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Cosa sanno gli spettatori di Porta a Porta del comma ammazza-blog

Nel salotto di Porta a Porta improvvisamente, verso le 12.40, si parla del comma ammazza-blog. Cioè della norma contenuta nel ddl intercettazioni, quella su cui Berlusconi ha intenzione di porre la fiducia per una approvazione lampo, che prevederebbe l’obbligo di rettifica per tutti i «siti informatici» entro 48 ore dalla richiesta (a prescindere che sia vera o falsa), pena una sanzione fino a 12 mila euro.

Ecco come (parafraso, ma i concetti sono quelli):

Bruno Vespa dice che c’è anche una norma sull’obbligo di rettifica su Internet. Uno strumento meraviglioso, ma «una condanna all’ergastolo», perché «una cosa che va su Internet ci sta su tutta la vita».

Giorgio Mulé, direttore di Panorama, parla di «abuso», di «diffamazione sequenziale e seriale» (come per il caso Outinglist), di «strumento di diffamazione che non ha molto spesso un terminale». «Si dice che» la norma in questione «significhi comprimere la libertà», argomenta Mulé. In realtà è «giusto equiparare» chi posta in rete «verità acclarate che non lo sono» a giornalisti.

Giovanni Valentini, ex vicedirettore di Repubblica, in sostanza concorda, dicendo: «il principio di responsabilità valga anche per chi scrive su un blog». «C’è un problema», dice Valentini, «spesso si sente dire che devono scrivere tutti, non necessariamente i giornalisti che hanno sostenuto l’esame e sono iscritti all’ordine. Io non ho nulla contro questa concezione della comunicazione: mi sembra giusto che ci siano dei giornali in rete, dei blog che consentano a chiunque di esprimere le proprie opinioni. Però in radio, in televisione, su Internet il principio di responsabilità deve valere per tutti».

Marina Sereni, vicepresidente del Partito Democratico, dice che «è giusto che chi scrive su un blog o su Facebook si assuma la responsabilità di ciò che scrive», ma sottolinea che il termine della rettifica sono solo 48 ore. Per cui bisogna «rivedere il testo», forse – se ci sarà tempo e modo – sarà presentato qualche emendamento. «Siamo disposti a ragionare», afferma Sereni, «ma per alleggerire questa norma perché «rischia di impedire che si tocchino temi sensibili».

Vespa non ci sta, interviene quando Sereni sta ancora parlando. «Ho capito, ma i danni che fanno?», dice, «Perché impedire il diritto alla rettifica? E’ sacrosanto!». Mulé concorda. Sereni ribadisce: «non di tutte le pagine trovi l’amministratore». E ripete: «Giusto introdurre norme che regolino la materia, ma ritengo siano troppo pesanti».

Vespa non ci sta, e incalza: «Allora scrive: ‘Caro amministratore di Facebook…’». Sereni: «Ma se non lo vedo in 48 ore?». Vespa: «Ma è dal momento in cui glielo segnalo!». Come a dire: mica da quello in cui ha pubblicato il suo post, anche se non me ne ero accorto. Sereni, incerta: «Penso che siccome non tutti…». Vespa interrompe di nuovo, confusamente si sente: «Allora metti tre giorni invece di due». A dire: come se cambiasse qualcosa.

Interviene Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl: «E’ ancora peggio, la modernità rende impossibile la sanzione». E ancora: «Internet è uno strumento micidiale».

Mulé concorda: «Micidiale».

Gasparri non ci sta: «Temo ci sia una sostanziale impotenza di fronte a Internet, ma questo non ci deve esimere dal mettere una norma (qui il sottotesto è contro Gasparri, perché il ‘come a dire’ significa: sì, crediamo allo stesso tempo che ogni regola saremo in grado di emanare non funzionerà, e che questo non ci deve impedire di emanare la regola; non serve a nulla, ma va fatto). Parla di «pedopornografia». Poi dei giornali, che stanno «andando online»: «Che fai per quelli in rete, non li regoli?».

Sereni lo bacchetta: «Ma quelli sono già giornali».

Gasparri, imperterrito, ricorda che la rettifica deve essere data – come effettivamente previsto dalla norma – con adeguata visibilità.

E alle 12.50 circa, dopo che quattro persone che insieme fanno 236 anni hanno parlato del futuro della rete in questi termini, gli spettatori di Porta a Porta possono finalmente andare a letto sapendo di cosa non parla il comma ammazza-blog.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.223) 27 settembre 2011 11:47
    Damiano Mazzotti

    Prima iniziamo a multare e a far rettificare le migliaia di stronzate che si inventano e che scrivono i quotidiani pur di sbattere il mostro in prima pagina... e anche in seconda... e pur di guadagnare milioni di euro a palate con cui possono pagare le multe più meritate...

  • Di paolo (---.---.---.241) 27 settembre 2011 12:34

    Ho visto la puntata fino a che lo stomaco ha resistito . Ma ho visto quel tanto che basta per potere affermare ,senza tema di smentita, che Vespa ha finalmente ,totalmente , universalmente gettato la maschera . Non che non si sapesse per conto di chi agisse l’insetto televiso , ma ieri ha dato tutta la misura di se stesso . E’ riuscito perfino ha far spazientire il presidente Palamara ,notoriamente refrattario a tutte le castronerie che ci propina la propaganda dei berluscones sulle intercettazioni .


    Ma la cosa che più mi ha infastidito e che mi ha indotto a cambiare canale è stato come al solito la totale inadeguatezza con la quale l’ennesima rappresentante del PD si è fatta castrare mediaticamente dall’incredibile Gasparri , prodotto di sintesi berlusconiana intriso di logorroica propensione a soverchiare chiunque sia nei suoi paraggi . Al primo accenno ,forse due vocali ed una consonante , che un timido Palamara ha cercato di articolare mentre il furetto imperversava ,sotto la tutela mistica di Vespa, il nostro lo ha zittito malamente pretendendo l’assoluto silenzio mentre lui articolava i suoi demenziali pensieri .
    Al contrario ,sempre sotto le amorevoli ali protettive di Vespa , la poverina del PD non è riuscita a dire una sillaba che non fosse coperta dallo sproloquio di Gasparri .

    Siccome ritengo cosa gravissima che un rappresentante politico (nonché parlamentare ) si facesse trattare in quella maniera disgustosa ,senza un minimo di scatto d’orgoglio e di dignità (oltretutto in quanto donna ) , inveendo contro l’ennesima stupidata mediatica del PD ,partito di gente totalmente inadeguata , ho chiuso e me ne sono andato a dormire . Molto meglio .
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.223) 27 settembre 2011 13:19
    Damiano Mazzotti

    Io la tv non l’accendo più... E se tutti facessero come me e come Paolo, che la spegne appena le stronzate superano ogni limite per ogni essere umano decentemente italiano, in Italia il 50 per cento dei problemi si supererebbero automaticamente...

    Questo rincretimento impedisce di pensare e chi non lo capisce è stupido. E, cosa imperdonabile, rimarrà una gran cretino per tutta la vita...

  • Di Giuseppe D’Urso (---.---.---.137) 27 settembre 2011 14:07

    Su Vespa posso dire che la maschera non l’ha mai avuta. E’ sempre stata quella la sua faccia.
    Sulla Tv basterebbe spegnerla durante la pubblicità. I committenti vedrebbero, quindi, vanificati i loro sforzi per rincoglionire gli spettatori e, in conseguenza, cesserebbero le commesse degli spot. A questo punto i guadagni delle varie TV commerciali e non si ridurrebbero con buona pace di tutti.
    Sugli esponenti del PD è preferibile che stiano in silenzio, perchè parlando farebbero certamente un danno maggiore.

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