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Cossiga e Cabibbo

Martedì 17 Agosto sono scomparsi due uomini tra loro molto diversi: il Presidente Emerito Francesco Cossiga e il prof. Nicola Cabibbo. Lo stesso giorno, "a unisono " come direbbe con una battuta, in questo caso un po’ macabra e inopportuna, Verdone. Due uomini molto diversi in vita ed evidentemente anche nel giorno della loro morte.
 
Il Presidente Emerito Cossiga è stato un uomo politico e delle istituzioni che ha segnato profondamente la società italiana, soprattutto tra gli anni ottanta e novanta, ricoprendo via via incarichi sempre più importanti fino ad occupare la massima carica di Capo dello Stato. Quindi, probabilmente, "emerito" è, anche, formula di rito. Perché se andiamo a vedere le imprese di quest’uomo, pezzo da novanta democristiano, di emerito c’è poco o nulla. Piuttosto ci sono inquietanti sospetti o pseudo certezze su questo presidente "picconatore" dimessosi dalla massima carica due mesi prima della scadenza del mandato. Sospetti che, in un paese normale, andrebbero attentamente vagliati per aprire una squarcio di verità definitivo sugli anni degli attentati (terroristici e/o di mafia), sulla vicenda Gladio ecc.. 
 
Nicola Cabibbo è stato un fisico di assoluto valore che con i suoi studi nel campo della "fisica delle particelle" ha dato un contributo fondamentale per comprendere i segreti più profondi dei componenti subatomici e quindi per comprendere l’essenza stessa della vita. In brutta sintesi si potrebbe dire "un’indagine su Dio". 
 
I suoi studi "emeriti" hanno aperto la strada ad altri fisici poi insigniti del premio Nobel. Un premio che forse, per ragioni di opportunità geopolitica, è mancato a Cabibbo. Adesso, non per spirito di parte, voglio stigmatizzare come la televisione pubblica e privata, ormai tendenzialmente soltanto privata, ha trattato le due notizie.
 
Nel primo caso si è assistito ad un martellamento continuo di servizi giornalistici tesi a incensare la figura del grande statista in cui l’appellativo "emerito" si sprecava ad ogni pié sospinto. Qualche voce, men che meno dissonante, è stata rapidamente soffocata. Non è ammesso dissentire dalla linea ufficiale. Dalla solita impalpabile sinistra (o meglio centro sinistra) sono arrivati flebili, impercettibili, evanescenti segnali di non completo assenso. Dire dissenso sarebbe troppo. Certo di fronte alla morte di un uomo bisogna sempre fare un passo indietro. E poi siamo a rischio elezioni e un occhio all’elettorato ex democristiano, o di centro come dir si voglia, è sempre meglio darlo.
 
Sulla morte del "prof" Cabibbo i mezzi di informazione hanno speso poche e stringate parole. Il minimo che si può in determinate circostanze e forse anche per un po’ di riguardo nei confronti della Pontificia Accademia delle Scienze, di cui Cabibbo era professore ordinario. Non si sa mai.
Così è se vi pare.

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