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Radio Rasd, voce del Sahara Occidentale

Nel deserto i confini sono segnati solo sulla mappa. Il confine tra il Marocco e l’Algeria è sempre stato uno dei più bollenti, le tribù tuareg si spostano da uno Stato all’altro senza un vero controllo, perché i governi non esistono in queste zone.

Radio Rasd, voce del Sahara Occidentale

Il Marocco è diviso in due, anche se da qualche tempo a questa parte alcuni membri dell’ONU - ma non l’istituzione - hanno dichiarato che esistono due Stati diversi: il regno marocchino a nord, e il Sahara Occidentale a sud. I governanti di Rabat, la capitale del Marocco, non sono d’accordo e considerano il territorio conteso come appartenente a loro. E’ una lotta che prosegue da decenni ma, praticamente, non c’è un vero e proprio controllo statale in questa porzione di Sahara. Il territorio non è però così desertico come si pensa, solo la parte interna, al confine con l’Algeria, ha queste caratteristiche. Il resto consente varie attività di agricoltura e allevamento che permettono un certo sostentamento alla popolazione.
 
Al contrario del Marocco, qui si parla spagnolo. Il Sahara Occidentale infatti è stato colonia della Spagna fino al 1976, quando fu cacciata e annessa al resto dello Stato. L’ONU ha fissato diverse volte dei referendum per definire l’autonomia del Paese, ma non si sono mai svolti.

 

Lo spagnolo è anche la lingua che si legge sul sito di Radio Rasd - che trasmette nell’arabo locale, una specie di dialetto - ed è un modo per distinguersi da Rabat, dove la seconda lingua ufficiale è il francese. Rasd è il nome ufficiale del Fronte Polisario, il movimento di guerriglia che ha cercato con la violenza, negli anni ’90, di ottenere l’indipendenza del territorio.

 

La radio dunque trasmette i bollettini ufficiali del Fronte, ma anche un certo tipo di musica berbera, proibita in Marocco, che parla dei loro problemi e delle difficoltà del popolo dei sahrÄ wÄ«. I quali hanno la sfortuna di abitare in un territorio ricco di fosfati, minerali che fanno a gola al Marocco. Radio Rasd, per quanto politicamente schierata, è un mezzo per sentirsi un po’ più liberi dentro un territorio in cui la pace è sempre in bilico.

 

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