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Crisi: Ricetta Obama contro Ricetta Berlusconi

Anche il neo studente di liceo che si accinga a studiare il New Deal e come l’allora presidente Roosvelt riuscì a debellare la crisi, vedrà una soluzione insolita: posti di lavoro inutili e stipendi erogati a più non posso, col fine di arrivare il più possibile vicini ad una occupazione del 100%.
Si narra di squadre addette a cementificare una strada, seguite da un’altra dedita allo smantellamento della stessa e così via. Lavori inutili per dare occupazione e stipendi alle persone.
L’idea è la stessa di quello stupido spot che girava in televisione un po’ di tempo fa: l’economia gira insieme a te. Il fatto è che lo spot di stupido non ha nulla; l’economia gira effettivamente dietro alla massa dei consumatori, di qualsiasi tipo essi siano, ma in Italia il problema è differente. Innanzitutto le riserve aurifere non permettono una conversione degna di investimenti del genere. Non si può, in parole povere, investire in "lavori inutili" perchè non si avrebbe di che pagare quegli stipendi in più. Così facendo, però, si può solo arrivare a tagliare a più non posso, creando forte indebitamento e riducendo drasticamente il numero delle persone che effettivamente possono continuare a vantare un qualche minimo potere di acquisto.

Ecco perché le parole di Obama da presidente suonano nuove, perché propongono una soluzione che coniuga la teoria roosveltiana al modello attuale: bisogna investire, ma non si può farlo a tutti i costi, bisogna investire in campi che daranno i propri frutti. 
Obama vede, ad esempio, nella ricerca energetica, nello sviluppo delle fonti rinnovabili un vero orizzonte. Parole nuove, almeno per gli States, sono anche quelle a salvaguardia delle piccole produzioni, dei piccoli negozi, ormai in via di estinzione dietro ai grandi marchi come Nike o Wal Mart.

Una nuova ricetta, che sa di Roosvelt, ma modernizzato, escamotage forse adatto a risolvere questo impiccio globale.


Non mi aspetto che il nostro caro premier diffonda lo stesso verbo, da noi vale un altro tipo di politica: strozzare il consumatore fino a che non ha più potere di acquisto. In Italia si guarda sempre al piccolo orizzonte, si mira ad offrire mutui impossibili, ad esempio, senza pensare che ad un certo punto il consumatore non potrà più pagare, risultato negativo sia per la banca che per lo stesso acquirente.
In pratica in Italia la grande industria, le banche, non sono in grado di vedere profitti futuribili negli anni, chiedendo di pagare cifre impossibili in raggio
breve.

Il risultato è quello che avete sotto gli occhi tutti i giorni: crisi dei negozi di quartiere ed estinzione degli stessi, crisi dei negozi in centro, crisi delle famiglie, persone che non riescono a pagare il mutuo, imprese petrolifere che fanno cartello decidendo i prezzi su standard altissimi, stipendi che non lievitano mai.
Questa è la ricetta Berlusconi. Peccato che ci porterà solamente ad avvicinarci ai paesi del terzo mondo. Solo allora le banche si renderanno conto che dai suicidi di massa non avranno nessun profitto.

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Commenti all'articolo

  • Di Dave Deep (---.---.---.140) 1 dicembre 2008 11:16

    Obama é un bluff per il semplice fatto che tutto cio’ ha detto e che Lei scrive in questo articolo, sono teorie e metodi che alcuni economisti (e molti altri soggetti di varie discipline) sostengono da anni (tanti). Essendo il mondo adesso in una situazione critica, é ovvio che essendo il presidente americano uno dei protagonisti mondiali, ha fatto un certo tipo di discorsi. Anche l’uso della rete che tanti vedono come rivoluzionaria: ma sanno che siamo nel 2008? Sanno che Obama dispone di rinomatissimi personaggi utilizzati apposta per "fare" comunicazione (o dicesi campagna elettorale)?
    Il disagio é molto intenso in questi tempi e l’elezione di questo presidente serve solo a rendere mansueta questa grande massa di ignoranti (che siamo noi) per ancora qualche tempo. Perché le logiche che coinvolgono i Poteri nel mondo sono molto più complicati di quello che la gente crede.
    Bisogna solo aspettare ancora un po’ e poi molti (purtroppo non tutti) capiranno quante parole al vento si sono espresse.
    Saluti

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