• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Crisi e opportunità: sarà la fine del mondo o sarà un nuovo inizio?

Crisi e opportunità: sarà la fine del mondo o sarà un nuovo inizio?

Si percepisce nell’aria delle strade di Londra, come di Roma, Madrid, Berna, Berlino, Parigi, Bonn. Per non parlare di Mosca, New York. Lo stesso a Tokyo a Calcutta o Pechino. Si taglia a fette la crisi del mondo in questo momento storico.

E mentre tutto sembra andare a gambe all’aria la crisi ci prospetta anche molte opportunità vere per ripartire e per ricominciare. Occorre però arrivare in fondo al barile del fallimento di una società che possiamo chiamare già post-capitalista.
Quanto occorrerà ancora scendere in basso per poter risalire? Perchè il Socialismo, quello vero, ha abbandonato i suoi ideali e le sue speranze in un mondo migliore dove ora avrebbe potuto lanciare la sua alternativa?

La crisi economica sta avvolgendo tutto il mondo. Le banche sono al tracollo e falliscono mentre gli stati le stanno salvando per salvare i loro clienti, i cittadini. Molte persone, specie in ambito familiare, stanno rigettando sui propri familiari, con atti di cruda violenza, le loro disgrazie sentimentali o sociali ed economiche. Non solo. I dati sulla diffusione delle droghe nel mondo sale a dismisura. I suicidi nel nostro vecchio continente stanno aumentando specie tra gli adolescenti. Le mafie si stanno sempre più allargando e rafforzando tanto da riuscire a superare in potenza di capitali e strumenti tecnologici le stesse forze dell’ordine. I centri istituzionali della Legge e della Giustizia fanno acqua da molte parti per la mancanza di decisioni chiare e di mezzi.

Le carceri traboccano di detenuti e per riuscire a tamponare la situazione si inventano dei benefici di legge per buttarne fuori alcune migliaia che bene o male rientrano dalla finestra o vanno ad infittire le già floride file della delinquenza locale ed internazionale. Gli Stati stanno boccheggiando in tutto quello che riguarda l’assistenza sociale, dalla scuola, alla salute, alla povertà. Le istituzioni morali come le chiese e le religioni danno segni di conflitti interni e di disorientamento di fronte alle contraddizioni di un mondo e del loro stesso essere centri di spiritualità in perfetta crisi d’identità. L’informazione rischia di implodere sotto il macigno di un conflitto interno a se stessa per non censurarsi, ma nemmeno per drammatizzare le notizie: fin dove spingersi?

Intanto i media trasmettono varietà per allietare il popolo e farlo scorrazzare su praterie d’illusione audiovisiva così da dimenticare il reale che è nascosto sotto la poltrona. Mentre qui, noi, stiamo viaggiando nel caos della schizofrenia, il Terzo e Quarto mondo non se la passano davvero bene, dopo che la prima potenza mondiale è oramai a terra da diversi mesi e fa fatica a trovare rimedi consoni alla crisi che sta mettendo a casa centinaia di migliaia di persone. Si stanno facendo avanti forme di rappresaglia su dirigenti d’azienda e su proprietari di impresa che vogliono licenziare i propri dipendenti. Le aziende ricevono il restringimento del credito perché le banche non vogliono rischiare l’insolvenza dei clienti. Intanto prospera l’usura perché è lì che la gente può trovare i soldi a tassi da capogiro. E gli usurai fanno parte di quella delinquenza più o meno organizzata o mafiosa, che grazie alla liquidità in suo possesso può prosperare ancor di più offrendo il proprio denaro - frutto del commercio di armi , droga e prostituzione -, a quei disgraziati che non sanno più dove sbattere la testa per sopravvivere, come privati e come aziende.

Ma dove siamo capitati amici del XXI secolo? Sembra di vivere non tanto nella realtà del nostro quotidiano, quanto sul set di un film. E facciamo fatica a capire se è la realtà che supera l’immaginazione o è la fantasia a non riuscire più ad inventare e sperare una risposta a questi problemi. Se prendessimo un marziano e lo ponessimo in una situazione del genere, rimetterebbe in moto l’astronave e se ne tornerebbe a tutto gas al mondo da cui è partito.



Allora, che fare?
Stiamo guardando con apprensione al viaggio che il presidente Usa sta conducendo per otto giorni in giro per l’Europa con al seguito centinaia di persone tra scorte, ministri, esperti, faccendieri. Cercherà di convincere i capi europei e non solo, anche quelli giapponesi e cinesi che detengono nei loro caveau il pacchetto più consistente di titoli pubblici targati Usa. Li vuol convincere che la sua mossa, ideata dal suo ministro delle finanze è quella giusta, quella azzeccata. Quella che risolverà la crisi e farà vedere i primi bagliori di una ripresa che la locomotiva americana vorrà ancora un volta far ripartire per trainarsi dietro il mondo intero. Ma è proprio così? E se sì, quando avverrà? Ce la farà Obama a rispondere all’incalzare dei problemi e delle obiezioni che gli vengono posti dal mondo intero? Alcuni giornali statunitensi, vicini al partito democratico americano, stanno criticando aspramente l’operazione Obama, ma lui a testa bassa va avanti senza farsi intimorire e soprattutto senza far vedere alcuna flessione sul convincimento che lo sta sostenendo per rimediare alla più grande depressione che si sia mai avuta in tutto il mondo dall’inizio del ‘900.

Un amico di ritorno dalla Russia in questi giorni mi confidava, lui che fa l’architetto e va nel paese di Putin a progettare abitazioni da alcuni anni, che nel 2008 sono fallite circa 800 banche e che il loro grido di ritirata dagli affari è drammatico. E le altre banche che sono rimaste in piedi hanno in realtà ‘sofferenze’, cioè prestiti che le aziende non riescono più a restituire, pari al 40% del capitale della banca. Loro, i russi, stanno vivendo il momento presente come una vera e propria ‘guerra’ di fronte alla quale non si può che ritirarsi in casa cercando di levarci al meglio e prima possibile le gambe. Avete capito a che punto siamo?!

E se il piano Obama dovesse fallire, che faremmo? Ci sarà un piano d’emergenza? Noi speriamo di sì, altrimenti dovremmo stringere i denti e vivere tempi durissimi di grandissima miseria. E forse di guerre, carestie, malattie, di disperazione totale. Troppo drammatico?

No signori, questa non è la trama di un film, macabro, pessimista senza futuro…sono i fatti che sono presenti nel nostro mondo, quello che noi oggi stiamo vivendo. Queste sono le possibilità negative, ma vi sono anche quelle positive. Quelle che possono farci sperare in bene. Che ci fanno credere che tutto sommato se ci uniamo, tutti, invece di dividerci sulle ‘uscite di sicurezza’ da questa grande crisi mondiale, non potremmo che riuscire a sollevarci dal pantano che l’ingordigia e la complicità dei poteri forti con la delinquenza finanziaria ci hanno alla fine scaraventato. Il Socialismo, l’Internazionale socialista è scomparsa. Sembra dileguata. Non sappiamo neppure più se esiste ancora. Dove andavano i nostri socialisti ed ex-comunisti e cosa predicavano con il verbo del ’nuovo sole nascente’ ? Perchè tacciono oggi? Si vergognano di presentare opportunità ’socialiste’ oppure erano dei falsi profeti venduti al ’nemico’?

Ma se ce la faremo dovremmo anche ricordarci che non basterà uscire dalla crisi finanziario-economica, ma dovremmo saper riprendere in mano le grandi crisi del nostro sistema capitalistico fatte di un vero recupero di valori umani e sociali senza i quali il mercato non può fare assolutamente nulla. Perché la speranza della vita, della felicità e della serenità personale e sociale passa attraverso il tempo della pace e della convivenza condivisa.

Comunque ce la faremo, ma ce la faremo scommettendoci tutto. Come tutti i ‘capi’ dei popoli debbono saper essere più umili e più impegnati a dare risposte più globali e più fattibili, sagge e valide per tutti. Ma è come chiedere la quadratura del cerchio. Per cui occorre cercare di partire, questa volta, dal sacrificare prima le classi sociali più alte per salvare quelle più basse, le più tribolate. Altrimenti sarà la rivoluzione. O sarà così, oppure avremo da vederne delle belle!

Commenti all'articolo

  • Di alberto (---.---.---.10) 3 aprile 2009 21:56

    Una lettura della realtà molto forte, a tratti drammatica,ma senz’altro più che condivisibile in diversi passaggi.
    Sicuramente il recupero degli ideali socialisti quelli veri,ora più che mai attuali, di equità sociale e di tutela dei diritti, può rappresentare una grande opportunità per uscire dalla crisi, e bisogna essere fiduciosi perché il movimento socialista in europa è forte e ben rappresentato (http://www.pes.org ), e anche in Italia, dove si presenteranno alle prossime elezioni con la lista Sinistra e libertà. Anche l’Internazionale è tutt’altro che sparita (http://www.socialistinternational.org), ed esiste anche una internazionale socialista delle donne http://www.socintwomen.org.uk), la cui presidenza è retta proprio da una socialista italiana, l’eurodeputata Pia Locatelli.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares