Crisi economica e disagio psicosociale
Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione tra crisi economica globale e aumento del rischio di sviluppare problemi di salute mentale nella popolazione. Del resto, la relazione appare del tutto verosimile considerato che è noto che le difficoltà economiche, le condizioni lavorative precarie e la disoccupazione sono tra i più importanti fattori di rischio dei disturbi mentali comuni.
La crisi economica è tornata prepotentemente alla ribalta colpendo in modo proporzionale donne e uomini, giovani e anziani, persone a basso reddito e a reddito medio alto. Una crisi ormai sistemica che, secondo un'opinione largamente diffusa, ricorda quella del '29. Come nell'anno della "Grande contrazione", i problemi legati alla perdita del posto di lavoro e alle situazioni di disagio sociale provocano un forte aumento dei fenomeni depressivi che possono portare, in un numero non trascurabile di casi, anche al suicidio.
La società civile ha l’obbligo di concentrare le proprie risorse umane e organizzative e in particolare quelle del sistema sanitario sulla salute dei cittadini e i servizi psichiatrici in particolare hanno l’obbligo di accogliere e curare le persone che, a prescindere dagli effetti della crisi economica, non hanno un lavoro e non dispongono di sufficiente sostegno, ma non hanno spesso neppure una motivazione per svolgere una qualsiasi attività utile per la famiglia o la società.
La crisi è un momento di frattura che causa sconvolgimento per il soggetto, i suoi familiari, amici e colleghi di lavoro. Affrontare le emergenze psichiatriche in modo esclusivamente clinico o medico costituisce certamente un approccio obbiettivo, ma la differenza cruciale tra le emergenze psichiatriche e quelle mediche risiede nel fatto che, nel secondo caso, i problemi sociali tendono ad unirsi a quelli clinici e ad essere mascherati da essi.
Se la crisi è sempre una crisi della presenza del soggetto nel suo essere al mondo, il mondo in crisi non sarà solo quello soggettivo o intrapsichico, ma anche quello interpersonale, in cui si colloca la storia personale del soggetto.
Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione tra crisi economica globale e aumento del rischio di sviluppare problemi di salute mentale nella popolazione. Del resto, la relazione appare del tutto verosimile considerato che è noto che le difficoltà economiche, le condizioni lavorative precarie e la disoccupazione sono tra i più importanti fattori di rischio dei disturbi mentali comuni.
La crescente disoccupazione è infatti strettamente collegata, rilevano gli specialisti, proprio all'aumento del tasso dei suicidi: in Europa per ogni incremento del 3% della disoccupazione, crescono del 30% le morti dovute a eccesso di alcol e aumenta di quasi il 5% il tasso dei suicidi. La crisi economica ha portato cioé, in poco più di un anno, ad oltre 1.700 suicidi in più.
Il fenomeno risparmia apparentemente il vissuto della classe operaia e il ceto medio piccolo, ma colpisce delle certezze. Le notizie delle Banche Americane che chiudono, la perdita dell’infallibilità del mondo della finanza, la sensazione che nulla sia più certo, inquietano un pubblico impreparato e convinto, come è stato sempre, che l’esperto sappia indicare risposte giuste e che le banche siano un posto sicuro. Le persone si ritrovano tra contraddizioni crescenti e vivono progressivamente una perdita di fiducia come esperienza traumatica.
Dalla socialità alla politica, dalla scienza all’economia, dalla scuola al lavoro, dalle relazioni interpersonali alla cultura, dalla medicina al Welfare State, dal ruolo dello Stato e quello della famiglia, tutti i saperi, le metodologie, le certezze e le pratiche hanno subito una spallata dalla portata dirompente, che ha cambiato il panorama conoscitivo, sociale, culturale ed esistenziale con cui eravamo abituati a convivere.
La complessità e la gravità di questi meccanismi e disequilibri sono oramai per tutti evidenti ed assodati, anche se molto sottovalutati rispetto alle loro dinamiche interne, alle conseguenze sulla nostra esistenza individuale e sociale, agli scenari con i quali bisogna e bisognerà fare i conti.
Sarà importante per il futuro monitorare le relazioni tra questi aspetti della salute e la crisi e, più in generale, contribuire ad aumentare le nostre conoscenze sugli effetti della congiuntura economica sulla salute mentale della popolazione attivando delle possibilità a largo respiro sia di prevenzione che di intervento.
Foto: Jesus Solana, Flickr
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