• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Rendere la salute mentale e il benessere per tutti una priorità (...)

Rendere la salute mentale e il benessere per tutti una priorità globale

Rendere la salute mentale e il benessere per tutti una priorità globale

 

La Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un’iniziativa che si celebra il 10 ottobre di ogni anno e promuove, tramite campagne e attività, la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.

Il tema della Giornata quest’anno é Rendere la salute mentale e il benessere per tutti una priorità globale. “Siamo a un bivio. È imperativo prendere la strada giusta – ha affermato dal Segretario Generale della WFMH, il dottor Nasser Loza. Il COVID 19 ha dimostrato che nessuna nazione era preparata per la crisi di salute mentale associata agli effetti del lungo Covid. Abbiamo bisogno di un nuovo patto per la salute mentale. La società e i cittadini contano”.

Dagli aspetti relazionali e sociali della psichiatria nasce spesso il problema dello stigma e della stigmatizzazione. Succede cioè che la psichiatria, ma anche altre discipline mediche per la verità, rimangono condizionate da pregiudizi nuovi e vecchi che offuscano e sviliscono non solo le persone che soffrono ma anche i curanti, le strutture terapeutiche e le modalità curative, con possibili effetti a cascata.

Lo stigma associato ai disturbi mentali è una delle più grandi barriere per l’accesso alle cure. Conduce all’isolamento sociale, a discriminazioni, violazioni dei diritti, in famiglia, a scuola, nei luoghi di lavoro. Le persone con disagii mentali sono spesso considerate pericolose, quando nella realtà loro stesse sono più a rischio di essere aggredite, in particolare le donne sono più a rischio di abusi.

Informazione e prevenzione possono fare moltissimo e in questo tutti possiamo dare un contributo. C’è chi può farlo già soltanto modificando l’approccio nei confronti di questi problemi, eliminando i preconcetti, aprendosi, conoscendo, comprendendo e accogliendo

La sofferenza mentale non è un concetto lontano dalle nostre vite, ma dipende da scelte individuali e da comportamenti collettivi che tutti insieme possiamo condividere.

Da diversi anni la salute mentale, in molti paesi del mondo, è oggetto di attenzioni crescenti e discussioni portate avanti anche in ambiti non specialistici quali i media generalisti e i social. L’obiettivo condiviso è sensibilizzare la popolazione sui rischi associati alle malattie mentali, attraverso messaggi che da un lato incrementino la consapevolezza riguardo alle condizioni che favoriscono lo sviluppo di quelle malattie e dall’altro contrastino alcune radicate resistenze culturali al ricorso a cure adeguate.

Un senso epocale: restituire cittadinanza dove ogni diritto era cancellato. Un senso attuale: a ogni costo e ovunque, provare a includere l’escluso, il malato, il povero, lo straniero. Ricordiamo che un’impresa che sembrava smisurata nel suo oltranzismo, chiudere i manicomi,si è realizzata grazie a una serie complessa di condizioni, diciamo pure di circostanze.

La malattia mentale può considerarsi come un estremo tentativo di essere al mondo. Se il folle non riesce più a stare al mondo non è che noi lo aiuteremo escludendolo dal mondo e chiudendolo nella sua solitudine, dove perderà i rapporti con il mondo. I folli andranno piuttosto accuditi nei loro comportamenti e nella loro sofferenza.

Il soggetto, anche se malato, esprime comunque capacità di relazione, creatività, espressività originale, capacità produttive, lavorative o comunque bisogno di realizzare una esigenza di integrazione.

Guardiamo allora alla follia come una modalità espressiva che muta in ogni essere umano e prima di definirla patologia avere sempre presente che ognuno ha un suo modo di stare al mondo, costruito in base a quei meccanismi di difesa che gli hanno consentire di sentirsi esistere, sia nell’ambito familiare, sia nella scuola, ma soprattutto nelle varie circostanze che la vita presenta.

Andrea Mazzoleni

Socioterapeuta

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità