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Dancity, il festival al centro del mondo

L'estate si è fatta attendere ma alla fine è arrivata e con lei sono cominciati i festival (o perlomeno quelli che sono sopravvissuti alla crisi). Quest'anno invece di fuggire all'estero mi sono posta l'obiettivo di saggiare due festival di casa nostra a cui non sono riuscita mai a partecipare prima: il Dancity e l'Ypsigrock.

Oggi impariamo a conoscere il Dancity. Arrivato alla sua ottava edizione, questo festival vanta una gloriosa collezione di nomi (tra gli atri Vladislav Delay, Morphosis, Holy Other, Floating Points, Cassy, Prins Thomas, Alva Noto, Noze) e una location davvero eccezionale: la città di Foligno. Un tempo la città era considerata il centro del mondo, per il suo collocarsi al centro simmetrico dell'Italia e quindi al centro del Mediterraneo. Il borgo medievale accoglie completamente il festival, i live sono infatti distribuiti in giro per la città, alcuni si terranno nell'Auditorium di San Domenico (un'antica chiesa dall'ossatura gotica trasformata dal comune in auditorium), altri al Serendipity (il celebre locale poco fuori città), altri ancora presso la Corte di Palazzo Trinci (una dimora patrizia tardogotica). L'organizzazione del festival mette a disposizione navette e da quest'anno anche un economico campeggio.

Il tema di questa edizione è “A Unitary Urbanism” un concetto che strizza l'occhio alla corrente Situazionista volta a mescolare arte e società attraverso incursioni artistiche (happening) nella vita quotidiana.

E che dire della line up? Quando qualche mese fa ho letto il nome dei Deerhunter stentavo a crederci. È stato in quel momento che la mia decisione di partecipare al Dancity è diventata irreversibile. A mio modesto parere, i Deerhunter sono una delle migliori band del panorama internazionale, i loro live sono intensi ed emozionali e sono sicura che giovedì 27 mi faranno venire la pelle d'oca come al solito. Reduci dalla recentissima uscita del loro ultimo album Monomania una piccola meraviglia, dai suoni più malati e distorti del precedente capolavoro Halicyon Dygest, da cui emerge interamente l'anima tormentata di Bradford Cox.

Ma il primo giorno di Dancity si preannuncia, altresì, leggendario per la presenza e il doppio live del mio inglese preferito: Shackleton, non vedo l'ora di farmi avvolgere nuovamente dai suoi bassi caldi come coperte. Ho parlato di doppio live? Sì, perchè nel pomeriggio, a dare avvio ufficialmente alle tre giorni ci sarà un inedito live di Shackleton con i Tamburini della Giostra della Quintana (non so davvero cosa aspettarmi dall'eclettico produttore). L'apertura è affidata ai francesi Chromb! La chiusura al DJ set di Pinch.

Venerdì 28, invece, si apre con i live di Dervishi, di Andy Stott (imperdibile) e Sven Kacirek e la notte vede una kermesse di Techno dove a sfidarsi ci sarà il suono di Detroit dell'infinito Robert Hood, il teutone Ben Klock e l'inglese Claro Intelecto. Tre modi diversi di leggere la techno, tre modi eccezionali di fare musica.

Arriviamo, ahimé, all'ultimo giorno. Sabato 29 è interamente curato dalla Red Bull Academy. Il pomeriggio sarà costellato di performance fino alla lecture con Ghostpoet. Tra le tante performance ci sarà l'anteprima mondiale del duo composto dall'acclamato pianista armeno Tigran Hamasyan e LV (Hyerdub), poi i live di Mathew Jonson, dei Metro Area, e a chiusura il prodigioso James Holden, in uscita in questi giorni col nuovo attesissimo album The inheritors che ci farà consumare le ultime energie prima di ritornare a casa.

 

 

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