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Crisi di Governo | Non sarà una campagna elettorale a "costo" zero

Il governo Conte e, con esso probabilmente, anche la legislatura ha ormai i minuti contati, il Ministro dell'Interno Salvini ne ha decretato la fine, in un modo non consueto e con una crisi extraparlamentare. 

Il governo Conte e, con esso probabilmente, anche la legislatura ha ormai i minuti contati, il Ministro dell'Interno Salvini ne ha decretato la fine, in un modo non consueto e con una crisi extraparlamentare. 

Dopo 14 mesi di quello che doveva essere il “governo del cambiamento” i due partiti della maggioranza stanno costringendo gli italiani a tornare al voto in autunno per i capricci di un ministro che ha fretta di capitalizzare e monetizzare il forte consenso delle europee e quello possibile prospettato dai sondaggi. La crisi di governo, da consumarsi in fretta nei piani di Salvini, ha uno scopo che ormai è davanti agli occhi degli italiani. Ci sarebbero almeno due motivazioni che hanno portato Salvini ad accelerare la crisi; innanzitutto a partire da settembre, il governo avrebbe dovuto iniziare a redigere i documenti che compongono la Legge di Bilancio del 2020, nella quale per mantenere le promesse di Salvini dello shock fiscale, della cosiddetta “flat tax” e della pace fiscale, sarebbero servite coperture che lo stesso ministro difficilmente avrebbe trovato, per non parlare delle clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’IVA; a fronte di ciò il calo dei consensi sarebbe stato per lui un problema. In secondo luogo, l’altra motivazione è la riforma costituzionale sul cosiddetto “taglio dei parlamentari”, voluta soprattutto dai 5 Stelle, che il 9 di settembre avrebbe portato il parlamento alla quarta lettura e se favorevole, saremmo entrati nel semestre bianco in cui è impossibile votare e al quale sarebbe seguito un possibile referendum e la necessità di un decreto per ridisegnare i collegi elettorali e quindi una possibile discussione di una legge elettorale; a fronte di ciò l’allungamento dei tempi avrebbe portato ad un logoramento di Salvini, per non parlare della possibilità di una riforma elettorale che avrebbe potuto danneggiare Salvini.

Queste due motivazioni hanno, appunto, spinto Salvini a velocizzare la crisi, ma tutto ciò gli è stato servito su un piatto d’argento fornendogli il pretesto della crisi con il voto delle mozioni – farsa- sulla TAV. Quello che doveva essere il trucchetto per salvare la faccia ai 5 Stelle ha fatto sì che Salvini avesse la prova lampante che non esiste più una maggioranza in parlamento. Però non deve essere lui a decidere quando e perché si torna al voto, infatti bene ha fatto il Presidente della Repubblica Mattarella a pretendere un voto in aula per parlamentarizzare la crisi di governo, infatti, Salvini avrebbe voluto le dimissioni del Presidente del Consiglio per andare al voto al più presto possibile. Invece, con la parlamentarizzazione della crisi si potrebbero venire a creare alcuni scenari: un governo di scopo – ad esempio un governo Fico (M5S + PD) – per fare la Legge di Bilancio e andare al voto in primavera; un governo tecnico (scenario molto difficile); oppure voto ad ottobre con questo governo che resta in piedi per gli affari correnti.

Ed è proprio con quest’ultimo scenario – il più probabile – che si verrebbero a creare i presupposti per far pagare agli italiani la fretta di Salvini di andare al voto e capitalizzare il consenso che ha fra gli elettori. Infatti, con il governo Conte a gestire gli affari correnti ci sarà il problema di varare la Legge di Bilancio, la quale sarà vuota, ma ci sarebbe, appunto, il problema delle clausole di salvaguardia, infatti a partire da gennaio scatterà l’aumento IVA e senza un governo con i pieni poteri, l’aumento è pressoché sicuro per non parlare della possibilità che a gennaio inizi l’esercizio provvisorio dove il governo è costretto a cercare di non spendere ogni mese più di un dodicesimo di quanto speso l'anno prima. Per questo vi dico che la campagna elettorale non sarà a costo zero e soprattutto sarà a spese degli italiani. Dopo 14 mesi di un governo disastroso su ogni punto di vista ci mancherebbe solo che gli italiani paghino il prezzo dei capricci di un ministro.

Si avvicinano tempi bui.

Foto:Governo Italiano/Wikipedia

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