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Dalla Libia con amore. I finanziamenti di Gheddafi alla campagna elettorale di Sarkozy

“Sarkozy deve restituire i soldi che ha ricevuto dalla Libia per la sua campagna elettorale. Lo abbiamo finanziato. Abbiamo tutti i dettagli e siamo pronti a rivelare tutti i particolari. La prima cosa che vogliamo è che questo clown restituisca il denaro al popolo libico. Ridacci i nostri soldi”

Saif-al Islam, figlio cadetto di Gheddafi, l’aveva detto esattamente un anno fa, in un’intervista rilasciata alla televisione Euronews TV. Furioso per via della proposta francese di imporre una no-fly zone sulla Libia al fine di evitare che l’esercito bombardasse i ribelli. I portavoce dell’Eliseo avevano allora negato categoricamente. Due giorni fa, il quotidiano investigativo online Mediapart, rende noto di aver preso visione di una nota altamente confidenziale che smentisce le parole del Governo e conferma quanto detto da Saif Gheddafi.

 Il documento, riportano i giornalisti Fabrice Arfi Karl Laske, afferma chiaramente che Gheddafi finanziò direttamente la campagna elettorale di Nicolas Sarkozy attraverso la mediazione di Ziad Takieddine. Noto mercante d’armi, Takieddine è già apparso sulle cronache francesi in relazione a diversi “affaires” che hanno coinvolto politici e uomini d’affari d’oltralpe, dal caso Woerth-Bettencourt all'attentato di Karachi, in Pakistan. 

Dopo la fine dell’embargo militare imposto alla Libia, nel 2004, è il faccendiere libanese ad organizzare, tra il 2005 e il 2007, le visite dell’allora Ministro dell’Interno Sarkozy nel paese del Colonnello. E sarebbe ancora lui ad occuparsi delle “modalità di finanziamento” della campagna presidenziale del leader dell’UMP, in collaborazione con Brice Hortefeux.

Quest’ultimo, uomo di fiducia di Sarko, talmente vicino da fargli da testimone di nozze e padrino al battesimo dei figli, era all’epoca Ministro delle “collectivités locales” nel governo Villepin. Referente della transazione, effettuata in una banca svizzera su un conto panamense, sarebbe stato lo stesso Saif al-Islam. Ammontare della somma? La bellezza di 50 milioni di euro.

Rivelazioni che mettono in seria difficoltà Sarkozy a poco meno di un mese dall’inizio delle elezioni, in quello che si prospetterà molto probabilmente come un testa a testa tra lui e François Hollande, candidato del Partito Socialista. 

Al di là delle evidenti implicazioni politiche, le relazioni pericolose di Sarko rischiano di distruggere l’immagine di Capo di Stato determinato e carismatico consolidata proprio con l’azione militare in Libia, nella quale la Francia è stata da subito in prima linea. Non a caso lo slogan scelto per la sua campagna elettorale è “la France Forte” (la “Francia Forte”). Forse troppo forte, visti i rapporti “privilegiati” con personaggi del calibro di Gheddafi e Assad.

Intanto, con notevole tempismo, il Presidente francese si è recato oggi pomeriggio alla Grande Moschea di Parigi per l’inaugurazione di una targa in onore dei soldati musulmani morti per la Francia durante la Prima Guerra Mondiale. “Affinché sappiano - ha dichiarato Sarkozy - che possono contare sulla mia amicizia, il mio sostegno e la mia fiducia”. Forse non proprio la stessa amicizia e fiducia che Monsieur le Président ha accordato a Ziad Takieddine...

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