrui ma è una vera e propria strategia di guerra attuata dai fondamentalisti islamici per attaccare l’Europa. Qualche cretino si spinge fino a dire che l’obiettivo è il Grande Califfato mondiale previa islamizzazione dell’Europa.

     Erdogan ha messo in chiaro le responsabilità israeliane e la strumentalità dell’accusa di terrorismo. Ma le sue dichiarazioni sono state riportate in minima parte e nascoste ai lettori dei giornali europei.

     Tutto quello che Erdogan ha detto a Davos è giusto e va sottoscritto. Ma dobbiamo ricordargli che da dieci anni il segretario del Partito Comunista Curdo Ocalon, sostenitore di una soluzione pacifica della questione del suo popolo, è tenuto prigioniero e che ancora oggi è vietato l’insegnamento della lingua curda e gravi discriminazioni subiscono i curdi che vengono costretti a vivere tra montagne inospitali da un esercito turco che frequentemente organizza spedizioni punitive che si concludono in massacri.Molti dirigenti kurdi sono chiusi da anni nelle prigioni turche. Molti sono stati e vengono torturati.

     Penso che se Erdogan ha avuto parole chiare ed assai decise per la questione palestinese forse vuole risolvere positivamente la questione curda, il più grande popolo del pianeta privo di una patria. E’ così? Ne dubito, ma me lo auguro e spero che la sinistra europea si schieri con i popoli curdo e palestinesi minacciati di genocidio.

     Intanto gli abitanti di Gaza sono tornati ad essere chiusi in gabbia da Israele con la complicità dello Egitto. Debbono morire di fame, di sete, di malattie? Quanti cittadini palestinesi sono stati rapiti e portati in Israele durante la "guerra" di Gaza?

     Pietro Ancona

    http://medioevosociale-pietro.blogs... www.spazioamico.it

     

     (*) Una lucida analisi della stretta connessione tra guerra unilaterale e terrorismo di Fausto Bertinotti

    http://www.spazioamico.it/terrorismo%20scheda%201.htm#terrorismo

     

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