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Dalla pubblicità alla tavola: cibi avvelenati?

Ogni anno migliaia di prodotti vengono ritirati dalla vendita: pasta, latte, salumi, ecc., sono le stesse ditte che inviano la richiesta ai supermercati, affinché rispediscano indietro la merce che viene definita non idonea alla vendita. Ad esempio nel 2005 la Coop, su invito dei produttori, ritirò dalla vendita il latte Parmalat, Granarolo e Newlat per un tipo di stampaggio sul Tetra Pack. L’anno scorso scoppiò il caso delle mozzarelle blu a marchio tedesco Land. Molto spesso sulle confezioni del latte c’è scritto provenienza europea, ormai l’Europa è vasta e il legislatore dovrebbe intervenire per garantire una maggiore trasparenza.

Quando emerse il caso dell’influenza A/H1N1, comunemente chiamata suina, molta carne fu ritirata dal commercio, perfino una mortadella prodotta (sulla carta) in Italia che costa circa 15,00 euro al chilo (gli esperti mi dicono che per una mortadella il prezzo è elevato). In realtà la legge permette di comprare animali all’estero, se questi vengono importati vivi e la macellazione avviene in Italia, il prodotto viene marchiato: made in Italy, se vengono importati morti, allora rimane il luogo di provenienza.

Nel mese di dicembre alcuni punti vendita hanno venduto la pasta Del Verde in offerta. Le promozioni vengono decise fra un responsabile commerciale della grande distrubuzione e le aziende produttrici, in pratica posso farti un certo prezzo se acquisti un certo numero di pezzi. Nel caso Del Verde, subito dopo l’offerta, è arrivata una raccomandata dalla stessa da esporre in pubblico con la richiesta del ritiro o se già venduti della riconsegna dei lotti indicati. (Ci tengo a precisare che non c’è correlazione fra i lotti venduti in offerta e quelli da ritirare) E’ noto che molte farine utilizzate dai pastifici (ma anche dai panifici) provengono dall’estero. Ma quanti punti vendita informano correttamente il consumatore che deve riportare il prodotto?

Se non si vuole incorrere in sanzioni la comunicazione dev’essere resa nota. Il nostro codice penale prevede una serie di reati: punisce l’avvelenamento, l’adulterazione e la contraffazione di acque o di sostanze alimentari, nonché il commercio di acque o di sostanze alimentari contraffatte, adulterate, se idonee a provocare uno stato di pericolo per la pubblica salute (artt. 439, 440 e 442). Vengono altresì puniti la frode in commercio e la vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (artt. 515 e 516). Accanto alle norme del codice penale si colloca la legge 24 novembre 1962, n. 283, inerente la disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande. Periodicamente la grande distribuzione ed i piccoli commercianti ricevono richieste di ritiro della merce ed a volte non viene specificato il motivo o peggio non vengono esposti alla clientela, nonostante la legge preveda altro.

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